martedì, settembre 25, 2012
Secondo uno studio condotto da ricercatori europei e pubblicato sul journal Natural Hazards, 23 centrali nucleari in tutto il mondo sono state costruite in aree a rischio tsunami come quello che ha colpito Fukushima Daiichi l'11 marzo 2011 e la maggior parte sono proprio nell'Asia orientale e del sud-est.  

GreenReport - Le 23 centrali nucleari a rischio, compresa Fukushina Daiichi, hanno in totale 74 reattori, 13 centrali sono in attività, mentre altre sono o in fase di completamento o di ampliamento per ospitare ancora più reattori. Secondo i ricercatori sono il Sud-Est asiatico e l'Asia orientale le arre più a rischio di una nuova grande crisi nucleare innescata da uno tsunami, in particolare le due Cine, che ospitano 27centrali nucleari e dove 64 reattori sono attualmente in costruzione: «Il fatto più importante è che il 19 (di cui due a Taiwan) dei 27 reattori sono in costruzione in aree identificate come pericolose».

In Giappone sono 7 le centrali nucleari, tra le quali una in costruzione, che si trovano in zone a rischio tsunami e la Corea del Sud sta ampliando due centrali in zone a rischio.

Lo studio invita i governi di questi Paesi a prendere urgentemente in considerazione i modi in cui affrontare le conseguenze di una catastrofe nucleare di vasta portata. Joaquín Rodríguez Vidal, dell'università di Huelva, ha spiegato all'agenzia stampa spagnola Sinc: «La posizione degli impianti nucleari non ha solo implicazioni per i Paesi che li ospitano, ma anche per le zone che potrebbero essere interessate da fughe radioattive».

La tragica lezione di Fukushima Daiichi, come quella di Chernobyl, non sembrano aver insegnato niente ai governi ed alle lobby nucleari.


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