lunedì, settembre 03, 2012
Iniziano a trapelare i dettagli della Strategia Energetica Nazionale, anche se la bozza in circolazione (in allegato) forse è ancora lontana da quella che diverrà ufficiale. Si punta al superamento degli obiettivi europei su efficienza energetica e rinnovabili, ma anche sul petrolio nazionale. E per il risparmio energetico si parla di proroga del 55%.

Qualenergia - Finalmente si conoscono i dettagli della tanto attesa Strategia Energetica Nazionale (SEN). Dopo le anticipazione delle settimane scorse, infatti, tra ieri e oggi ha iniziato a circolare una bozza dettagliata, seppure non ancora nella versione ufficiale che dovrebbe essere messa in consultazione pubblica a breve. Un documento di 100 pagine che spiega come il Paese dovrà ridurre il gap di costo dell'energia rispetto agli altri Paesi europei, incentivare la crescita sostenibile, migliorare la sicurezza e l'indipendenza di approvvigionamento e raggiungere e superare gli obiettivi UE al 2020.

Queste le cifre degli obiettivi al 2020 contenute nel piano: 19% in meno per le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990,riduzione dall'82 al 65% della dipendenza energetica dall'estero con un risparmio sulla fattura energetica estera di 15 miliardi di euro all'anno. Riduzione dei consumi primari del 4% rispetto al 2010 e del 24% rispetto all'andamento inerziale al 2020, rinnovabili al 23% dei consumi totali e al 38% di quelli elettrici. Un piano che prevede investimenti per 180 miliardi di euro per puntare su efficienza energetica, rinnovabili, ma anche sul discutibile rilancio della produzione nazionale di idrocarburi e sulle infrastrutture per il gas.

Per petrolio e gas nostrani infatti la strategia prevede investimenti per 15 miliardi. Val Padana, Alto Adriatico, Abruzzo, Basilicata e off-shore Ibleo le aree individuate nel documento come “a elevato potenziale” per la produzione nazionale di idrocarburi. Si renderà più facile trivellare, realizzando semplificazioni burocratiche e rimodulando i limiti di tutela offshore imposti dalla legislazione attuale. Obiettivo: soddisfare con gli idrocarburi nazionali il 16% del fabbisogno energetico nazionale (dall'8% attuale), cosa che secondo il piano dovrebbe creare 25mila posti di lavoro.

Poi c'è la volontà di ridurre il differenziale del prezzo del gas con il resto d'Europa, attualmente circa il 25%. Per riuscirci si intende anche fare dell'Italia un hub fisico del gas, tramite rigassificatori. Interventi vari sono previsti anche sul mercato elettrico. Per esempio si vorrebbero rimodulare le agevolazioni ad alcuni segmenti e si valuterà un eventuale superamento del PUN, il prezzo unico nazionale.

Nel capitolo rinnovabili, invece, le parole usate sono quelle che siamo abituati a sentire da questo Governo. Lo sviluppo dell'energia pulita deve essere “sostenibile”: tradotto liberamente da noi, non deve disturbare troppo il sistema energetico o pesare eccessivamente sul prezzo dell'energia. Si parla dunque di ridurre progressivamente gli incentivi e spostarli dalle elettriche alle termiche, privilegiando le fonti con una filiera nazionale più importante. Le rinnovabili nel loro complesso dovranno attrarre investimenti per 50 miliardi da qui al 2020.

Interessanti, invece, le misure delineate al capitolo efficenza energetica della SEN: audit energetici obbligatori, potenziamento dei certificati bianchi, interventi sui trasporti e la pubblica amministrazione (+20% di efficienza energetica), una proroga più lunga della detrazione fiscale del 55% sulle riqualificazioni energetiche degli edifici.

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