mercoledì, settembre 19, 2012
Per i giovani le manifestazioni violente contribuiscono a diffondere un'immagine sbagliata dell'islam. Su Twitter il profilo "MyProfetMohammad" invita tutti i musulmani a criticare il film blasfemo e le proteste raccontando chi era Maometto. I libici creano su Facebook una pagina di scuse in onore dell'ambasciatore americano Christopher Stevens. I siriani si chiedono: "perché nessuno ha manifestato quando Assad ha distrutto centiniaia di moschee". 

Beirut, (AsiaNews) - "Le manifestazioni violente contro il film "L'innocenza dei musulmani" non rappresentano tutte le nazioni islamiche. L'islam non è solo sinonimo di terrorismo". È il contenuto di alcuni delle centinaia di messaggi pubblicati su Facebook e Twitter da migliaia di giovani utenti in Egitto, Libano, Libia, Arabia Saudita e Siria. Per far sentire la voce dei musulmani moderati alcuni internauti hanno dato il via sui social network a campagne che sottolineano l'insensatezza della violenza utilizzata per difendere il Corano. Il più famoso è l'"hagstag" (profilo) "MyProfetMohammad", creato lo scorso 13 settembre da Sohaib al-Zouriq, studente saudita. L'iniziativa invita tutti i musulmani a una critica bipartisan al film e alle manifestazioni violente che contribuiscono al degrado dell'islam agli occhi dell'occidente e di tutto il mondo. In meno di una settimana oltre 2.200 persone da tutto il mondo islamico hanno scritto il proprio commento. "Il mio profeta Maometto - scrive Sarraa, anch'egli saudita - non avrebbe mai cercato di difendersi con la violenza". Un altro internauta scrive che "Maometto ha detto che tutti gli uomini suono uguali, indipendentemente dalla loro origine, razza o nazionalità". I "tweet" di questi giovani stanno facendo il giro del mondo e si contrappongono alle centinaia di hagstag estremisti comparsi in questi giorni sui social network per fomentare la violenza.

I giovani musulmani libici hanno scelto invece Facebook per contrapporre la loro voce agli slogan violenti cantati nelle piazze di tutto il mondo islamico. Scioccati dalla barbara uccisione di Christopher Stevens, ambasciatore Usa a Tripoli, essi hanno aperto la pagine "Sorry Projet", dedicata alla figura del diplomatico. Il gruppo ha attirato più di 4mila utenti da tutto il Paese in meno di una settimana. In molti hanno lasciato messaggi di scuse e di amore per il diplomatico assassinato e i "coraggiosi libici che sono stati uccisi difendendo il consolato degli Stati Uniti ". Nell'introduzione alla pagina si legge: "Vogliamo dimostrare che la maggioranza del popolo libico si oppone ad atti criminali e violenti. Chiediamo scusa mille volte agli americani. Queste scuse non saranno sufficiente, ma sappiate che il popolo libico sarà per sempre grato agli Stati Uniti perché è stato il primo Paese a sostenerlo nella sua lotta per la libertà. Speriamo di continuare a sostenerci a vicenda".

I giovani siriani sono invece indignati per la reazione del mondo musulmano che si è mobilitato per un semplice film e non ha fatto nessuna manifestazione per le migliaia di persone, donne e bambini massacrati durante la guerra in Siria. Mohammad Abu, scrive su Twitter che "concentrarsi sul film anti-islamico danneggia l'immagine dei musulmani e distoglie l'attenzione dalla Siria. Gli arabi e i musulmani devono capire che le loro proteste anti-Usa minano la nostra rivoluzione contro Bashar al-Assad". L'utente Jab Bantha, ironizza sui manifestanti che hanno attaccato e bruciato bandiere per un film di dubbio gusto e non "hanno mosso un dito" quando Assad ha distrutto moschee e ucciso donne e bambini. In una vignetta satirica l'attivista mostra Assad che guarda una folla di salafiti furiosi contro l'America, mentre alle sue spalle brucia una moschea. Nel fumetto Assad dice "Per fortuna che ho solo bruciato moschee e ammazzato donne e bambini e non ho prodotto film-antislamici".


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