“E’ tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza”
Radio Vaticana - Cristiani e musulmani si uniscano per la fine delle violenze e delle guerre. Così, il Papa nell’incontro con i giovani libanesi e del Medio Oriente, sul piazzale antistante il Patriarcato maronita di Bkerké. Un evento festoso a cui hanno preso parte oltre 25 mila ragazzi, tra cui anche tanti giovani musulmani. Rivolgendosi a dei ragazzi presenti all’incontro provenienti dalla Siria, il Papa ha espresso la sua vicinanza al popolo siriano travolto dalla guerra civile. Al termine dell'incontro con i giovani, il Papa si è intrattenuto brevemente con i Patriarchi cattolici del Libano nella Cappella dedicata all'Assunta all'interno del Palazzo Patriarcale. Da Beirut, il servizio del nostro inviato Alessandro Gisotti: ascolta
Ripartire dai giovani per mettere fine alle guerre e costruire un futuro di pace per tutto il Medio Oriente. E’ il vibrante appello che Benedetto XVI ha levato stasera a Bkerké in un emozionante incontro con i giovani del Libano e di tutta la regione. Una piccola Gmg del Medio Oriente, un evento nel segno della speranza, come ha sottolineato una ragazza che dato la sua testimonianza:
“Sainteté, votre présence au Liban…” “Santità – ha detto – la vostra presenza in Libano nonostante la nostra situazione è una sfida alla logica della guerra e della disperazione. E’ un segno di pace e di speranza”.
E il Papa, nel suo discorso, ha voluto proprio offrire una parola di incoraggiamento alla gioventù sottolineando innanzitutto che i giovani libanesi “sono la speranza e l’avvenire” del loro Paese. “Giovani libanesi – ha aggiunto – siate accoglienti e aperti come Cristo vi chiede e come il vostro Paese vi insegna”. Quindi, ha colto l’occasione della presenza di giovani musulmani, “presenza importante” ha detto, per rivolgere un accorato appello:
“Vous etes avec les jeunes chrétiens…” “Voi – ha detto – siete con i giovani cristiani il futuro di questo meraviglioso Paese e dell’insieme del Medio Oriente. Cercate di costruirlo insieme”. E quando sarete adulti, ha soggiunto, “continuate a vivere la concordia nell’unità con i cristiani”, osservando che la bellezza del Libano si trova proprio in questa simbiosi:
“Il faut que l’ensemble du Moyen-Orient…” E’ necessario, è stata la sua esortazione, che “l’intero Medio Oriente, guardando voi, comprenda che i musulmani e i cristiani, l’Islam e il Cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana”. Quindi, si è rivolto con commozione ad alcuni giovani presenti, venuti dalla Siria sconvolta dalla guerra civile:
“Je veux vous dire combien j’admire…” “Voglio dirvi – ha detto il Papa – quanto ammiro il vostro coraggio”. Dite “ai vostri familiari e agli amici, che il Papa non vi dimentica”. Dite che il Papa è triste “a causa delle vostre sofferenze e dei vostri lutti”. E ha aggiunto che “non dimentica la Siria nelle sue preghiere e nelle sue preoccupazioni”. Per questo, è stato il suo accorato appello, “è tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e alle guerre”. Il Papa non ha poi mancato di esortare i giovani cristiani a non lasciarsi vincere dalle frustrazioni, a non cedere alle tentazioni del consumismo e della droga. Ma piuttosto, è stato il suo invito, siate “portatori dell’amore di Cristo”, difensori della vita. La Chiesa, ha detto, “ha fiducia in voi, conta su di voi”.

Ripartire dai giovani per mettere fine alle guerre e costruire un futuro di pace per tutto il Medio Oriente. E’ il vibrante appello che Benedetto XVI ha levato stasera a Bkerké in un emozionante incontro con i giovani del Libano e di tutta la regione. Una piccola Gmg del Medio Oriente, un evento nel segno della speranza, come ha sottolineato una ragazza che dato la sua testimonianza:
“Sainteté, votre présence au Liban…” “Santità – ha detto – la vostra presenza in Libano nonostante la nostra situazione è una sfida alla logica della guerra e della disperazione. E’ un segno di pace e di speranza”.
E il Papa, nel suo discorso, ha voluto proprio offrire una parola di incoraggiamento alla gioventù sottolineando innanzitutto che i giovani libanesi “sono la speranza e l’avvenire” del loro Paese. “Giovani libanesi – ha aggiunto – siate accoglienti e aperti come Cristo vi chiede e come il vostro Paese vi insegna”. Quindi, ha colto l’occasione della presenza di giovani musulmani, “presenza importante” ha detto, per rivolgere un accorato appello:
“Vous etes avec les jeunes chrétiens…” “Voi – ha detto – siete con i giovani cristiani il futuro di questo meraviglioso Paese e dell’insieme del Medio Oriente. Cercate di costruirlo insieme”. E quando sarete adulti, ha soggiunto, “continuate a vivere la concordia nell’unità con i cristiani”, osservando che la bellezza del Libano si trova proprio in questa simbiosi:
“Il faut que l’ensemble du Moyen-Orient…” E’ necessario, è stata la sua esortazione, che “l’intero Medio Oriente, guardando voi, comprenda che i musulmani e i cristiani, l’Islam e il Cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana”. Quindi, si è rivolto con commozione ad alcuni giovani presenti, venuti dalla Siria sconvolta dalla guerra civile:
“Je veux vous dire combien j’admire…” “Voglio dirvi – ha detto il Papa – quanto ammiro il vostro coraggio”. Dite “ai vostri familiari e agli amici, che il Papa non vi dimentica”. Dite che il Papa è triste “a causa delle vostre sofferenze e dei vostri lutti”. E ha aggiunto che “non dimentica la Siria nelle sue preghiere e nelle sue preoccupazioni”. Per questo, è stato il suo accorato appello, “è tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e alle guerre”. Il Papa non ha poi mancato di esortare i giovani cristiani a non lasciarsi vincere dalle frustrazioni, a non cedere alle tentazioni del consumismo e della droga. Ma piuttosto, è stato il suo invito, siate “portatori dell’amore di Cristo”, difensori della vita. La Chiesa, ha detto, “ha fiducia in voi, conta su di voi”.
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