venerdì, ottobre 19, 2012
Attentato oggi a Beirut: un’autobomba è stata fatta esplodere nel quartiere cristiano della capitale libanese di al-Ashafryeh: almeno 8 i morti, oltre 70 i feriti.

Radio Vaticana - La deflagrazione, che ha semidistrutto due edifici, è avvenuta nei pressi di piazza Sassin, dove ha sede il quartier generale del partito nazionalista cristiano della Falange, ostile al regime siriano del presidente Bashar al Assad. Nihad Mashnuq, deputato libanese del movimento Mustaqbal, che guida l'opposizione al governo di Beirut dominato da una coalizione considerata vicina al governo di Damasco, ha affermato che si tratta di un “messaggio siriano”. Ipotesi subito respinta dal ministro delle Telecomunicazioni libanese, il cristiano Nicholas Sehnaoui, che ha detto: ''Non dobbiamo fare commenti, né cadere nella trappola di chi vuole creare divisioni nel Libano, questo è il momento di rimanere uniti''. L’arcivescovo maronita di Beirut, Paul Youssef Matar, ha sentito l’esplosione dalla sua residenza. Manuella Affejee lo ha intervistato:

R. – J’ai entendu de ma maison, de l’archevêché … Da casa mia, dall’arcivescovado, ho sentito una grande deflagrazione, a un chilometro, ottocento metri da qui … E’ stata fortissima, hanno tremato le finestre. Poi, mezz’ora dopo, dalla televisione abbiamo saputo che erano state piazzate una o forse più bombe davanti ad un edificio. Per il momento non si sa se nel mirino ci fossero delle personalità politiche. La deflagrazione c’è stata a una sessantina di metri dalla sede del Partito falangista e a quattrocento metri da un’altra sede. Sembra però che, alla fine, il bersaglio fossero soltanto i civili stessi. Le conseguenze sono tragiche: numerose vittime tra morti e feriti, due edifici semidistrutti. Questo ha scosso il Paese, l’equilibrio psicologico delle persone … è veramente deplorevole.

D. – Pensa che questo attentato sia stato rivolto in particolare ai cristiani?

R. – Il s’est produit en plein quartier chrétien; qui est visé ce sont évidemment … E’ avvenuto in pieno quartiere cristiano; i bersagli erano chiaramente le persone, i civili. Ed è questo che lo rende più grave: non è, infatti, una guerra politica, non sono i politici il bersaglio degli attentati, ma i poveri civili nelle loro case. Questo provocherà ancora più terrorismo, ancora più paura … Aspetteremo ora di sapere – se mai potremo saperlo! – chi c’è dietro a quest’attentato. Noi cerchiamo di lavorare perché il nostro Paese non sia coinvolto in quello che sta accadendo in Siria, ma ci sono persone che vogliono invece spingerlo nella guerra … non lo so. So che ci vuole tanta saggezza, tanta forza per salvare questo nostro Paese.


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