Abdel Maguid Mahmoud, procuratore generale, rifiuta di lasciare il suo posto e di ricoprire il ruolo di ambasciatore del Cairo presso la Santa Sede
Misna - Il procuratore generale Abdel Maguid Mahmoud si rifiuta di dimettersi ore dopo che il presidente Mohammed Morsi lo aveva sollevato dal suo incarico nominandolo ambasciatore del Cairo presso la Santa Sede. Mahmoud, che ricopre il ruolo di procuratore generale da sette anni, ha obiettato che secondo la legge egiziana un esponente del sistema giudiziario non può essere dimesso dal potere esecutivo. Il braccio di ferro segue di un giorno la controversa sentenza di assoluzione nei confronti di alcune figure di spicco dell’ex regime di Hosni Mubarak, sospettate di coinvolgimento nella morte di manifestanti durante la cosiddetta ‘battaglia dei cammelli’. L’episodio – una delle pagine più tristemente note della violenta repressione ai danni dei manifestanti di piazza Tahrir – risle al 2 febbraio 2011 quando uomini armati a dorso di cammello hanno fatto irruzione nella piazza provocando la morte di 11 attivisti e centinaia di feriti. La corte penale del Cairo, ieri, aveva ritenuto insufficienti le prove a carico di due ex pilastri del regime Mubarak come Fathi Sourour e Safwat al Sherif, l’ex ministro per la Manodopera Aicha abdel Hadi e l’uomo d’affari Mohammed Aboul Einen. Ieri sera centinaia di manifestanti sono scesi per le strade della capitale egiziana per protestare contro la sentenza e chiedere giustizia. Alcuni movimenti e partiti hanno intanto lanciato la proposta di una manifestazione da tenere già oggi, venerdì, dopo la rituale preghiera in moschea.
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