Il Governo e il fronte musulmano hanno raggiunto un accordo: Bangsamoro sarà islamica
Manila - Sarà un “accordo quadro” quello che stabilirà una nuova regione autonoma in Filippina (al posto di quella creata nel 1989) amministrata dalla minoranza musulmana che fra qualche giorno finalmente festeggerà la fine della guerra. Il nome della terra filippina che sarà il simbolo di pace, dopo 40 anni di conflitto e circa 120 mila morti, sarà Bangsamoro. Una Commissione di transizione, inoltre, si occuperà di discutere i dettegli del patto e creerà la bozza di legge necessaria all’avvio politico della neo-nata regione.
Proprio il presidente delle Filippine, Benigno Aquino II, annuncia che, dopo 15 anni di negoziati tra il governo e i separatisti del Fronte islamico di liberazione Moro (attivo nel sud del Paese), “l’accordo preliminare di pace con i ribelli è stato raggiunto”. Inoltre, il premier Najib Razak e il capo dei ribelli Al Haj Murad Ibrahim hanno fatto sapere, tramite fonti ufficiali, che la firma ci sarà tra pochi giorni a Manila. L'accordo finale (e definitivo) ci sarà, invece, quando si concluderà il mandato di Aquino, nel 2016.
"Questo accordo quadro apre la strada a una pace finale e duratura a Mindanao […] le mani che un tempo tenevano fucili saranno usate per coltivare la terra, venderne i prodotti, gestire posti di lavoro e aprire le porte alle possibilità": queste le parole del presidente, che se da un lato si è mostrato più che ottimista, dall’altro non ha nascosto le difficoltà che le parti potrebbero incontrare nel tratto finale di questo faticoso percorso; infatti, come sostiene egli stesso all’emittente televisiva che ha ospitato la diretta di questo grande annuncio, "il lavoro non finisce qui" perché "ci sono ancora dettagli che entrambe le parti devono definire". Le possibilità che si prospettano se questo accordo andrà a buon fine sono molteplici. Senza alcun dubbio, però, la speranza primaria di Benigno Aquino e dello stesso Fronte islamico è quella di favorire la crescita del Paese. Il primo obiettivo delle Filippine è, infatti, la rinascita dopo i decenni di arresto socio-economico dovuto alla guerra incessante.
di Mariagiovanna Scarale
Manila - Sarà un “accordo quadro” quello che stabilirà una nuova regione autonoma in Filippina (al posto di quella creata nel 1989) amministrata dalla minoranza musulmana che fra qualche giorno finalmente festeggerà la fine della guerra. Il nome della terra filippina che sarà il simbolo di pace, dopo 40 anni di conflitto e circa 120 mila morti, sarà Bangsamoro. Una Commissione di transizione, inoltre, si occuperà di discutere i dettegli del patto e creerà la bozza di legge necessaria all’avvio politico della neo-nata regione.
Proprio il presidente delle Filippine, Benigno Aquino II, annuncia che, dopo 15 anni di negoziati tra il governo e i separatisti del Fronte islamico di liberazione Moro (attivo nel sud del Paese), “l’accordo preliminare di pace con i ribelli è stato raggiunto”. Inoltre, il premier Najib Razak e il capo dei ribelli Al Haj Murad Ibrahim hanno fatto sapere, tramite fonti ufficiali, che la firma ci sarà tra pochi giorni a Manila. L'accordo finale (e definitivo) ci sarà, invece, quando si concluderà il mandato di Aquino, nel 2016.
"Questo accordo quadro apre la strada a una pace finale e duratura a Mindanao […] le mani che un tempo tenevano fucili saranno usate per coltivare la terra, venderne i prodotti, gestire posti di lavoro e aprire le porte alle possibilità": queste le parole del presidente, che se da un lato si è mostrato più che ottimista, dall’altro non ha nascosto le difficoltà che le parti potrebbero incontrare nel tratto finale di questo faticoso percorso; infatti, come sostiene egli stesso all’emittente televisiva che ha ospitato la diretta di questo grande annuncio, "il lavoro non finisce qui" perché "ci sono ancora dettagli che entrambe le parti devono definire". Le possibilità che si prospettano se questo accordo andrà a buon fine sono molteplici. Senza alcun dubbio, però, la speranza primaria di Benigno Aquino e dello stesso Fronte islamico è quella di favorire la crescita del Paese. Il primo obiettivo delle Filippine è, infatti, la rinascita dopo i decenni di arresto socio-economico dovuto alla guerra incessante.
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