Si combatte ormai su due fronti il conflitto siriano: quello interno, nel quale si registrano nuove vittime e violenze negli scontri tra esercito e insorti, e quello fatto di tensioni con la Turchia, dopo che Ankara nei giorni scorsi ha costretto all’atterraggio un aereo siriano proveniente da Mosca, su cui erano stipati armamenti russi destinati alle forze di Damasco.
Radio Vaticana - Il quotidiano russo Kommersant ha oggi confermato che 12 casse di elementi di radar per le batterie antiaeree siriane erano trasportate sull’aereo di linea Mosca-Damasco. Intanto anche oggi fonti dell’opposizione denunciano la morte di alcune decine di persone. Della situazione Giancarlo La Vella ha parlato con Cristiano Tinazzi, giornalista free-lance che si trova ad Aleppo, a pochi chilometri dal confine turco: ascolta
R. - La situazione è di guerra totale diffusa su tutto il territorio. Ormai questa zona che circonda Aleppo in pratica è quasi totalmente in mano alle milizie sunnite dell’esercito libero siriano. Ci sono dei villaggi alawiti, sciiti e curdi che sono fuori dal conflitto. Comunque siamo in una situazione di tipo libanese, dove ogni villaggio è una milizia e queste si confrontano e si sparano tra di loro. I mig e gli elicotteri continuano a passare, e a scaricare il loro carico di morti su obbiettivi spesso casuali.
D. - Questo ulteriore fronte che si è aperto con la Turchia fortunatamente è fatto più di tensioni che di scontri reali. Che ricadute ha sulla situazione?
R. - Il fatto che abbiano intimato ai siriani di non bombardare entro dieci chilometri dal confine con la Turchia, rende di fatto l’area una sorta di zona cuscinetto. Bisogna vedere se poi i siriani la rispetteranno. In ogni caso non si aspettano molto dall’esterno.
D. - C’è la sensazione che ci sia delusione per un mancato intervento internazionale in quello che sta diventando anche un gravissimo dramma umanitario?
R. - Sì, purtroppo poi in situazioni del genere sono i civili che subiscono le conseguenze maggiori. Quelli che possono scappano, però il problema è che qui mancano l’energia elettrica, il rifornimento di acqua in bottiglia… Molte famiglie non hanno di che sostentarsi perché l’economia è bloccata, per cui dove si può vengono organizzate delle collette per distribuire il cibo. La situazione ad Aleppo è ancora più grave perché comunque ci sono difficoltà per entrare in città, è difficile muoversi, spostarsi e chiaramente la situazione peggiora di giorno in giorno, perché questa guerra non ha fine. Non ci sono possibilità di finirla con un accordo tra le due parti; o vince una parte o vince l’altra. E questo, sarà fino alla fine.
Radio Vaticana - Il quotidiano russo Kommersant ha oggi confermato che 12 casse di elementi di radar per le batterie antiaeree siriane erano trasportate sull’aereo di linea Mosca-Damasco. Intanto anche oggi fonti dell’opposizione denunciano la morte di alcune decine di persone. Della situazione Giancarlo La Vella ha parlato con Cristiano Tinazzi, giornalista free-lance che si trova ad Aleppo, a pochi chilometri dal confine turco: ascolta
R. - La situazione è di guerra totale diffusa su tutto il territorio. Ormai questa zona che circonda Aleppo in pratica è quasi totalmente in mano alle milizie sunnite dell’esercito libero siriano. Ci sono dei villaggi alawiti, sciiti e curdi che sono fuori dal conflitto. Comunque siamo in una situazione di tipo libanese, dove ogni villaggio è una milizia e queste si confrontano e si sparano tra di loro. I mig e gli elicotteri continuano a passare, e a scaricare il loro carico di morti su obbiettivi spesso casuali.
D. - Questo ulteriore fronte che si è aperto con la Turchia fortunatamente è fatto più di tensioni che di scontri reali. Che ricadute ha sulla situazione?
R. - Il fatto che abbiano intimato ai siriani di non bombardare entro dieci chilometri dal confine con la Turchia, rende di fatto l’area una sorta di zona cuscinetto. Bisogna vedere se poi i siriani la rispetteranno. In ogni caso non si aspettano molto dall’esterno.
D. - C’è la sensazione che ci sia delusione per un mancato intervento internazionale in quello che sta diventando anche un gravissimo dramma umanitario?
R. - Sì, purtroppo poi in situazioni del genere sono i civili che subiscono le conseguenze maggiori. Quelli che possono scappano, però il problema è che qui mancano l’energia elettrica, il rifornimento di acqua in bottiglia… Molte famiglie non hanno di che sostentarsi perché l’economia è bloccata, per cui dove si può vengono organizzate delle collette per distribuire il cibo. La situazione ad Aleppo è ancora più grave perché comunque ci sono difficoltà per entrare in città, è difficile muoversi, spostarsi e chiaramente la situazione peggiora di giorno in giorno, perché questa guerra non ha fine. Non ci sono possibilità di finirla con un accordo tra le due parti; o vince una parte o vince l’altra. E questo, sarà fino alla fine.
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È presente 1 commento
E' MOSTRUOSO E MI CHIEDO PERCHE' SI RIESCE A PERMETTERE TUTTO QUESTO SENZA INTERVENIRE, NON HO PAROLE, MA SOLO LACRIME PER QUESTE SFORTUNATE VITTIME. BISOGNA FARE QUALCOSA PERCHE' SI IGNORA LA CRUDELTA' E LA DISPERAZIONE? E' INAMMISSIBILE.
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