GreenReport - Intervenendo all'inaugurazione della conferenza biennale Terra Madre, organizzata a Torino da Slow Food International, il direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, ha fatto appello alle comunità internazionali del cibo e ai diversi protagonisti del sistema alimentare mondiale perché si uniscano in uno sforzo congiunto «per cancellare la fame dalla terra nel tempo delle nostre vite. Per sconfiggere definitivamente la fame è necessario, tra le altre cose, agire per porre fine allo spreco e alla perdita di cibo. Ogni anno nel mondo un terzo della produzione globale di cibo viene perduta o sprecata. Quanto basta per sfamare 500 milioni di persone senza aggiungere ulteriore pressione sulle risorse naturali. Non avrebbe senso cambiare il modo di produrre il nostro cibo se continuassimo a consumare come facciamo oggi. Serve un novo grande passo nella lotta alla malnutrizione».
Rivolgendosi ai delegati di 130 Paesi che partecipano alla conferenza Terra Madre, che affronta tematiche relative al cibo, all'agricoltura, allo sviluppo sostenibile, alla gastronomia, alla globalizzazione e alle politiche economiche, Da Silva ha ricordato che «la Fao ha fatto propria la sfida del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, di cancellare la fame nel mondo nello spazio delle nostre vite. Io mi appello a voi perché anche voi facciate lo stesso. Facciamo della "Sfida Fame Zero" la nostra sfida. Affrontare questa sfida significa fare sì che tutti i sistemi alimentari diventino sostenibili, fare in modo che i piccoli proprietari terrieri, e specialmente le donne, possano raddoppiare la produttività e i propri introiti, ridurre lo spreco di cibo, assicurarsi che le popolazioni più povere abbiano accesso a cibo nutriente durante tutto l'anno, porre fine alla malnutrizione e alle cause che impediscono ai bambini di crescere sani». Secondo il direttore della Fao, «una delle ragioni per le quali il cibo viene sprecato sta nella tendenza al consumo eccessivo dei Paesi a medio e alto reddito. Il risultato è che circa 1,5 miliardi di persone al mondo sono oggi sovrappeso, mentre 868 milioni sono sotto alimentate. Ciò rappresenta una delle più grandi contraddizioni del nostro mondo: la distribuzione iniqua di cibo, reddito ed opportunità».
Solw Food International spiega che «quest'anno il Salone del Gusto e Terra Madre sono una cosa sola. È la grande novità, un evento storico per tutto il movimento internazionale Slow Food, per Torino, per il Piemonte e per tutti gli affezionati visitatori che seguono il Salone Internazionale del Gusto fin dalla sua prima edizione, nel 1996». Per questo è stato scelto come slogan di questa edizione "Cibi che cambiano il mondo": «Un progetto rivoluzionario, che però richiede un nuovo modo di pensare: noi ci mettiamo i cibi, voi metteteci la testa!»
Le due manifestazioni portano a compimento un percorso già tracciato a partire dal 2004, quando è nata Terra Madre, e che secondo Slow Food le ha viste sempre affiancate in una scelta precisa e consapevole: «il mondo del cibo e della gastronomia non possono prescindere da chi lavora la terra, da chi trasforma ogni giorno la natura in cultura, da chi sente su di sé, sui suoi campi e sulla propria comunità il peso di problemi ecologici, climatici, economici, sociali sempre più soffocanti. L'evento Salone del Gusto e Terra Madre 2012 si pone come una grande narrazione collettiva, completamente aperta al pubblico (e gli incontri di Terra Madre lo sono per la prima volta). Si parte dal racconto delle persone e dei territori per gustare meglio, capire di più, incontrare e scambiare. La rete delle comunità del cibo si unisce all'incredibile patrimonio del Salone, fatto di produttori, cuochi, Laboratori del Gusto, attività educative, Presìdi Slow Food, lo arricchisce e offre nuove opportunità ai visitatori, con tutti gli appuntamenti classici e un fitto programma di conferenze. Le storie dei protagonisti di Salone del Gusto e Terra Madre 2012 ci raccontano di come si può cambiare il paradigma che regola questo mondo in crisi a partire dal cibo. E dimostrano che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l'ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità».
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