Interessante convegno organizzato a Roma dalla Società dell'Apostolato Cattolico (S.A.C., meglio nota come i Pallottini) dal titolo “Ravvivare la fede e riaccendere la carità: Apostoli di Gesù nel mondo che cambia”. La risposta dei Pallottini alle sfide della Nuova Evangelizzazione.
di Carlo Mafera
L’”Instrumentum laboris”, redatto dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi in vista dei lavori della prossima Assemblea Generale Ordinaria, dedica 4 paragrafi al tema dei media nel contesto della nuova evangelizzazione e contiene un titolo assai significativo: “Le nuove frontiere dello scenario comunicativo”. Emerge, quindi, la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una cultura che possiamo chiamare “digitale”: essa è originata dalle nuove tecnologie comunicative ed è una grande sfida per la comunità ecclesiale. Occorre quindi utilizzare al meglio le nuove tecnologie, anche per raggiungere i cosiddetti “lontani”.
I nuovi media rappresentano uno strumento indispensabile per la Chiesa e la sua azione evangelizzatrice: il web si configura infatti come un universo culturale in continua ed irrefrenabile espansione a disposizione dell'intera comunità cristiana per un'evangelizzazione più proficua, efficace ed al passo con i tempi. Il Vangelo è sempre lo stesso ma quello che cambia è il destinatario al quale va annunciato. E perciò occorre aprirsi alle nuove sfide, apprendere i nuovi linguaggi, tentare nuove forme di approccio. Viviamo dentro una sorta di “piazza virtuale” che ha sostituito o si è aggiunta alla piazza sociale. È una nuova cultura indotta dalla comunicazione sociale. Benedetto XVI ha definito i social media una nuova agorà. Egli ha anche incoraggiato i sacerdoti ad usare questo spazio con il cuore sacerdotale. E in particolare il Santo Padre parla di pastorale nel mondo digitale, che tenga conto “anche di quanti non credono, sono sfiduciati e hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche”.
La nuova cultura della comunicazione risponde e si adatta alle esigenze dell'Evangelizzazione in quanto è capillare ed è alla portata di tutti. Mettere i nuovi media al servizio della Parola è una sfida per tutti, dai sacerdoti agli educatori: bisogna capire il linguaggio dei giovani per poterli guidare tramite una nuova pedagogia che sappia tramandare nuovi usi e consuetudini di comunicazione che poi le nuove generazioni tramanderanno a loro volta. Quale migliore opportunità di quella di utilizzare i nuovi canali mediatici in modo che la Parola di Dio giunga dappertutto e possa essere ascoltata da un pubblico che non frequenta più la Chiesa? Poiché i media contribuiscono alla proposta di modelli di vita, forniscono il modo di interpretarla, offrono informazioni sui criteri e sulle prospettive, inculcano valori, essi possono essere utilizzati per presentare una interpretazione evangelica degli avvenimenti e per trasmettere i valori cristiani. C’è tanto un uso distorto, una strumentalizzazione di internet per proporre disvalori e modelli negativi e allora, quando esiste la possibilità di usarli in positivo, ben venga questo uso virtuoso fatto dalla Chiesa, che può riappropriarsi di spazi che, altrimenti, sarebbero lasciati al “Nemico”, cioè alla mentalità di questo mondo.
L’urgenza di evangelizzare è un comandamento per il cristiano. San Paolo diceva: “Guai a me se non evangelizzo!”. Credo debba essere la preoccupazione di ogni cristiano autentico. Non si può attendere che la gente arrivi ma bisogna andarla a cercare nei luoghi che frequenta, come per esempio Facebook Twitter. Chi naviga spesso è proprio quello più lontano dalla Chiesa e infatti la maggior parte delle persone che utilizzano questi strumenti è totalmente indifferente alla religione. Sono persone che non vedremo mai in Chiesa e che forse potrebbero sentir parlare di Dio solo in questi momenti.
In particolare sono le nuove generazioni che abitano i territori online ed è per questo che è importante valorizzare al meglio le opportunità di Internet. Si tratta di immettere nella rete contenuti di qualità e permettere alla Parola di raggiungere luoghi impensabili e allo Spirito di soffiare dove vuole.
Ma l'efficacia dell'evangelizzazione dipende essenzialmente dalla testimonianza. I santi ci insegnano anche l'importanza di saper leggere i segni del proprio tempo per saper sapientemente annunciare il Vangelo nella concretezza del reale. Raggiungere i cosiddetti lontani o i ragazzi negli spazi di loro competenza come Facebook esige poi la “testimonianza”. Questa a sua volta esige di essere trasmessa mediante un rapporto personale. Quindi è solo un primo momento al quale deve seguire immediatamente un secondo dove l’evangelizzazione deve avvenire tra persone reali, con tutto ciò che comporta. È soltanto in questo contesto di relazione personale che i mezzi moderni di comunicazione posso essere realmente utili per un'autentica evangelizzazione. Spesso l'incontro con l'altro avviene in una “piazza” virtuale, ma progressivamente deve in qualche modo svilupparsi prendendo quella concretezza che richiede alle persone di mettersi lealmente in gioco, come avviene in ogni rapporto umano vero.
Chi usa i diversi media come strumenti di evangelizzazione deve avere sempre chiaro che ogni persona che “incontrerà” è un mistero da rispettare e da amare. Deve imparare ad “ascoltare” l'altro. Ed è soltanto nella sete di silenzio e nelle domande del cuore che la Parola annunciata può trovare il terreno fertile in cui essere seme che si dischiude e lascia germinare la vita nuova in Cristo.
di Carlo Mafera
L’”Instrumentum laboris”, redatto dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi in vista dei lavori della prossima Assemblea Generale Ordinaria, dedica 4 paragrafi al tema dei media nel contesto della nuova evangelizzazione e contiene un titolo assai significativo: “Le nuove frontiere dello scenario comunicativo”. Emerge, quindi, la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una cultura che possiamo chiamare “digitale”: essa è originata dalle nuove tecnologie comunicative ed è una grande sfida per la comunità ecclesiale. Occorre quindi utilizzare al meglio le nuove tecnologie, anche per raggiungere i cosiddetti “lontani”.
I nuovi media rappresentano uno strumento indispensabile per la Chiesa e la sua azione evangelizzatrice: il web si configura infatti come un universo culturale in continua ed irrefrenabile espansione a disposizione dell'intera comunità cristiana per un'evangelizzazione più proficua, efficace ed al passo con i tempi. Il Vangelo è sempre lo stesso ma quello che cambia è il destinatario al quale va annunciato. E perciò occorre aprirsi alle nuove sfide, apprendere i nuovi linguaggi, tentare nuove forme di approccio. Viviamo dentro una sorta di “piazza virtuale” che ha sostituito o si è aggiunta alla piazza sociale. È una nuova cultura indotta dalla comunicazione sociale. Benedetto XVI ha definito i social media una nuova agorà. Egli ha anche incoraggiato i sacerdoti ad usare questo spazio con il cuore sacerdotale. E in particolare il Santo Padre parla di pastorale nel mondo digitale, che tenga conto “anche di quanti non credono, sono sfiduciati e hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche”.
La nuova cultura della comunicazione risponde e si adatta alle esigenze dell'Evangelizzazione in quanto è capillare ed è alla portata di tutti. Mettere i nuovi media al servizio della Parola è una sfida per tutti, dai sacerdoti agli educatori: bisogna capire il linguaggio dei giovani per poterli guidare tramite una nuova pedagogia che sappia tramandare nuovi usi e consuetudini di comunicazione che poi le nuove generazioni tramanderanno a loro volta. Quale migliore opportunità di quella di utilizzare i nuovi canali mediatici in modo che la Parola di Dio giunga dappertutto e possa essere ascoltata da un pubblico che non frequenta più la Chiesa? Poiché i media contribuiscono alla proposta di modelli di vita, forniscono il modo di interpretarla, offrono informazioni sui criteri e sulle prospettive, inculcano valori, essi possono essere utilizzati per presentare una interpretazione evangelica degli avvenimenti e per trasmettere i valori cristiani. C’è tanto un uso distorto, una strumentalizzazione di internet per proporre disvalori e modelli negativi e allora, quando esiste la possibilità di usarli in positivo, ben venga questo uso virtuoso fatto dalla Chiesa, che può riappropriarsi di spazi che, altrimenti, sarebbero lasciati al “Nemico”, cioè alla mentalità di questo mondo.
L’urgenza di evangelizzare è un comandamento per il cristiano. San Paolo diceva: “Guai a me se non evangelizzo!”. Credo debba essere la preoccupazione di ogni cristiano autentico. Non si può attendere che la gente arrivi ma bisogna andarla a cercare nei luoghi che frequenta, come per esempio Facebook Twitter. Chi naviga spesso è proprio quello più lontano dalla Chiesa e infatti la maggior parte delle persone che utilizzano questi strumenti è totalmente indifferente alla religione. Sono persone che non vedremo mai in Chiesa e che forse potrebbero sentir parlare di Dio solo in questi momenti.
In particolare sono le nuove generazioni che abitano i territori online ed è per questo che è importante valorizzare al meglio le opportunità di Internet. Si tratta di immettere nella rete contenuti di qualità e permettere alla Parola di raggiungere luoghi impensabili e allo Spirito di soffiare dove vuole.
Ma l'efficacia dell'evangelizzazione dipende essenzialmente dalla testimonianza. I santi ci insegnano anche l'importanza di saper leggere i segni del proprio tempo per saper sapientemente annunciare il Vangelo nella concretezza del reale. Raggiungere i cosiddetti lontani o i ragazzi negli spazi di loro competenza come Facebook esige poi la “testimonianza”. Questa a sua volta esige di essere trasmessa mediante un rapporto personale. Quindi è solo un primo momento al quale deve seguire immediatamente un secondo dove l’evangelizzazione deve avvenire tra persone reali, con tutto ciò che comporta. È soltanto in questo contesto di relazione personale che i mezzi moderni di comunicazione posso essere realmente utili per un'autentica evangelizzazione. Spesso l'incontro con l'altro avviene in una “piazza” virtuale, ma progressivamente deve in qualche modo svilupparsi prendendo quella concretezza che richiede alle persone di mettersi lealmente in gioco, come avviene in ogni rapporto umano vero.
Chi usa i diversi media come strumenti di evangelizzazione deve avere sempre chiaro che ogni persona che “incontrerà” è un mistero da rispettare e da amare. Deve imparare ad “ascoltare” l'altro. Ed è soltanto nella sete di silenzio e nelle domande del cuore che la Parola annunciata può trovare il terreno fertile in cui essere seme che si dischiude e lascia germinare la vita nuova in Cristo.
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