Nel suo ultimo libro edito dalle Paoline, Gianni Barbiero presenta Geremia, profeta della Bibbia, come una figura ancora attuale, capace di comunicare all'uomo di oggi il vero volto di Dio
Una delle prime cose che emergono leggendo “Le Confessioni di Geremia, storia di una vocazione profetica” di Gianni Barbiero è sicuramente il dramma che vive Geremia, profeta della Bibbia e autore del libro che porta il suo nome. Geremia si trova ad essere stato chiamato da Dio alla missione profetica sin dal grembo materno. Più precisamente, la sua missione consiste nel dover annunciare al popolo di Israele la distruzione della città di Gerusalemme. Pur volendo fuggire da questa sua missione, Geremia sente continuamente nel cuore la chiamata di Dio e non può far altro che vivere questa dicotomia tra il voler fuggire e il voler stare con Dio.
Il libro si articola tutto intorno a questo dramma vissuto dal profeta, che è poi il dramma di ogni uomo che cerca Dio. Con uno stile impeccabile, Barbiero commenta le cosiddette confessioni di Geremia, puntualizzando con molta attenzione ogni sfaccettatura dei brani commentati. L'autore non manca di attualizzare alcuni passaggi, alludendo alle situazioni della società contemporanea, e in particolare, con una certa velatura, critica alcuni drammi dell'uomo moderno, come il distacco dell'uomo da Dio e l'aborto. Afferma Barbiero: “Il profeta non dovrà porre la sua fiducia nei mezzi umani, né sull'appoggio degli uomini, ma unicamente su quello di Dio”. Continua l'autore: “Mettere la propria sicurezza in qualcuno o in qualcosa vuol dire fare di essa il proprio dio. Perciò confidare nell'uomo viene messo in parallelo con allontanarsi da JHWH, Dio”.Il profeta Geremia è icona dell'uomo che si scontra con Dio e che si ribella al suo Signore, ma che alla fine è costretto ad arrendersi, perché comprende che il vero Dio è ben altra cosa dall'idolo che si era costruito.
Una delle prime cose che emergono leggendo “Le Confessioni di Geremia, storia di una vocazione profetica” di Gianni Barbiero è sicuramente il dramma che vive Geremia, profeta della Bibbia e autore del libro che porta il suo nome. Geremia si trova ad essere stato chiamato da Dio alla missione profetica sin dal grembo materno. Più precisamente, la sua missione consiste nel dover annunciare al popolo di Israele la distruzione della città di Gerusalemme. Pur volendo fuggire da questa sua missione, Geremia sente continuamente nel cuore la chiamata di Dio e non può far altro che vivere questa dicotomia tra il voler fuggire e il voler stare con Dio.
Il libro si articola tutto intorno a questo dramma vissuto dal profeta, che è poi il dramma di ogni uomo che cerca Dio. Con uno stile impeccabile, Barbiero commenta le cosiddette confessioni di Geremia, puntualizzando con molta attenzione ogni sfaccettatura dei brani commentati. L'autore non manca di attualizzare alcuni passaggi, alludendo alle situazioni della società contemporanea, e in particolare, con una certa velatura, critica alcuni drammi dell'uomo moderno, come il distacco dell'uomo da Dio e l'aborto. Afferma Barbiero: “Il profeta non dovrà porre la sua fiducia nei mezzi umani, né sull'appoggio degli uomini, ma unicamente su quello di Dio”. Continua l'autore: “Mettere la propria sicurezza in qualcuno o in qualcosa vuol dire fare di essa il proprio dio. Perciò confidare nell'uomo viene messo in parallelo con allontanarsi da JHWH, Dio”.Il profeta Geremia è icona dell'uomo che si scontra con Dio e che si ribella al suo Signore, ma che alla fine è costretto ad arrendersi, perché comprende che il vero Dio è ben altra cosa dall'idolo che si era costruito.
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