lunedì, ottobre 29, 2012
I nostalgici commemorano i novant’anni della marcia su Roma

di Silvio Foini

Con i tempi che corrono purtroppo c’è da aspettarsi che certi rigurgiti riaffiorino nell’animo di persone che, bene o male, hanno vissuto il ventennio fascista e trasmettono assurdi ideali alle nuove generazioni. Lo sbandamento generale in cui versa la politica è terreno più che fertile a coltivarvi una nostalgia dei tempi andati: non vi è più alcuna certezza in nulla e, quel che è peggio, nel futuro. Gli italiani versano ormai in condizioni misere, i risparmi di generazioni si assottigliano, tasse impensabili e balzelli inventati lì per lì succhiano la linfa vitale di strati di popolazione un tempo chiamati classe media, quella piccola borghesia che fra poco non avrà che gli occhi per piangere.

I popoli vogliono certezze e non parole a fiumi che non riempiono nemmeno uno stagno. Quindi perché meravigliarsi delle nostalgie, che creano l’illusione che qualcosa si possa ancora fare pur di uscire dalla palude in cui ora difficilmente ci si regge in piedi? Alcuni dichiarano che alle prossime elezioni non esprimeranno il voto per nessuna parte politica (“tanto sono tutti uguali”): sono pericolose asserzioni, cui però, visti e considerati i recenti fatti di corruttela a non finire da una parte e dall’altra, occorre davvero uno sforzo per non dare ragione.

E’ di questi minuti la notizia sulle dichiarazioni di intenti di voto in Sicilia da cui traspare e si profila una sonante vittoria del Movimento 5 stelle di Grillo. Deriva populistica? Disperazione ed esasperazione? Fate un po’ voi, ma se si dovesse mostrare veritiera dovrebbe suonare non il classico campanello di allarme ma una campana delle dimensioni di quelle di San Pietro a Roma nelle orecchie dei nostri “politici”, che non sanno più che pesci pigliare. Benito Mussolini torna dal passato a far capolino e strizza l’occhio al paese: “Avrò fatto qualche danno ma le scuole, gli acquedotti e la sanità pubblica le ho messe in piedi io e sono ancora quelle…”. Intanto a Predappio sfilano camice nere con tutti i nefasti simboli del fascismo, fasci littori e aquile romane, e si inneggia ad una nuova marcia su Roma per fare piazza pulita del marciume imperante. Il fascismo era nato così, dal terreno fertile dell’insicurezza e dalla debolezza dei governi di allora.

Che vogliamo fare? Ci dobbiamo magari ricadere insultando la sacra memoria dei martiri che versarono il loro sangue per ridare a noi la libertà? La Resistenza i nostri padri partigiani la fecero con il mitra che sparava piombo; anche noi abbiamo a disposizione un mitra per difendere quella libertà pagata a sì caro prezzo, e ce lo ha posto in mano la Costituzione: è quel mitra che spara voti e può essere usato per spazzar via tutti i signori farabutti che hanno prostrato la nostra bella Italia. Altro che marcia su Roma!

Sono presenti 3 commenti

Anonimo ha detto...

avanti così e nascerà qualcuno che prenderà il potere. Il fascio é dietro l'angolo. Sveglia cialtroni di roma. fate ste riforme e governate senza rubà!

Anonimo ha detto...

Credo che uno che decida per tutti adesso ci vorrebbe. Messe a posto le cose, via dal potere. Non come Monti che rende conto a tutti i partiti.

Anonimo ha detto...

Come l'antico Dictator degli antichi romani? Buone idea ma nn credo lo faranno mai.

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