mercoledì, ottobre 24, 2012
Volge al termine il contest che attraverso la musica e le parole diffonde la cultura della legalità

di Paola Bisconti

Eugenio Finardi, Paolo Belli, Simone Cristicchi, Teresa De Sio, Yo Yo Mundi e i Sud Sound System sono solo alcuni dei 50 cantanti che hanno partecipato al contest ”Musica contro le mafie”, il concorso nazionale promosso da MKRecords, giovane casa discografica cosentina, insieme al MEI (Meeting Etichette Indipendenti) e Rubbettino, lo storico e prestigioso editore calabrese. La rassegna musicale giunta alla terza edizione ha raccolto come sempre ampi consensi e un notevole successo. Gli ideatori Gennaro De Rosa, Giordano Sangiorgi e Marco Ambrosi hanno invitato gli artisti a comporre canzoni a sostegno della cultura della legalità: consapevoli del potere che ha la musica intesa come arma non violenta, e per questo utile nella lotta contro la mafia, hanno lanciato un progetto entusiasmante che ha avuto ottimi risultati.

Venerdì 26 ottobre si svolgerà a Cosenza la semifinale del contest, che, dopo varie serate in giro per l’Italia, concluderà il suo tour a Bari, in collaborazione con un progetto contro la dispersione scolastica. Inoltre nel prossimo mese sarà pubblicato il libro-cd che raccoglierà gran parte delle canzoni che hanno gareggiato al concorso anche delle precedenti edizioni. L’introduzione del testo è curata dall’associazione Libera alla quale saranno destinati i proventi della vendita del prodotto editoriale, che coinvolge giovani musicisti spronati a dare il loro contributo non solo attraverso le canzoni ma anche con una riflessione personale sulla criminalità organizzata.

L’utilizzo di parole semplici e di espressioni immediate facilita la comunicazione del messaggio in particolare ai giovani, che magari prediligono il reggae o la musica pop, generi già impiegati da alcune band che hanno saputo affrontare efficacemente un tema delicato e importante. Anche altri personaggi come Gerardina Trovato e Fabrizio Moro lo hanno fatto, presentando in passato brani dal noto palco di Sanremo, e se si fa un salto indietro nel tempo, l’eroe Peppino Impastato scelse proprio un’emittente radiofonica per lanciare i suoi messaggi contro la mafia. Infine anche oggi esistono delle felici realtà che scelgono la musica come strumento di educazione alla legalità (vedi l’articolo-intervista ad Amalia De Simone, direttrice di Radio Siani).

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