Il Gip di Bergamo ha disposto una nuova traduzione della frase pronunciata dall’unico indagato
Nuove indagini sono state disposte dal Gip di Bergamo Ezia Maccora per Mohammed Fikri, l’unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazza di 13 anni trovata morta nel febbraio 2011, tre mesi dopo la sua scomparsa, in un campo presso il suo paese, Brembate di Sopra. Il Gip, assecondando la volontà dei familiari di Yara, ha deciso di continuare le indagini su Fikri, nonostante la richiesta di archiviazione presentata dalla procura. L’indagato, un muratore marocchino, era stato incarcerato ad una sola settimana dalla scomparsa della ragazza dopo che i sospetti si erano riversati su di lui in seguito alla scoperta che le ferite presenti sul corpo della ragazza erano state fatte da una taglierina per muratori. L’operaio di 23 anni era stato subito dopo scarcerato grazie alle dichiarazioni del suo datore di lavoro, che aveva confermato che Fikri si trovava al lavoro nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2011. I sospetti, però, erano ritornati su Fikri dopo che alcune intercettazioni telefoniche, risultate poi ambigue, sembravano dimostrare il suo legame con l’omicidio: Fikri infatti aveva lavorato come piastrellista a cento metri dal campo in cui Yara fu ritrovata. Il gip ha concesso altri sei mesi per poter disporre i dovuti accertamenti. In primo luogo si dovrà verificare se la frase pronunciata da Fikri in una conversazione telefonica tra lo stesso e un creditore sia effettivamente "Allah, perdonami non l'ho uccisa io". Erano infatti sorti dubbi sulla corretta traduzione della frase, che in seguito ad una rilettura è sembrata essere “Mio Dio, mio Dio, fa che risponda”. Il gip ha precisato che la nuova traduzione debba essere affidata a persone competenti e connazionali dell’indagato. Fikri continua a dirsi innocente, ma ci vorranno ancora sei mesi per appurare la verità. Il Gip ha inoltre disposto che nel fascicolo riguardante l’omicidio di Yara venga inserita interamente la relazione dei Ris che spiega con quale procedimento è stato estratto il Dna prelevato sul corpo di Yara, Dna che apparterrebbe all’assassino, attualmente denominato semplicemente “Ignoto 1”, e la cui comparazione con quello di Fikri ha dato però esito negativo.
di Chiara Bartoli
Nuove indagini sono state disposte dal Gip di Bergamo Ezia Maccora per Mohammed Fikri, l’unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazza di 13 anni trovata morta nel febbraio 2011, tre mesi dopo la sua scomparsa, in un campo presso il suo paese, Brembate di Sopra. Il Gip, assecondando la volontà dei familiari di Yara, ha deciso di continuare le indagini su Fikri, nonostante la richiesta di archiviazione presentata dalla procura. L’indagato, un muratore marocchino, era stato incarcerato ad una sola settimana dalla scomparsa della ragazza dopo che i sospetti si erano riversati su di lui in seguito alla scoperta che le ferite presenti sul corpo della ragazza erano state fatte da una taglierina per muratori. L’operaio di 23 anni era stato subito dopo scarcerato grazie alle dichiarazioni del suo datore di lavoro, che aveva confermato che Fikri si trovava al lavoro nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2011. I sospetti, però, erano ritornati su Fikri dopo che alcune intercettazioni telefoniche, risultate poi ambigue, sembravano dimostrare il suo legame con l’omicidio: Fikri infatti aveva lavorato come piastrellista a cento metri dal campo in cui Yara fu ritrovata. Il gip ha concesso altri sei mesi per poter disporre i dovuti accertamenti. In primo luogo si dovrà verificare se la frase pronunciata da Fikri in una conversazione telefonica tra lo stesso e un creditore sia effettivamente "Allah, perdonami non l'ho uccisa io". Erano infatti sorti dubbi sulla corretta traduzione della frase, che in seguito ad una rilettura è sembrata essere “Mio Dio, mio Dio, fa che risponda”. Il gip ha precisato che la nuova traduzione debba essere affidata a persone competenti e connazionali dell’indagato. Fikri continua a dirsi innocente, ma ci vorranno ancora sei mesi per appurare la verità. Il Gip ha inoltre disposto che nel fascicolo riguardante l’omicidio di Yara venga inserita interamente la relazione dei Ris che spiega con quale procedimento è stato estratto il Dna prelevato sul corpo di Yara, Dna che apparterrebbe all’assassino, attualmente denominato semplicemente “Ignoto 1”, e la cui comparazione con quello di Fikri ha dato però esito negativo.
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Sono presenti 2 commenti
Se Fikri ha pronunciato quella frase
"allah mi perdoni m non lo uccisa io"
"l'hanno uccisa davanti al cancello"
qindi significa che lui sapeva già che Yara era
stata uccisa mentre tutti la cercavano viva.
E,se sapeva,conosce chi la pure uccisa e non parla perchè?
a questo punto lui ne è coinvoto anche se indirettamete e conosce bene chi è la mano assassina e non vuole parlare.
Io penso che quella traccia trovata sulcorpo di Yara,sia stata versata appoitivamente per sviare
le indagini altrove.
Andando avanti così, il plastico di Bruno vespa finirà sull'altare delle chiese, e tutti l'adoreranno. Amen
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