martedì, ottobre 30, 2012
Numerose adesioni alla petizione di Legambiente contro il Ddl "salvafurbi" presentato al Senato  

GreenReport - «Stop agli abbattimenti e via libera a tutte le costruzioni abusive anche in aree vincolate, in zone pregiate, in aree a rischio idrogeologico», è questo secondo Legambiente il succo del disegno di legge, presentato come firmatario da Francesco Nitto Palma, in discussione in Senato dal 31 ottobre e che «potrebbe sanare anche edifici per i quali cui era stata bocciata la richiesta di condono ai sensi della Legge, e tutto ciò che è stato costruito sulle coste, in aree archeologiche, nei boschi, lungo i fiumi e i laghi».

Per bloccare per l'ennesima volta questo ennesimo tentativo del Pdl di reintrodurre il condono edilizio, Legambiente ha lanciato un appello che è possibile firmare sul sito dell'associazione e seguire tramite twitter (#nocondonoedilizio) e sottolinea che «il disegno di Legge che andrebbe a tutto vantaggio dei più furbi e a totale danno di chi rispetta le leggi: i cittadini che chiedono le concessioni edilizie, le imprese di costruzioni che lavorano onestamente, i sindaci impegnati a tutelare il territorio che amministrano, le forze dell'ordine e i magistrati che si battono per affermare il rispetto delle norme».

All'appello hanno già aderito il presidente di Libera Luigi Ciotti, lo scrittore Roberto Saviano, il magistrato della Procura generale di Napoli Donato Ceglie, il presidente del Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori Leopoldo Freyrie, il presidente Consiglio nazionale geologi Gianvito Graziano, il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, il sindaco di Pollica Stefano Pisani, il giurista Stefano Rodotà, il presidente Istituto nazionale di urbanistica Federico Oliva, il presidente di Avviso Pubblico Andrea Campinoti, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, lo scrittore Carlo Lucarelli e l'assessore all'ambiente della Regione Puglia Angela Barbanente.

Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, è convinto che «questo disegno di legge può fare quello che fino ad oggi nessuno aveva avuto il coraggio di proporre: sanare tutto il cemento illegale anche nei luoghi più belli e delicati d'Italia cancellando anche le sentenze di demolizione già passate in giudicato e inaugurando una nuova colata di cemento, favorita dalla riapertura dei termini del condono».

Ecco il testo dell'appello:

Rischiamo una nuova colata di cemento illegale. Il Senato discuterà, mercoledì 31, un disegno di legge per una nuova sanatoria edilizia. Firma per fermare lo scempio.

Una nuova colata di cemento illegale rischia di abbattersi sull'Italia. Il Senato sta per discutere un disegno di legge, primo firmatario il senatore Francesco Nitto Palma, per un nuovo e generalizzato condono edilizio: il quarto nella storia del nostro Paese e forse il peggiore, visto che addirittura si propone di cancellare le sentenze di demolizione già passate in giudicato. Non sono bastati gli scempi consumati finora, gli ecomostri che devastano il territorio, le vittime del dissesto idrogeologico alimentato dall'abusivismo edilizio, gli affari sporchi consumati dalle ecomafie. Non bastano le oltre 258mila abitazioni illegali costruite dal 2003 a oggi, per un fatturato in nero di 1,8 miliardi di euro.

Ancora una volta si vogliono premiare i furbi, scaricando i costi, economici, sociali e ambientali, su chi rispetta le leggi: i cittadini che chiedono le concessioni edilizie, le imprese di costruzioni che lavorano onestamente, i sindaci impegnati a tutelare il territorio che amministrano, le forze dell'ordine e i magistrati che si battono per affermare il rispetto delle norme.

Il nostro Paese ha bisogno di interventi di messa in sicurezza del territorio, di risanamento ambientale, di riqualificazione del patrimonio edilizio. L'esatto contrario della politica dei condoni, che ogni volta produce nuovo abusivismo, moltiplica i cantieri illegali, saccheggia ed espone a nuovi rischi i territori, blocca i tentativi coraggiosi di procedere agli abbattimenti, che se pure con difficoltà in qualche parte d'Italia si cominciano a fare.

Ora basta. Chiediamo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento e al governo di impedire questo ennesimo scempio dell'ambiente e della legalità.

Per sottoscrivere l'appello vai sul sito di Legambiente 


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