La sospensione delle operazioni militari sul territorio della Repubblica a partire da domani mattina e per quattro giorni, fino a lunedì.
Misna - In un comunicato diffuso alla televisione di Stato, il Comando delle Forze armate siriane ha dato la sua adesione al cessate-il-fuoco proposto dell’inviato Onu Lakhdar Brahimi, per un periodo che corrisponde con l’Eid al Adha, la festa del sacrificio nella religione musulmana. Ma l’esercito ha precisato che “si riserva il diritto di rispondere ad attacchi e bombe da parte dei gruppi terroristici che cercheranno di rafforzare le proprie posizioni” cosi come “ai paesi vicini nel caso in cui dovessero facilitare il passaggio di combattenti attraverso i propri confini”.
Un annuncio dello stesso tono è arrivato anche dall’Esercito siriano libero (Asl). Dalla vicina Turchia il generale Mustafa al-Cheikh, capo del comando militare dell’opposizione, ha dichiarato che “rispetteremo il cessate-il-fuoco soltanto se l’esercito siriano farà altrettanto, ma se dovesse sparare un solo colpo d’arma da fuoco risponderemo con cento colpi”. Il generale dell’Asl ha precisato di “parlare a nome di un gran numero di combattenti, ma esistono altre fazioni che rispondono ad altri comandi”. Ieri il Fronte al Nusra, sospettato di legami con il terrorismo internazionale, ha già respinto la proposta di Brahimi.
Sull’eventuale tregua si è espresso con la massima cautela anche il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Martin Nesirky: “Il mondo sta aspettando per vedere quello che succederà a partire da domani mattina, quando sulla carta dovrebbe entrare in vigore. Speriamo di cuore che regga ma l’Onu non ha certezze vista la diffidenza tra le due parti” ha dichiarato a nome di Ban Ki-moon.
Nelle ultime ore combattimenti sono stati riportati in più quartieri di Damasco, a Tadamoun e Qadam, a sud della capitale, e ad Aleppo nel quartiere settentrionale di Achrafiye.
Misna - In un comunicato diffuso alla televisione di Stato, il Comando delle Forze armate siriane ha dato la sua adesione al cessate-il-fuoco proposto dell’inviato Onu Lakhdar Brahimi, per un periodo che corrisponde con l’Eid al Adha, la festa del sacrificio nella religione musulmana. Ma l’esercito ha precisato che “si riserva il diritto di rispondere ad attacchi e bombe da parte dei gruppi terroristici che cercheranno di rafforzare le proprie posizioni” cosi come “ai paesi vicini nel caso in cui dovessero facilitare il passaggio di combattenti attraverso i propri confini”.
Un annuncio dello stesso tono è arrivato anche dall’Esercito siriano libero (Asl). Dalla vicina Turchia il generale Mustafa al-Cheikh, capo del comando militare dell’opposizione, ha dichiarato che “rispetteremo il cessate-il-fuoco soltanto se l’esercito siriano farà altrettanto, ma se dovesse sparare un solo colpo d’arma da fuoco risponderemo con cento colpi”. Il generale dell’Asl ha precisato di “parlare a nome di un gran numero di combattenti, ma esistono altre fazioni che rispondono ad altri comandi”. Ieri il Fronte al Nusra, sospettato di legami con il terrorismo internazionale, ha già respinto la proposta di Brahimi.
Sull’eventuale tregua si è espresso con la massima cautela anche il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Martin Nesirky: “Il mondo sta aspettando per vedere quello che succederà a partire da domani mattina, quando sulla carta dovrebbe entrare in vigore. Speriamo di cuore che regga ma l’Onu non ha certezze vista la diffidenza tra le due parti” ha dichiarato a nome di Ban Ki-moon.
Nelle ultime ore combattimenti sono stati riportati in più quartieri di Damasco, a Tadamoun e Qadam, a sud della capitale, e ad Aleppo nel quartiere settentrionale di Achrafiye.
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È presente 1 commento
La tregua che non comporti la sospensione delle sanzioni unilaterali della Nato contro la Siria non può che essere effimera
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