Nei pazienti che hanno subito un trapianto uno degli aspetti più critici è il corretto dosaggio degli immunosoppressori, farmaci deputati a evitare le crisi di rigetto dell'organo trapiantato mediante l'inibizione della risposta del sistema immunitario.
Almanacco della Scienza - CNR - Se da un lato l'abbassamento delle difese è necessario perché l'organismo umano accetti un organo esterno, un'eccessiva somministrazione di tali sostanze può avere pesanti effetti collaterali, dal momento che la 'finestra di dosaggio' è variabile nei diversi soggetti. Il progetto 'Nanodem' risponde alla crescente richiesta, da parte della comunità medica di avere dispositivi di misura in grado di monitorare il più rapidamente possibile e con elevata frequenza la concentrazione degli immunosoppressori e dei relativi metaboliti nel sangue dei pazienti trapiantati al fine di definire il corretto dosaggio. L'importanza del progetto è testimoniata dall'ampio numero di enti coinvolti: due strutture del Cnr quali l'Istituto di fisica applicata 'Nello Carrara' (Ifac) di Firenze in qualità di coordinatore e l'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea), numerose istituzioni straniere come le università tedesche di Tübingen, Monaco e Stoccarda, l'Università Complutense di Madrid e Microsystems and Nanotechnologies INESC di Lisbona e industrie tecnologiche tra le quali l'italiana Datamed.
"Mentre il protocollo oggi in uso si basa su prelievi a intervalli di tempo definiti, generalmente ogni ora, e sulla determinazione della concentrazione degli immunosoppressori inviando il campione prelevato a laboratori centrali, il dispositivo che intendiamo realizzare sarà in grado di misurare automaticamente, ogni 10-15 minuti, la concentrazione di questi farmaci", spiega il coordinatore del progetto Francesco Baldini dell'Ifac-Cnr. "La possibilità di effettuare una rilevazione più frequente, utilizzando una strumentazione vicino al letto del paziente rappresenta un notevole passo in avanti e ci auguriamo che possa fornire un aiuto importante per l'individuazione della corretta terapia". L'apparecchiatura prevede l'utilizzo di un catetere intravascolare da microdialisi in grado di estrarre continuamente dal sangue del trapiantato un campione sul quale vengono misurati on-line gli immunosoppressori di interesse (ciclosporina, tacrolimus, sirolimus, everolimus, acido micofenolico). Cuore del congegno, inoltre, sarà un avanzato biochip miniaturizzato che, sfruttando i più recenti sviluppi in ambito nanotecnologico, convertirà le variazione di concentrazione delle sostanze da analizzare in precisi segnali ottici rivelabili, che permetteranno di effettuare una determinazione multipla dei diversi immunosoppressori.
'Nanodem' ha una durata di quattro anni e un costo complessivo stimato in oltre cinque milioni di euro; l'avvio è previsto in ottobre. "Nei primi tre anni la ricerca sarà volta alla progettazione, realizzazione e caratterizzazione del dispositivo, mentre l'ultimo anno del progetto sarà dedicato alla sua validazione in ospedale su pazienti che hanno subito un trapianto di fegato o di reni", conclude Baldini.
Fonte: Francesco Baldini , Istituto di fisica applicata "Nello Carrara", Sesto Fiorentino, tel. 055/5226323, email f.baldini@ifac.cnr.it
Almanacco della Scienza - CNR - Se da un lato l'abbassamento delle difese è necessario perché l'organismo umano accetti un organo esterno, un'eccessiva somministrazione di tali sostanze può avere pesanti effetti collaterali, dal momento che la 'finestra di dosaggio' è variabile nei diversi soggetti. Il progetto 'Nanodem' risponde alla crescente richiesta, da parte della comunità medica di avere dispositivi di misura in grado di monitorare il più rapidamente possibile e con elevata frequenza la concentrazione degli immunosoppressori e dei relativi metaboliti nel sangue dei pazienti trapiantati al fine di definire il corretto dosaggio. L'importanza del progetto è testimoniata dall'ampio numero di enti coinvolti: due strutture del Cnr quali l'Istituto di fisica applicata 'Nello Carrara' (Ifac) di Firenze in qualità di coordinatore e l'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea), numerose istituzioni straniere come le università tedesche di Tübingen, Monaco e Stoccarda, l'Università Complutense di Madrid e Microsystems and Nanotechnologies INESC di Lisbona e industrie tecnologiche tra le quali l'italiana Datamed.
"Mentre il protocollo oggi in uso si basa su prelievi a intervalli di tempo definiti, generalmente ogni ora, e sulla determinazione della concentrazione degli immunosoppressori inviando il campione prelevato a laboratori centrali, il dispositivo che intendiamo realizzare sarà in grado di misurare automaticamente, ogni 10-15 minuti, la concentrazione di questi farmaci", spiega il coordinatore del progetto Francesco Baldini dell'Ifac-Cnr. "La possibilità di effettuare una rilevazione più frequente, utilizzando una strumentazione vicino al letto del paziente rappresenta un notevole passo in avanti e ci auguriamo che possa fornire un aiuto importante per l'individuazione della corretta terapia". L'apparecchiatura prevede l'utilizzo di un catetere intravascolare da microdialisi in grado di estrarre continuamente dal sangue del trapiantato un campione sul quale vengono misurati on-line gli immunosoppressori di interesse (ciclosporina, tacrolimus, sirolimus, everolimus, acido micofenolico). Cuore del congegno, inoltre, sarà un avanzato biochip miniaturizzato che, sfruttando i più recenti sviluppi in ambito nanotecnologico, convertirà le variazione di concentrazione delle sostanze da analizzare in precisi segnali ottici rivelabili, che permetteranno di effettuare una determinazione multipla dei diversi immunosoppressori.
'Nanodem' ha una durata di quattro anni e un costo complessivo stimato in oltre cinque milioni di euro; l'avvio è previsto in ottobre. "Nei primi tre anni la ricerca sarà volta alla progettazione, realizzazione e caratterizzazione del dispositivo, mentre l'ultimo anno del progetto sarà dedicato alla sua validazione in ospedale su pazienti che hanno subito un trapianto di fegato o di reni", conclude Baldini.
Fonte: Francesco Baldini , Istituto di fisica applicata "Nello Carrara", Sesto Fiorentino, tel. 055/5226323, email f.baldini@ifac.cnr.it
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