Drammatico episodio negli Stati Uniti, in Lousiana, dove tre militanti del famigerato gruppo razzista del ‘Ku Klux Klan’ hanno dato fuoco ad una ragazza nera di 20 anni, Sharmeka Moffit, ora in gravissime condizioni.
Radio Vaticana - Su questa nuova, tragica pagina che ricalca orrori del passato, Amedeo Lomonaco ha intervistato Tiziano Bonazzi, docente di Storia americana presso l'Università di Bologna: ascolta
R. – E’ un fatto naturalmente tristissimo e che ci fa vedere uno sviluppo che si è venuto creando negli Stati Uniti negli ultimi decenni. C’è una spaccatura profonda fra le coste del Paese, sia sull’Atlantico sia sul Pacifico, internazionalizzate ed estremamente moderne e gran parte delle zone interne che, invece, mostrano una realtà regressiva. Non dico questo perché l’interno del Paese vota repubblicano e non democratico. E’ che l’interno del Paese se vota repubblicano, vota per un partito repubblicano più retrogrado che guarda più al passato invece che - come ha fatto il partito repubblicano tante volte - guardare al presente, sia pure in modo conservatore. Questa, indubbiamente, è la cosa che preoccupa di più ed è veramente un problema culturale profondo di una parte dell’America che sembra sfuggire a se stessa e al tempo in cui vive, il XXI secolo.
D. – E serve che l’altra parte dell’America tenga alta l’allerta perché certe visioni del passato che sembrano ormai superate, in realtà in forma latente, strisciante, continuano ad essere vive…
R. – Questo capita in tutti i Paesi. Forme regressive, forme terrificanti esistono da tutte le parti e negli Stati Uniti assumono questa forma legata, in buona parte, al razzismo mai sopito. Bisogna che gli Stati Uniti più avanzati, e con questo intendo sia i democratici sia i repubblicani, stiano molto all’erta.
Radio Vaticana - Su questa nuova, tragica pagina che ricalca orrori del passato, Amedeo Lomonaco ha intervistato Tiziano Bonazzi, docente di Storia americana presso l'Università di Bologna: ascolta
R. – E’ un fatto naturalmente tristissimo e che ci fa vedere uno sviluppo che si è venuto creando negli Stati Uniti negli ultimi decenni. C’è una spaccatura profonda fra le coste del Paese, sia sull’Atlantico sia sul Pacifico, internazionalizzate ed estremamente moderne e gran parte delle zone interne che, invece, mostrano una realtà regressiva. Non dico questo perché l’interno del Paese vota repubblicano e non democratico. E’ che l’interno del Paese se vota repubblicano, vota per un partito repubblicano più retrogrado che guarda più al passato invece che - come ha fatto il partito repubblicano tante volte - guardare al presente, sia pure in modo conservatore. Questa, indubbiamente, è la cosa che preoccupa di più ed è veramente un problema culturale profondo di una parte dell’America che sembra sfuggire a se stessa e al tempo in cui vive, il XXI secolo.
D. – E serve che l’altra parte dell’America tenga alta l’allerta perché certe visioni del passato che sembrano ormai superate, in realtà in forma latente, strisciante, continuano ad essere vive…
R. – Questo capita in tutti i Paesi. Forme regressive, forme terrificanti esistono da tutte le parti e negli Stati Uniti assumono questa forma legata, in buona parte, al razzismo mai sopito. Bisogna che gli Stati Uniti più avanzati, e con questo intendo sia i democratici sia i repubblicani, stiano molto all’erta.
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