L'appuntamento chiude l'edizione 2012 della rassegna culturale "Una porta verso l'infinito. L'Uomo e l'Assoluto nell'arte"
di Carlo Mafera
“Cinema e Bellezza” è il titolo della serata di riflessione e approfondimento organizzata dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato a conclusione del Festival internazionale del film di Roma per domenica 18 alle 18.30 a Santa Maria in Montesanto, nota anche come la Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo. L’appuntamento, che chiude l’edizione 2012 della rassegna culturale “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, è promosso in collaborazione con il Cortile dei Gentili, il Centro sperimentale di cinematografia e Rai 150 per il programma Dixit Religio, in onda su Rai Storia. Il dialogo tra cinema e fede è sempre stato una componente della storia della cultura occidentale degli ultimi cento anni, così come all’interno di altre esperienze religiose. Esiste una stessa “visibilità” tra fede e cinema, perché entrambe adottano un linguaggio universale che non rappresenta ciò che appare superficialmente ma l’armonia ineffabile della realtà, quella che si vede con gli occhi del cuore. È anche il compito della religione: raggiungere questo “oltre” e questo “altro”.
Protagonisti dell’incontro saranno i registi Lina Wertmüller e Giuliano Montaldo, la produttrice Matilde Bernabei e l’attore Giorgio Pasotti. Virtualmente presente con un contributo video anche Franco Zeffirelli. A moderare gli interventi dei partecipanti e il successivo dibattito sarà Vittorio V. Alberti, docente di Filosofia presso la pontificia Università Lateranense. La discussione si articolerà in tre in tre sezioni tematiche e prenderà spunto dalla proiezione di scene tratte da film di Ingmar Bergman (Il settimo sigillo) ed Ermanno Olmi (Centochiodi) per la disamina su “Libertà, religione e nichilismo”; di Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo) e Franco Zeffirelli (Gesù di Nazareth) per la sezione “Cristo, l’uomo e Dio. Quale estetica”; di Luigi Magni (State buoni se potete e In nome del Papa Re), per il dialogo su “Roma, tra Spirito e secolo”.
“Il dibattito Cinema e Bellezza – spiega il prof. Vittorio V. Alberti - da intendersi come un vero e proprio dialogo, riunisce importanti protagonisti di questa arte per sollecitare tutti a una riflessione al riguardo, che, ponendo l’idea di cinema in un orizzonte universale, aiuti tutti a concepire il senso di una cultura umanistica della quale oggi si sente urgente bisogno”. Sul concetto di “Bellezza” è interessante ricordare quanto ha detto il Santo Padre durante la catechesi nell’udienza di mercoledì 31 agosto 2011: «Perché non raccogliere le tante testimonianze di quella “via della bellezza - via pulchritudinis” che ci possono sostenere nel cammino della vita, ridando all’uomo di oggi, in particolare ai giovani, il senso affascinante del compito della vita, della dignità del vivere, che tanto ci caratterizza?». E così continuava Benedetto XVI «Oggi vorrei soffermarmi brevemente su uno di questi canali che possono condurci a Dio ed essere anche di aiuto nell’incontro con Lui: è la via delle espressioni artistiche, parte di quella “via pulchritudinis” di cui ho parlato più volte e che l’uomo d’oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo. Forse vi è capitato qualche volta davanti ad una scultura, ad un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale, di provare un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, un pezzo di marmo o di bronzo, una tela dipinta, un insieme di lettere o un cumulo di suoni, ma qualcosa di più grande, qualcosa che “parla”, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animo. Un’opera d’arte è frutto della capacità creativa dell’essere umano, che si interroga davanti alla realtà visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni. L’arte è capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo di andare oltre ciò che si vede, manifesta la sete e la ricerca dell’infinito. Anzi, è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto».
Sul tema della “Bellezza” anche il grande scrittore russo, Dostoevskij scrisse per l’appunto che “la bellezza salverà il mondo”. Da sempre i grandi filosofi e scrittori, ma anche la gente comune, si pongono domande sul significato dell’amore, della giustizia e della bellezza. Quest’ultimo tema sembra essere quello più ricorrente negli ultimi decenni: forse perché sarà proprio la bellezza a salvare il mondo? Lo sapremo presto. Intanto il cinema è una delle arti che più esprimono tale concetto.
Il cinema non è certo un’arte minore rispetto a musica, pittura o scultura, per cui Alberti ha sottolineato che durante la conferenza che si terrà a conclusione del Festival internazionale del film di Roma nella chiesa degli artisti si discuteranno molte questioni inerenti il rapporto tra la “settima arte” e la fede: “Così, i temi che via via saranno sviluppati riguarderanno il rapporto tra le fedi e le ragioni, la raffigurazione estetica dell’Incarnazione, il senso della verità o delle verità veicolate attraverso il cinema e, in ultimo, la storia: il concetto difficile, culturale, di mentalità e dialettica politica, della laicità, della relazione tra lo Stato e la Chiesa e la dialettica interna alle due istituzioni nel secolo”.
di Carlo Mafera
“Cinema e Bellezza” è il titolo della serata di riflessione e approfondimento organizzata dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato a conclusione del Festival internazionale del film di Roma per domenica 18 alle 18.30 a Santa Maria in Montesanto, nota anche come la Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo. L’appuntamento, che chiude l’edizione 2012 della rassegna culturale “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, è promosso in collaborazione con il Cortile dei Gentili, il Centro sperimentale di cinematografia e Rai 150 per il programma Dixit Religio, in onda su Rai Storia. Il dialogo tra cinema e fede è sempre stato una componente della storia della cultura occidentale degli ultimi cento anni, così come all’interno di altre esperienze religiose. Esiste una stessa “visibilità” tra fede e cinema, perché entrambe adottano un linguaggio universale che non rappresenta ciò che appare superficialmente ma l’armonia ineffabile della realtà, quella che si vede con gli occhi del cuore. È anche il compito della religione: raggiungere questo “oltre” e questo “altro”.
Protagonisti dell’incontro saranno i registi Lina Wertmüller e Giuliano Montaldo, la produttrice Matilde Bernabei e l’attore Giorgio Pasotti. Virtualmente presente con un contributo video anche Franco Zeffirelli. A moderare gli interventi dei partecipanti e il successivo dibattito sarà Vittorio V. Alberti, docente di Filosofia presso la pontificia Università Lateranense. La discussione si articolerà in tre in tre sezioni tematiche e prenderà spunto dalla proiezione di scene tratte da film di Ingmar Bergman (Il settimo sigillo) ed Ermanno Olmi (Centochiodi) per la disamina su “Libertà, religione e nichilismo”; di Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo) e Franco Zeffirelli (Gesù di Nazareth) per la sezione “Cristo, l’uomo e Dio. Quale estetica”; di Luigi Magni (State buoni se potete e In nome del Papa Re), per il dialogo su “Roma, tra Spirito e secolo”.
“Il dibattito Cinema e Bellezza – spiega il prof. Vittorio V. Alberti - da intendersi come un vero e proprio dialogo, riunisce importanti protagonisti di questa arte per sollecitare tutti a una riflessione al riguardo, che, ponendo l’idea di cinema in un orizzonte universale, aiuti tutti a concepire il senso di una cultura umanistica della quale oggi si sente urgente bisogno”. Sul concetto di “Bellezza” è interessante ricordare quanto ha detto il Santo Padre durante la catechesi nell’udienza di mercoledì 31 agosto 2011: «Perché non raccogliere le tante testimonianze di quella “via della bellezza - via pulchritudinis” che ci possono sostenere nel cammino della vita, ridando all’uomo di oggi, in particolare ai giovani, il senso affascinante del compito della vita, della dignità del vivere, che tanto ci caratterizza?». E così continuava Benedetto XVI «Oggi vorrei soffermarmi brevemente su uno di questi canali che possono condurci a Dio ed essere anche di aiuto nell’incontro con Lui: è la via delle espressioni artistiche, parte di quella “via pulchritudinis” di cui ho parlato più volte e che l’uomo d’oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo. Forse vi è capitato qualche volta davanti ad una scultura, ad un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale, di provare un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, un pezzo di marmo o di bronzo, una tela dipinta, un insieme di lettere o un cumulo di suoni, ma qualcosa di più grande, qualcosa che “parla”, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animo. Un’opera d’arte è frutto della capacità creativa dell’essere umano, che si interroga davanti alla realtà visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni. L’arte è capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo di andare oltre ciò che si vede, manifesta la sete e la ricerca dell’infinito. Anzi, è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto».
Sul tema della “Bellezza” anche il grande scrittore russo, Dostoevskij scrisse per l’appunto che “la bellezza salverà il mondo”. Da sempre i grandi filosofi e scrittori, ma anche la gente comune, si pongono domande sul significato dell’amore, della giustizia e della bellezza. Quest’ultimo tema sembra essere quello più ricorrente negli ultimi decenni: forse perché sarà proprio la bellezza a salvare il mondo? Lo sapremo presto. Intanto il cinema è una delle arti che più esprimono tale concetto.
Il cinema non è certo un’arte minore rispetto a musica, pittura o scultura, per cui Alberti ha sottolineato che durante la conferenza che si terrà a conclusione del Festival internazionale del film di Roma nella chiesa degli artisti si discuteranno molte questioni inerenti il rapporto tra la “settima arte” e la fede: “Così, i temi che via via saranno sviluppati riguarderanno il rapporto tra le fedi e le ragioni, la raffigurazione estetica dell’Incarnazione, il senso della verità o delle verità veicolate attraverso il cinema e, in ultimo, la storia: il concetto difficile, culturale, di mentalità e dialettica politica, della laicità, della relazione tra lo Stato e la Chiesa e la dialettica interna alle due istituzioni nel secolo”.
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