“Io voglio restare. Le risposte di una generazione che non si arrende” è lo slogan di una campagna promossa da un gruppo di giovani precari che si incontrerà il 10 novembre a Firenze
di Paola Bisconti
E’ l’appello da parte di tutti quei giovani che sono stanchi di sentirsi chiamare sfigati, bamboccioni e schizzinosi, che non intendono più lavorare in nero o accettare un contratto che maschera lo sfruttamento, che non ammettono di perdere un concorso o una borsa di studio a causa di clientelismi e favoritismi, che non vogliono pagare il pizzo alla criminalità organizzata dopo essere riusciti ad aprire una propria attività, che non vogliono subire un licenziamento senza motivo, che vogliono tutele nei periodi di disoccupazione, che ricevono un misero stipendio che consente a mala pena di pagare l’affitto o coprire la rata del mutuo, che per avere un’istruzione di qualità devono pagare rette insormontabili.
Se fino ad ora nessuno si era mobilitato era perché la gran parte dei giovani sono “scappati” all’estero. È la generazione dei cervelli in fuga che un po’ a malincuore ha lasciato il BelPaese per trovare quello che in Italia non c’è: la dignità. Un Paese dove 1 ragazzo su 3 è disoccupato rappresenta una società che non rispetta i diritti dei cittadini, una classe dirigente incapace di fronteggiare il problema, un’imprenditoria corrotta. Ora però gli over 18 escono fuori dagli stereotipi in cui li hanno rinchiusi e chiedono, com’è giusto che sia, non privilegi ma opportunità per prendere in mano il proprio futuro.
L’idea è stata lanciata da un gruppo di giovani precari, autori di un appello che nell’arco di una settimana ha raccolto più di mille adesioni, e si preannuncia che altrettanto numerose saranno le presenze all’incontro previsto per il 10 e l’11 novembre a Firenze, presso la Fortezza da Basso, in viale Filippo Strozzi. L’incontro rientra nell’ambito delle iniziative per il decennale del Forum Sociale Europeo. Nel prossimo week-end, quindi, saranno in molti a prendere parte all’evento, tra cui attivisti di altri paesi europei e di Occupy Wall Street. Chiunque potrà esporre le proprie idee per ribadire l’idea comune a tutti: voler restare in Italia… a patto che politica e società riprendano in mano le redini del paese.
È essenziale un nuovo sistema di welfare che offra l’opportunità di avere un lavoro e che i diritti dei lavoratori siano sanciti da contratti nazionali inderogabili, validi per tutti i settori. I valori per favorire la buona riuscita di questa battaglia devono allinearsi alla prospettiva di una piena e vera cittadinanza europea. Occorrono nuove politiche industriali, ambientali ed energetiche fondate su una nuova idea di sviluppo rispettosa dell’ambiente e delle persone, su una libertà dai dogmi del profitto e su un’equa distribuzione delle ricchezze. È indispensabile investire nel sistema scolastico, per raggiungere i livelli d’istruzione degli altri Paesi europei.
Studenti, dottorandi, metalmeccanici, giornalisti precari, blogger, attivisti antimafia, giovani attivi in spazi sociali, videomaker, architetti, specializzandi in medicina, interpreti e traduttori, disoccupati, piccoli editori aderiranno tutti all’evento del 10 e 11 novembre, consapevoli che l’alternativa dipende da loro; per questo vogliono lanciare una grande campagna di idee e azioni in grado di incidere a livello locale e nazionale.
Chiunque può partecipare firmando l’appello, cliccando “mi piace” sul profilo facebook della campagna, inviando il proprio contributo all’indirizzo di posta elettronica vogliorestare@gmail.com o costituendo un comitato promotore nella propria città, perché nessuno deve rimanere indietro in questa rincorsa ai diritti.
di Paola Bisconti
E’ l’appello da parte di tutti quei giovani che sono stanchi di sentirsi chiamare sfigati, bamboccioni e schizzinosi, che non intendono più lavorare in nero o accettare un contratto che maschera lo sfruttamento, che non ammettono di perdere un concorso o una borsa di studio a causa di clientelismi e favoritismi, che non vogliono pagare il pizzo alla criminalità organizzata dopo essere riusciti ad aprire una propria attività, che non vogliono subire un licenziamento senza motivo, che vogliono tutele nei periodi di disoccupazione, che ricevono un misero stipendio che consente a mala pena di pagare l’affitto o coprire la rata del mutuo, che per avere un’istruzione di qualità devono pagare rette insormontabili.
Se fino ad ora nessuno si era mobilitato era perché la gran parte dei giovani sono “scappati” all’estero. È la generazione dei cervelli in fuga che un po’ a malincuore ha lasciato il BelPaese per trovare quello che in Italia non c’è: la dignità. Un Paese dove 1 ragazzo su 3 è disoccupato rappresenta una società che non rispetta i diritti dei cittadini, una classe dirigente incapace di fronteggiare il problema, un’imprenditoria corrotta. Ora però gli over 18 escono fuori dagli stereotipi in cui li hanno rinchiusi e chiedono, com’è giusto che sia, non privilegi ma opportunità per prendere in mano il proprio futuro.
L’idea è stata lanciata da un gruppo di giovani precari, autori di un appello che nell’arco di una settimana ha raccolto più di mille adesioni, e si preannuncia che altrettanto numerose saranno le presenze all’incontro previsto per il 10 e l’11 novembre a Firenze, presso la Fortezza da Basso, in viale Filippo Strozzi. L’incontro rientra nell’ambito delle iniziative per il decennale del Forum Sociale Europeo. Nel prossimo week-end, quindi, saranno in molti a prendere parte all’evento, tra cui attivisti di altri paesi europei e di Occupy Wall Street. Chiunque potrà esporre le proprie idee per ribadire l’idea comune a tutti: voler restare in Italia… a patto che politica e società riprendano in mano le redini del paese.
È essenziale un nuovo sistema di welfare che offra l’opportunità di avere un lavoro e che i diritti dei lavoratori siano sanciti da contratti nazionali inderogabili, validi per tutti i settori. I valori per favorire la buona riuscita di questa battaglia devono allinearsi alla prospettiva di una piena e vera cittadinanza europea. Occorrono nuove politiche industriali, ambientali ed energetiche fondate su una nuova idea di sviluppo rispettosa dell’ambiente e delle persone, su una libertà dai dogmi del profitto e su un’equa distribuzione delle ricchezze. È indispensabile investire nel sistema scolastico, per raggiungere i livelli d’istruzione degli altri Paesi europei.
Studenti, dottorandi, metalmeccanici, giornalisti precari, blogger, attivisti antimafia, giovani attivi in spazi sociali, videomaker, architetti, specializzandi in medicina, interpreti e traduttori, disoccupati, piccoli editori aderiranno tutti all’evento del 10 e 11 novembre, consapevoli che l’alternativa dipende da loro; per questo vogliono lanciare una grande campagna di idee e azioni in grado di incidere a livello locale e nazionale.
Chiunque può partecipare firmando l’appello, cliccando “mi piace” sul profilo facebook della campagna, inviando il proprio contributo all’indirizzo di posta elettronica vogliorestare@gmail.com o costituendo un comitato promotore nella propria città, perché nessuno deve rimanere indietro in questa rincorsa ai diritti.
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