“Dobbiamo riprenderci la giustizia, la pace, la partecipazione e la speranza” dice alla MISNA Flavio Lotti, il coordinatore della Tavola della pace. Parla dalla città palestinese di Gerico, dopo aver partecipato insieme con 212 donne e uomini di pace a una Perugia-Assisi nel cuore del Medio Oriente ferito.
Misna - Tra i sassi e il deserto che separano Gerusalemme e Gerico hanno marciato per ore, con striscioni e cartelli con su scritte le parole necessarie a immaginare e costruire il futuro. “È stata – sottolinea Lotti – un’occasione per riflettere sul tempo difficile che viviamo e sulla desertificazione delle coscienze con cui facciamo i conti”. La Perugia-Assisi ha attraversato Israele e i Territori palestinesi occupati, toccando Sderot, Ramallah, Hebron, Gerusalemme e Betlemme. Per sette giorni i partecipanti hanno discusso della guerra civile in Siria e del conflitto palestinese, l’altra tragedia mediorientale.
“Durante gli incontri e i dibattiti di questi giorni – racconta il coordinatore della Tavola della pace – abbiamo raccolto idee, proposte e sollecitazioni ad assumerci le nostre responsabilità come italiani, come europei e come membri della comunità internazionale”. È un peso sulla coscienza di tutti, sottolinea Lotti, “il fallimento della comunità internazionale che in Siria ancora una volta non ha prevenuto e si è dichiarata impotente”. La marcia ha anche permesso di mettere a punto un “piccolo decalogo”, inteso come strumento per un impegno più forte e coerente. Uno strumento che potrà essere utile già domani, quando i partecipanti torneranno in Italia nelle loro 90 differenti città d’origine. Insegnanti, amministratori locali, esponenti di associazioni e giornalisti, tutti insieme e ognuno per proprio conto, proveranno a lasciare un segno di pace.
Misna - Tra i sassi e il deserto che separano Gerusalemme e Gerico hanno marciato per ore, con striscioni e cartelli con su scritte le parole necessarie a immaginare e costruire il futuro. “È stata – sottolinea Lotti – un’occasione per riflettere sul tempo difficile che viviamo e sulla desertificazione delle coscienze con cui facciamo i conti”. La Perugia-Assisi ha attraversato Israele e i Territori palestinesi occupati, toccando Sderot, Ramallah, Hebron, Gerusalemme e Betlemme. Per sette giorni i partecipanti hanno discusso della guerra civile in Siria e del conflitto palestinese, l’altra tragedia mediorientale.
“Durante gli incontri e i dibattiti di questi giorni – racconta il coordinatore della Tavola della pace – abbiamo raccolto idee, proposte e sollecitazioni ad assumerci le nostre responsabilità come italiani, come europei e come membri della comunità internazionale”. È un peso sulla coscienza di tutti, sottolinea Lotti, “il fallimento della comunità internazionale che in Siria ancora una volta non ha prevenuto e si è dichiarata impotente”. La marcia ha anche permesso di mettere a punto un “piccolo decalogo”, inteso come strumento per un impegno più forte e coerente. Uno strumento che potrà essere utile già domani, quando i partecipanti torneranno in Italia nelle loro 90 differenti città d’origine. Insegnanti, amministratori locali, esponenti di associazioni e giornalisti, tutti insieme e ognuno per proprio conto, proveranno a lasciare un segno di pace.
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