Dalla campagna di sensibilizzazione “Noi No” al “Festival della violenza illustrata”, Bologna diventa fulcro di una rivoluzione culturale contro il fenomeno del femminicidio
Parte da Bologna la campagna di sensibilizzazione “Noi No” realizzata dalla fondazione del Monte insieme all’associazione Orlando e promossa da Comunicattive con Studio Talpa, dove a prendere la parola sono gli uomini che intendono lottare contro la violenza sulle donne. Oggi come non mai si stanno accendendo i riflettori sul femminicidio, un fenomeno silenzioso che in realtà è sempre esistito ma che solo ora sta venendo alla ribalta grazie al contributo dell’informazione e all’intervento da parte di numerosi enti sociali che offrono il proprio sostegno a 2 milioni di donne che ogni anno subiscono violenza tra le mura domestiche. Gran parte delle tragedie, infatti, avviene dietro i rassicuranti ambienti familiari, dove si cela il dominio di uomini apparentemente equilibrati ma che invece nascondono un’indole violenta.
Nasce così una campagna che dà voce a coloro che sono diversi: mariti, fidanzati, padri, fratelli, colleghi intendono assumersi le proprie responsabilità e metterci la faccia. Per le vie di Bologna, infatti, sono stati affissi dei manifesti dove compaiono i mezzi busti di volti noti: Alessandro Diamanti, capitano della squadra di calcio del Bologna, lo scrittore Stefano Benni, gli attori Ivano Marescotti e Giampaolo Morelli, il resgista Giovanni Veronesi, il professore Stefano Bonaga. I testimonial indossano una spilla appuntata sulla giacca dove si legge chiaramente lo slogan della campagna “Noi No” e la loro immagine è accompagnata da tre verbi chiave: minacciare, umiliare, picchiare. Tre azioni da combattere ed eliminare.
Sul profilo facebook della campagna, che è in corso in questi giorni, sono stati numerosi gli interventi da parte di uomini “comuni” che non hanno esitato ad esprimere il proprio sostegno verso le donne che sono vittime di un grave disagio dal quale possono liberarsene denunciando l’autore dei soprusi.
Sempre nel capoluogo emiliano, nel 2005 fu fondata la prima “Casa delle donne per non subire violenza” che lo scorso anno ha visto la denuncia di 618 casi di vittime di abusi. L’intervento da parte del servizio bolognese, come altri in tutta Italia, è essenziale: grazie all’aiuto di esperti si affronta l’allontanamento del compagno violento dalla donna, che è tutelata anche da alcuni decreti che riconoscono con aggravanti il reato di femminicidio, così come sono previste punizioni severe contro chi commette stalking. Il silenzio da parte delle donne è il primo ostacolo da superare, altrimenti la battaglia è vana e non si fa altro che assecondare l’uomo convinto di avere il controllo sulla propria compagna.
Per favorire questa cambiamento culturale, l’Onu ha proclamato la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” per il 25 novembre. Nello stesso giorno a Bologna si svolgerà il “Festival della violenza illustrata”, l’unico appuntamento in Italia dedicato alla violenza di genere, che prevede un ricco programma di eventi e iniziative promosse da 60 associazioni, aziende e istituzioni: spettacoli teatrali, reading letterari, mostre, proiezioni di film e documentari, presentazioni di libri coinvolgeranno il pubblico che prenderà parte al festival. L’evento sarà un’occasione anche per soffermarsi sulle donne suicide, mogli o madri che si sono sentite troppo fragili per sopravvivere in un contesto familiare così asfissiante.
Tutti queste iniziative nascono perché questi atti deplorevoli non accadano più e per fare in modo che tutte le donne vittime di violenza trovino la forza per ribellarsi; per lo stesso motivo aumentano in Italia i centri anti-violenza e cresce l’interesse da parte dei media. Anche se a volte proprio i mezzi di informazione hanno speculato su tali vicende spettacolarizzando le morti di donne innocenti e parlando di “omicidi passionali”… non c’è mai nulla di passionale nel massacrare una donna!
di Paola Bisconti
Parte da Bologna la campagna di sensibilizzazione “Noi No” realizzata dalla fondazione del Monte insieme all’associazione Orlando e promossa da Comunicattive con Studio Talpa, dove a prendere la parola sono gli uomini che intendono lottare contro la violenza sulle donne. Oggi come non mai si stanno accendendo i riflettori sul femminicidio, un fenomeno silenzioso che in realtà è sempre esistito ma che solo ora sta venendo alla ribalta grazie al contributo dell’informazione e all’intervento da parte di numerosi enti sociali che offrono il proprio sostegno a 2 milioni di donne che ogni anno subiscono violenza tra le mura domestiche. Gran parte delle tragedie, infatti, avviene dietro i rassicuranti ambienti familiari, dove si cela il dominio di uomini apparentemente equilibrati ma che invece nascondono un’indole violenta.
Nasce così una campagna che dà voce a coloro che sono diversi: mariti, fidanzati, padri, fratelli, colleghi intendono assumersi le proprie responsabilità e metterci la faccia. Per le vie di Bologna, infatti, sono stati affissi dei manifesti dove compaiono i mezzi busti di volti noti: Alessandro Diamanti, capitano della squadra di calcio del Bologna, lo scrittore Stefano Benni, gli attori Ivano Marescotti e Giampaolo Morelli, il resgista Giovanni Veronesi, il professore Stefano Bonaga. I testimonial indossano una spilla appuntata sulla giacca dove si legge chiaramente lo slogan della campagna “Noi No” e la loro immagine è accompagnata da tre verbi chiave: minacciare, umiliare, picchiare. Tre azioni da combattere ed eliminare.
Sul profilo facebook della campagna, che è in corso in questi giorni, sono stati numerosi gli interventi da parte di uomini “comuni” che non hanno esitato ad esprimere il proprio sostegno verso le donne che sono vittime di un grave disagio dal quale possono liberarsene denunciando l’autore dei soprusi.
Sempre nel capoluogo emiliano, nel 2005 fu fondata la prima “Casa delle donne per non subire violenza” che lo scorso anno ha visto la denuncia di 618 casi di vittime di abusi. L’intervento da parte del servizio bolognese, come altri in tutta Italia, è essenziale: grazie all’aiuto di esperti si affronta l’allontanamento del compagno violento dalla donna, che è tutelata anche da alcuni decreti che riconoscono con aggravanti il reato di femminicidio, così come sono previste punizioni severe contro chi commette stalking. Il silenzio da parte delle donne è il primo ostacolo da superare, altrimenti la battaglia è vana e non si fa altro che assecondare l’uomo convinto di avere il controllo sulla propria compagna.
Per favorire questa cambiamento culturale, l’Onu ha proclamato la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” per il 25 novembre. Nello stesso giorno a Bologna si svolgerà il “Festival della violenza illustrata”, l’unico appuntamento in Italia dedicato alla violenza di genere, che prevede un ricco programma di eventi e iniziative promosse da 60 associazioni, aziende e istituzioni: spettacoli teatrali, reading letterari, mostre, proiezioni di film e documentari, presentazioni di libri coinvolgeranno il pubblico che prenderà parte al festival. L’evento sarà un’occasione anche per soffermarsi sulle donne suicide, mogli o madri che si sono sentite troppo fragili per sopravvivere in un contesto familiare così asfissiante.
Tutti queste iniziative nascono perché questi atti deplorevoli non accadano più e per fare in modo che tutte le donne vittime di violenza trovino la forza per ribellarsi; per lo stesso motivo aumentano in Italia i centri anti-violenza e cresce l’interesse da parte dei media. Anche se a volte proprio i mezzi di informazione hanno speculato su tali vicende spettacolarizzando le morti di donne innocenti e parlando di “omicidi passionali”… non c’è mai nulla di passionale nel massacrare una donna!
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http://violenza-donne.blogspot.it/2012/08/in-italia-non-esiste-unemergenza.html
http://violenza-donne.blogspot.it/2012/08/rapporto-sulla-violenza-delle-donne-in.html
http://www.vittimologia.it/rivista/articolo_macri_et_al_2012-03.pdf
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