venerdì, novembre 23, 2012
“La pirateria somala è un problema drammatico per l’intero commercio marittimo”: lo ha detto il comandante Giuseppe Lubrano Lavareda

di Carlo Mafera

Il comandante Lubrano, dopo 11 mesi di sequestro da parte di pirati somali, ha portato a casa tutto il suo equipaggio, composto da 5 italiani e 17 indiani. “Sono migliaia ogni anno i marittimi attaccati e le navi abbordate - ha ricordato il comandante - 35 ostaggi sono morti nel 2011, 8 dei quali uccisi dai pirati durante l‘attacco iniziale, altri 8 morti di malattia o malnutrizione mentre erano detenuti e 19 deceduti nello scontro a fuoco in cui sono stati usati come scudi umani durante i tentativi di salvare gli ostaggi. In totale nel 2011 sono stati almeno 1.206 gli ostaggi tenuti prigionieri dai pirati somali”. In realtà, “la pirateria somala ha anche una pericolosa collusione finanziaria e operativa con il mondo del terrorismo islamico transazionale”. Allo stesso tempo, ha denunciato Lubrano Lavareda, “si tende a creare un velo di silenzio sul fenomeno stesso: molti proprietari a volte sono riluttanti a denunciare il crimine e spesso, in caso di abbordaggio, tendono a minimizzare l’accaduto agli agenti di terra per evitare che la denuncia comporti un aumento dei premi assicurativi e ritardi nel traffico marittimo”.

I problemi del mondo marittimo sono enormi, non soltanto la pirateria. Ma prima ancora di trovare soluzioni umane, occorre un affidamento speciale al trascendente e perciò durante il congresso si è ricordato che Stella Maris è da lungo tempo l'appellativo preferito con cui la gente del mare si rivolge a Colei nella cui protezione ha sempre confidato: la Vergine Maria. Gesù, suo Figlio, accompagnava i suoi discepoli nei viaggi in barca, li aiutava nelle loro fatiche e calmava le tempeste. Così anche la Chiesa accompagna gli uomini del mare, prendendo cura delle peculiari necessità spirituali di coloro che, per motivi di vario genere, vivono ed operano nell'ambiente marittimo.

Dai “Lineamenta per il Sinodo dei Vescovi del 2012” si possono evincere alcuni spunti di riflessione: ”La missione affidata da Gesù ai suoi Apostoli è stata, è e sarà la sola e unica missione, ovunque e in ogni tempo. Ma le circostanze in cui viviamo la nostra vocazione di cristiani e che cambiano continuamente - nuovi problemi, nuove sfide, evoluzione delle culture, e nuove possibilità - costituiscono quella ‘novità’ nella nostra vocazione di evangelizzatori del mondo marittimo. Poiché il Congresso Mondiale rappresenta un momento importante nella vita dell'Apostolato del Mare, vorremmo poter riunire persone che, a diverso titolo, si occupano di questo ambito pastorale e contiamo sulla cooperazione di tutti affinché l'evento dia i frutti sperati. Cinque anni dopo il Congresso Mondiale di Gdynia, dovremo, in maniera attenta e critica, esaminare cosa significano per i marittimi i cambiamenti che si stanno attuando nella loro vita e come analizzarli nelle loro ragioni più profonde. Dovremo essere capaci di guardare al futuro con lungimiranza e avere il coraggio di essere la voce di coloro che non hanno voce. Una chiara analisi e una profonda riflessione ci aiuteranno a far sì che quanto emergerà dai nostri lavori possa realmente venire incontro alle esigenze della gente del mare. Il tema del Congresso sarà dedicato alla nuova evangelizzazione. Attraverso la riflessione, la preghiera e la condivisione, cercheremo di esaminare la situazione attuale del nostro apostolato per tracciare nuovi modi ed espressioni della Buona Notizia da trasmettere all'uomo contemporaneo con rinnovato entusiasmo".

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