giovedì, novembre 15, 2012
Oltre 100 le vittime di ieri in Siria. I combattimenti si stanno spostando a ridosso della Turchia facendo salire il livello di tensione tra i due Paesi. Intanto, dopo il riconoscimento della Coalizione delle opposizioni da parte di molti Paesi, parole di fuoco arrivano dal governo di Assad. Il servizio di Marina Calculli: ascolta  

Radio Vaticana - La coalizione governativa nata dal vertice dell’opposizione siriana a Doha è per il regime di Assad “una dichiarazione di guerra”. Con queste parole il ministro degli esteri siriano Faiçal Mekdad ha liquidato il nuovo governo in esilio, già riconosciuto però da molti attori internazionali. Mekdad si è poi scagliato contro la Francia, primo paese a riconoscere la coalizione guidata dallo sceicco al-Khatib come l’unica legittimà autorità politica:“Si tratta di un retaggio colonialista di Parigi”. E di fronte all’intento di Hollande di armare i ribelli il capo della diplomazia siriana ha detto che “il presidente francese ha sulla coscienza la morte di molti siriani uccisi da terroristi”. Dal suo canto Human Right Watch ammonisce il nuovo governo in esilio perché imponga ai ribelli armati di non incorrere in abusi dei diritti umani. Ma mentre la diplomazia freme, sul terreno ieri la giornata si è chiusa con oltre 100 morti, il numero dei rifugiati aumenta e la Giordania si prepara a costruire il terzo campo d’accoglienza.

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