"Non possiamo concludere che tutto il materiale nucleare presente in Iran sia destinato a scopi pacifici", dice il direttore dell'Agenzia Onu per l'energia atomica. "Finché io sarò premier l'Iran non avrà armi nucleari", tuona da Gerusalemme il primo ministro israeliano. Che nel 2010 disse alle forze armate di prepararsi all'attacco.
Beirut, (AsiaNews) - Torna a salire la tensione sul nucleare iraniano: a provocarla le affermazioni del responsabile dell'Aiea sulla non collaborazione di Teheran, alle quali hanno fatto seguito dichiarazioni del premier israeliano che il suo Paese "è pronto" a un attacco e la rivelazione che già nel 2010 Gerusalemme stava concretamente pensando di lanciare i suoi aerei contro i siti nucleari iraniani. Il primo evento è di ieri, quando il direttore generale dell'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, Yukio Amano, ha riferito all'assemblea generale che, sebbene nel corso dell'anno si siano intensificati i dialoghi tra l'Aiea e Teheran, "l'Iran non ha fornito la cooperazione necessaria a metterci in grado di fornire assicurazioni credibili sull'assenza di materiali e attività atomiche non dichiarati". Di conseguenza "non possiamo concludere che tutto il materiale nucleare presente in Iran sia destinato a scopi pacifici".
L'ambasciatore iraniano Mohammad Khazaee ha sostanzialmente contestato le affermazioni di Amano, sostenendo che erano basate su rapporti "stranieri", forniti da israeliani e americani.
Ancora ieri sera, ma sul fronte israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto in una intervista a Channel 2 che, se sarà rieletto alle elezioni del 22 gennaio, "finché io sarò premier l'Iran non avrà armi nucleari". "Non c'è dubbio - ha aggiunto - che l'Iran ha intenzione di distruggere Israele" e che "se non c'è altra strada per fermare l'Iran, Israele è pronto ad agire".
Nel corso dello stesso servizio è stato rivelato che nel 2010 Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak chiesero ai militari di prepararsi per un imminente attacco ai siti nucleari iraniani. Il piano trovò l'opposizione di Gabi Ashkenazi, capo delle Forze armate e di Meir Dagan, responsabile del Mossad, il servizio di intelligence.
In proposito, è di oggi la notizia che secondo l' Israeli Institute for National Security Studies - che si definisce istituto accademico bipartisan e indipendente nell'ambito della Tel Aviv University - la reazione internazionale a un attacco israeliano contro l'Iran non rischierebbe di scatenare la III Guerra mondiale, ma andrebbe "nella direzione del contenimento e della moderazione".
Da Teheran, infine, la semiufficiale Press Tv ha riportato le dichiarazioni di un parlamentare, Mohammad Hossein Asfari, che ha smentito di aver ipotizzato la sospensione del programma di arricchimento dell'uranio. Asfari, che si occupa di politica internazionale e di sicurezza, ha precisato di aver detto all'agenzia ISNA che il suo Paese dovrebbe essere pronto a una sospensione temporanea del programma, qualora le sanzioni fossero revocate.
Ma tutte le ipotesi e gli scenari appaiono congelati nell'attesa di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. (PD)
Beirut, (AsiaNews) - Torna a salire la tensione sul nucleare iraniano: a provocarla le affermazioni del responsabile dell'Aiea sulla non collaborazione di Teheran, alle quali hanno fatto seguito dichiarazioni del premier israeliano che il suo Paese "è pronto" a un attacco e la rivelazione che già nel 2010 Gerusalemme stava concretamente pensando di lanciare i suoi aerei contro i siti nucleari iraniani. Il primo evento è di ieri, quando il direttore generale dell'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare, Yukio Amano, ha riferito all'assemblea generale che, sebbene nel corso dell'anno si siano intensificati i dialoghi tra l'Aiea e Teheran, "l'Iran non ha fornito la cooperazione necessaria a metterci in grado di fornire assicurazioni credibili sull'assenza di materiali e attività atomiche non dichiarati". Di conseguenza "non possiamo concludere che tutto il materiale nucleare presente in Iran sia destinato a scopi pacifici".
L'ambasciatore iraniano Mohammad Khazaee ha sostanzialmente contestato le affermazioni di Amano, sostenendo che erano basate su rapporti "stranieri", forniti da israeliani e americani.
Ancora ieri sera, ma sul fronte israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto in una intervista a Channel 2 che, se sarà rieletto alle elezioni del 22 gennaio, "finché io sarò premier l'Iran non avrà armi nucleari". "Non c'è dubbio - ha aggiunto - che l'Iran ha intenzione di distruggere Israele" e che "se non c'è altra strada per fermare l'Iran, Israele è pronto ad agire".
Nel corso dello stesso servizio è stato rivelato che nel 2010 Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak chiesero ai militari di prepararsi per un imminente attacco ai siti nucleari iraniani. Il piano trovò l'opposizione di Gabi Ashkenazi, capo delle Forze armate e di Meir Dagan, responsabile del Mossad, il servizio di intelligence.
In proposito, è di oggi la notizia che secondo l' Israeli Institute for National Security Studies - che si definisce istituto accademico bipartisan e indipendente nell'ambito della Tel Aviv University - la reazione internazionale a un attacco israeliano contro l'Iran non rischierebbe di scatenare la III Guerra mondiale, ma andrebbe "nella direzione del contenimento e della moderazione".
Da Teheran, infine, la semiufficiale Press Tv ha riportato le dichiarazioni di un parlamentare, Mohammad Hossein Asfari, che ha smentito di aver ipotizzato la sospensione del programma di arricchimento dell'uranio. Asfari, che si occupa di politica internazionale e di sicurezza, ha precisato di aver detto all'agenzia ISNA che il suo Paese dovrebbe essere pronto a una sospensione temporanea del programma, qualora le sanzioni fossero revocate.
Ma tutte le ipotesi e gli scenari appaiono congelati nell'attesa di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. (PD)
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