Tanti disoccupati aspettano posti di lavoro, mentre altri vivono la “belle époque” nelle sedi del potere
Certamente la “belle époque alla francese” è stata sempre vista come momento di fioritura della ricchezza e dell’arte, peccato che ora, in versione italiana, solo alcuni se la stanno godendo, spesso in presenza della sofferenza di altri, che aspettano magari un lavoro. Probabilmente la belle époque all’italiana nei posti di potere non è ancora terminata, né si sa per quanto tempo continueremo ad osservarla attraverso le tante agenzie che ci mostrano stipendi d’oro, regge abitative, feste milionarie, privilegi di ogni genere di un ceto “superiore” che vive con i nostri soldi. La crisi economica ha scoperchiato la pentola dei privilegi e sarà più difficile riottenere l’incoronazione per quei candidati che non propongono strategie reali per incrementare il lavoro.
In questi anni, i giornali hanno svolto il loro ruolo d’informazione con molto realismo, mostrando anche a puntate al grande pubblico gozzoviglie, depravazioni, baldorie, bagordi, appropriazioni, lussi e sperperi offensivi. Questo “spettacolo” naturalmente non ha prodotto posti di lavoro per i nuovi diplomati e laureati, né per gli operai delle grandi e piccole industrie, anzi licenziati. Alla fine si tratta di uno spettacolo teatrale che lascia un retrogusto orribile alla povera gente, intenta a pagare tasse, bollette, multe e ticket.
La crisi almeno, per effetto delle informazioni divulgate dai giornali, da internet e dai telefonini, ha aperto gli occhi alla gente. Per effetto dei ravvedimenti di “poveri servitori e spettatori esausti” si è scoperchiata un poco la pentola delle ruberie e dei privilegi. Ma per questi milioni di disoccupati che ora si contano, occorrerebbe una nuova idea, occorrerebbe forse un’autorità indipendente che li prendesse in carico specificamente, attraverso un censimento delle professioni e delle offerte occupazionali. Nei casi di disoccupazione persistente, sarebbe necessario elargire un minimo di “presalario”, attingendo un po’ dai miliardi di euro già torchiati abitualmente, per altri scopi, agli italiani. Ma temo che soldi per sistemare i disoccupati non potranno mai essere né proposti né dati da politici ricchi e “superaccessoriati”, perché vivono ormai da anni senza problemi economici nel mondo dorato dei superstipendi. Non hanno certo interesse ad affrancare quella base elettorale al guinzaglio, fatta di milioni di senza-lavoro speranzosi e pronti a votarli ciecamente poiché non hanno scelta. Dove la troviamo una nuova classe di politici che vivono in affitto, con mutui, bollette e cambiali? Pertanto alla fine tanti disoccupati eleggeranno, in maniera soft, proprio quelli che non si interessano mai dei loro bisogni occupazionali.
di Gennaro Iasevoli
Certamente la “belle époque alla francese” è stata sempre vista come momento di fioritura della ricchezza e dell’arte, peccato che ora, in versione italiana, solo alcuni se la stanno godendo, spesso in presenza della sofferenza di altri, che aspettano magari un lavoro. Probabilmente la belle époque all’italiana nei posti di potere non è ancora terminata, né si sa per quanto tempo continueremo ad osservarla attraverso le tante agenzie che ci mostrano stipendi d’oro, regge abitative, feste milionarie, privilegi di ogni genere di un ceto “superiore” che vive con i nostri soldi. La crisi economica ha scoperchiato la pentola dei privilegi e sarà più difficile riottenere l’incoronazione per quei candidati che non propongono strategie reali per incrementare il lavoro.
In questi anni, i giornali hanno svolto il loro ruolo d’informazione con molto realismo, mostrando anche a puntate al grande pubblico gozzoviglie, depravazioni, baldorie, bagordi, appropriazioni, lussi e sperperi offensivi. Questo “spettacolo” naturalmente non ha prodotto posti di lavoro per i nuovi diplomati e laureati, né per gli operai delle grandi e piccole industrie, anzi licenziati. Alla fine si tratta di uno spettacolo teatrale che lascia un retrogusto orribile alla povera gente, intenta a pagare tasse, bollette, multe e ticket.
La crisi almeno, per effetto delle informazioni divulgate dai giornali, da internet e dai telefonini, ha aperto gli occhi alla gente. Per effetto dei ravvedimenti di “poveri servitori e spettatori esausti” si è scoperchiata un poco la pentola delle ruberie e dei privilegi. Ma per questi milioni di disoccupati che ora si contano, occorrerebbe una nuova idea, occorrerebbe forse un’autorità indipendente che li prendesse in carico specificamente, attraverso un censimento delle professioni e delle offerte occupazionali. Nei casi di disoccupazione persistente, sarebbe necessario elargire un minimo di “presalario”, attingendo un po’ dai miliardi di euro già torchiati abitualmente, per altri scopi, agli italiani. Ma temo che soldi per sistemare i disoccupati non potranno mai essere né proposti né dati da politici ricchi e “superaccessoriati”, perché vivono ormai da anni senza problemi economici nel mondo dorato dei superstipendi. Non hanno certo interesse ad affrancare quella base elettorale al guinzaglio, fatta di milioni di senza-lavoro speranzosi e pronti a votarli ciecamente poiché non hanno scelta. Dove la troviamo una nuova classe di politici che vivono in affitto, con mutui, bollette e cambiali? Pertanto alla fine tanti disoccupati eleggeranno, in maniera soft, proprio quelli che non si interessano mai dei loro bisogni occupazionali.
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Sono presenti 2 commenti
Complimenti per il bellissimo articolo! e' consolatorio l'aver tolto il coperchio dei privilegi , ora sta a noi scegliere persone serie e spazzar via i ladri che ci hanno ridotti così.
Guardate bene la foto. Ricchi, pacsiuti e cornuti.
A calci nel sedere son da prendere. Che vermi del letame! Senza offesa per i vermi.
Pinuzzo.
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