venerdì, novembre 23, 2012
Nel corso dei lavori a Roma dal 27 al 29 novembre si farà il punto sull’impegno della Chiesa

di Carlo Mafera

“Una pastorale di comunione per una rinnovata evangelizzazione”: è il tema dell’incontro che vedrà riuniti a Roma, dal 27 al 29 novembre, circa 40 delegati rappresentanti vescovi e direttori nazionali per la pastorale dei migranti delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), ma anche di organismi ecclesiali continentali. Nel corso dei lavori si farà il punto sull’impegno della Chiesa in Europa nell’ambito della pastorale dei migranti e si cercherà di definire una road map per le attività della sezione migrazioni della Commissione Ccee “Caritas in Veritate” che promuove l’incontro. Ad aprire il meeting, martedì 27 novembre, saranno il Presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti della Santa Sede, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, il card. Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e presidente della Sezioni “Migrazioni” della Commissione Ccee, il Presidente della Fondazione Migrantes, mons. Paolo Schiavon e mons. Giampaolo Crepaldi, presidente della Commissione Ccee “Caritas in Veritate”. Il tema dell’evangelizzazione verrà inoltre affrontato da mons. Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, e da mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.

Le tematiche che saranno affrontate verteranno sull'azione pastorale della Chiesa, che da sempre unisce l'evangelizzazione alla testimonianza della carità. In questo senso verranno illustrati i numerosi problemi collegati alle migrazioni: dalla necessità di una obiettiva informazione per allontanare ogni irrazionale atteggiamento di paura o di ripulsa nei confronti degli immigrati alla urgente e necessaria assunzione di responsabilità, soprattutto da parte delle famiglie e della scuola, per una profonda e costante azione che educhi e formi alla cultura dell'accoglienza e della solidarietà. Agli immigrati occorre garantire i diritti fondamentali di ogni persona umana e sono dunque necessari anche gli stimoli e gli appelli nei confronti delle istituzioni. Ciò che caratterizzerà la Conferenza sarà l’idea centrale su cui ruota la Pastorale dei Migranti e cioè che, se nella vita di ogni giorno sapremo accogliere l'altro come un dono, le migrazioni saranno anche l'occasione provvidenziale per contribuire a costruire una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese più solidale, una comunità cristiana più evangelica.

Ancora una volta il fenomeno delle migrazioni ci viene splendidamente in aiuto per cogliere in modo immediato e quasi plastico la dimensione del cammino verso "nuovi cieli e terra nuova" che deve essere presente nel nostro vivere quotidiano di uomini e di cristiani: il migrante è, per definizione, l'uomo del viaggio, l'uomo dell'esodo. L’impegno della Chiesa per realizzare la Pastorale dei Migranti sarà più efficace quanto più saprà cogliere i1 gemito del suo pellegrinare, che è in definitiva lo stesso di ciascuno di noi quando percepisce e accoglie il “gemito interiore" dello Spirito che è in noi e che ci sospinge verso il Padre. Questo futuro ultimo, che è oltre la storia, mobilita la Chiesa nel tempo presente, caricandola di speranza e di impegno. È questa la ragione ultima, comprensiva di tutte le altre, per la quale la Chiesa, pur conoscendo le difficoltà e i drammi delle migrazioni e pur denunciandone con forza le cause e le responsabilità, nutre per i migranti una connaturale simpatia e una grande volontà di servizio.

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