domenica, novembre 18, 2012
La giornata del quotidiano Avvenire si pone per la Diocesi di Milano come opportunità di riflessione sulle modalità di accesso all’informazione dei singoli, delle famiglie e delle comunità cristiane rispetto a ciò che accade nel proprio territorio e nel mondo, nella società e nella Chiesa.

Angelo Scola - Informarsi in modo corretto è una responsabilità fondamentale dell’uomo, tanto più per il cristiano: non deve essere un atto dettato da mera curiosità perché, come spiega Inter mirifica, il decreto del Concilio Vaticano ii sugli strumenti della comunicazione sociale, «la pubblica e tempestiva comunicazione degli avvenimenti e dei fatti offre ai singoli uomini quella più adeguata e costante conoscenza, che permette loro di contribuire efficacemente al bene comune e di promuovere tutti insieme più agevolmente la prosperità e il progresso di tutta la società» (Inter mirifica, 5).

Il diffuso affievolirsi della passione e dell’impegno per il bene comune è conseguenza anche di una cattiva informazione: spesso, infatti, si dedica poco tempo a documentarsi sull’attualità esulle sue dinamiche. Anziché lasciarsi interpellare da quell’urgenza e da quel bisognodel bene che una cronaca sapiente e onesta può evidenziare, si preferisce farsi intorpidire dai titoli sensazionalistici, da una comunicazione emotiva, superficiale, legata ad aspetti marginali dell’esistenza.

Il quotidiano Avvenire, invece, aiuta il cittadino, prima che il cristiano, a farsi carico del proprio tempo e di ogni fratello uomo, specie di coloro che hanno una parola autentica da condividere, ma a cui non è data “voce”: una situazione in cui spesso si trovano anche la Chiesa, i suoi pastori, il Pontefice, i laici cristiani impegnati nella comunità cristiana e in ogni ambito della società.

Il servizio di Avvenire è insostituibile anche per questo: in quale altro modo – oltre all’esperienza diretta che ciascuno fa nella propria comunità – si potrebbe conoscere la vita della Chiesa? «L’Anno della fede sarà anche un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità», ci ricorda Benedetto XVI (Porta fidei, 14). Una testimonianza che ciascuno è chiamato a offrire con la propria esistenza, ma che può essere raccontata dai media come già accade sulle pagine del nostro quotidiano: per infondere speranza, per divenire esempio a beneficio di molti.

C’è un’ulteriore ragione per la quale domando ai sacerdoti e ai laici di promuovere con generosità Avvenire, almeno nei giorni festivi: la presenza del settimanale Milano 7, strumento per conoscere la vitalità della nostra Chiesa, per seguire le tappe del cammino diocesano e per mostrare l’intraprendenza delle comunità.

Non da ultimo, Avvenire mi consente di raggiungervi e offrirvi qualche mia parola, come per esempio avverrà lungo tutto questo Avvento con la pubblicazione sul quotidiano delle omelie che terrò in Duomo la domenica, che potranno così essere condivise anche da chi non potrà ascoltarle di persona.

A tutti auguro un fruttuoso cammino di Avvento incontro al “Dio vicino”.

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