Il 14 novembre proteste in gran parte delle città europee contro le politiche di austerity
di Paola Bisconti
L’ultima violenta protesta avvenuta in piazza Syntagma ad Atene il 7 novembre, davanti al Parlamento greco, contro il presidente Antonis Samaras, ha riacceso il malessere dei cittadini del paese ellenico che non intendono subire le nuove misure di austerità da 13,5 miliardi di euro. La popolazione è stanca di affrontare nuove tasse, i tagli alle pensioni e soprattutto la riduzione dei diritti sociali. Mercoledì scorso, oltre agli scontri e all’esplosione di bottiglie di molotov e gas lacrimogeni, si è svolto uno sciopero indetto da Adedy e Gsee, i due principali sindacati del Paese, che hanno coinvolto tutte le categorie di lavoratori paralizzando l’attività della nazione. L’obiettivo era quello di rendere visibile la determinazione dei cittadini, che nonostante gli sforzi e i sacrifici sono costretti ad assistere a scandalosi sperperi del denaro pubblico. Sempre in Grecia, infatti, nei giorni precedenti alla manifestazione si è verificato un altro fatto clamoroso: l’arresto di Kòstas Vaxevanis, editore e giornalista, che ha pubblicato sul suo settimanale “HotDoc” la lista Lagarde, un elenco di ben 2059 illustri evasori che hanno trasferito un capitale pari a 2 miliardi di euro in conti svizzeri nella banca Hsbc.
Lo scoop giornalistico sugli evasori illustri e le proteste contro i tagli sono due problemi molto attinenti fra loro, dato che l’evasione fiscale è uno dei principali motivi che ha condotto la Grecia all’attuale dissesto finanziario. L’evasione di 60 miliardi di euro, infatti, corrisponde ad un sesto del suo debito pubblico! , Vaxevanis era stato accusato di aver violato la privacy delle persone coinvolte, ma per fortuna la magistratura non ha esitato a proscioglierlo dalle accuse liberandolo nell’arco di 24 ore: i politici coinvolti nello scandalo avevano tentato di mettergli il bavaglio, ma non ci sono riusciti.
Vaxevanis è stato definito l’Assange greco, ma è un paragone un po’ forzato dato che, a differenza del promotore di Wikileaks, il cronista ellenico non ha interessi economici e politici: Vaxevanis ha diffuso la lista solo per amore della verità e per rivendicare un senso di libertà che sta rischiando di svanire, in particolare in Grecia dove pulsioni estremiste si stanno affermando sempre di più.
Come il popolo greco, anche il resto degli europei sente il dovere di ribadire i propri diritti e di opporsi a tutti quei governi che sostengono politiche restrittive, senza però privarsi in prima persone di privilegi e lussi. Tutti i lavoratori, i sindacati, i pensionati, gli studenti sono chiamati a partecipare al grande evento previsto per il 14 novembre: mercoledì prossimo si svolgerà la prima giornata di lotta europea organizzata dagli indignados spagnoli e dal “No Monti day”. Lo sciopero generale è stato indetto in Italia così come in Spagna, Portogallo e Grecia, e iniziative analoghe si terranno in Francia, Belgio, Gran Bretagna e Germania. Sarà un momento significativo promosso dai grandi movimenti sociali contro l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale.
di Paola Bisconti
L’ultima violenta protesta avvenuta in piazza Syntagma ad Atene il 7 novembre, davanti al Parlamento greco, contro il presidente Antonis Samaras, ha riacceso il malessere dei cittadini del paese ellenico che non intendono subire le nuove misure di austerità da 13,5 miliardi di euro. La popolazione è stanca di affrontare nuove tasse, i tagli alle pensioni e soprattutto la riduzione dei diritti sociali. Mercoledì scorso, oltre agli scontri e all’esplosione di bottiglie di molotov e gas lacrimogeni, si è svolto uno sciopero indetto da Adedy e Gsee, i due principali sindacati del Paese, che hanno coinvolto tutte le categorie di lavoratori paralizzando l’attività della nazione. L’obiettivo era quello di rendere visibile la determinazione dei cittadini, che nonostante gli sforzi e i sacrifici sono costretti ad assistere a scandalosi sperperi del denaro pubblico. Sempre in Grecia, infatti, nei giorni precedenti alla manifestazione si è verificato un altro fatto clamoroso: l’arresto di Kòstas Vaxevanis, editore e giornalista, che ha pubblicato sul suo settimanale “HotDoc” la lista Lagarde, un elenco di ben 2059 illustri evasori che hanno trasferito un capitale pari a 2 miliardi di euro in conti svizzeri nella banca Hsbc.
Lo scoop giornalistico sugli evasori illustri e le proteste contro i tagli sono due problemi molto attinenti fra loro, dato che l’evasione fiscale è uno dei principali motivi che ha condotto la Grecia all’attuale dissesto finanziario. L’evasione di 60 miliardi di euro, infatti, corrisponde ad un sesto del suo debito pubblico! , Vaxevanis era stato accusato di aver violato la privacy delle persone coinvolte, ma per fortuna la magistratura non ha esitato a proscioglierlo dalle accuse liberandolo nell’arco di 24 ore: i politici coinvolti nello scandalo avevano tentato di mettergli il bavaglio, ma non ci sono riusciti.
Vaxevanis è stato definito l’Assange greco, ma è un paragone un po’ forzato dato che, a differenza del promotore di Wikileaks, il cronista ellenico non ha interessi economici e politici: Vaxevanis ha diffuso la lista solo per amore della verità e per rivendicare un senso di libertà che sta rischiando di svanire, in particolare in Grecia dove pulsioni estremiste si stanno affermando sempre di più.
Come il popolo greco, anche il resto degli europei sente il dovere di ribadire i propri diritti e di opporsi a tutti quei governi che sostengono politiche restrittive, senza però privarsi in prima persone di privilegi e lussi. Tutti i lavoratori, i sindacati, i pensionati, gli studenti sono chiamati a partecipare al grande evento previsto per il 14 novembre: mercoledì prossimo si svolgerà la prima giornata di lotta europea organizzata dagli indignados spagnoli e dal “No Monti day”. Lo sciopero generale è stato indetto in Italia così come in Spagna, Portogallo e Grecia, e iniziative analoghe si terranno in Francia, Belgio, Gran Bretagna e Germania. Sarà un momento significativo promosso dai grandi movimenti sociali contro l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale.
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