lunedì, novembre 26, 2012
Un team internazionale raccoglie la prima prova scientifica

GreenReport - Una spedizione scientifica di ricercatori britannici della British antarctic survey (Bas) e della School of environmental sciences dell'università di East Anglia (Uea) e statunitensi della National oceanic and atmospheric administration Usa (Noaa) e della Woods hole oceanographic institution, ha scoperto la prima prova che «Le conchiglie di lumache marine, note come pteropodi, che vivono nei mari che circondano l'Antartide vengono sciolte mediante l'acidificazione degli oceani», un fenomeno causato dall'assorbimento della CO2 di origine antropica da arte degli oceani. Un certo numero di esperimenti di laboratorio avevano già dimostrato il potenziale effetto dell' acidificazione degli oceani sugli organismi marini, ma fino ad ora non c'erano molte prove che questi impatti si stessero già verificando in natura si esemplari vivi e lo studio sottolinea che «La scoperta supporta le previsioni che l'impatto dell'acidificazione degli oceani sugli ecosistemi e le reti alimentari marini potrebbero essere significativi».

Lo studio pubblicato su Nature Geoscience e finanziato dal Natural environment research council britannico e dal Marie Curie early stage training network dell'Ue, prende in esame le Limacina helicina antarctica, piccolissimi animali grandi circa un centimetro che sono una fonte di cibo importante per pesci ed uccelli e che svolgono un ruolo importante nel ciclo oceanico del carbonio, e durante la crociera scientifica nel 2008, il team di ricercatori anglo-statunitensi, ha scoperto «Un grave scioglimento dei gusci degli pteropodi che vivono nelle acque dell'Oceano Antartico».

Il team ha esaminato un'area di upwelling, una zona di risalita di acque profonde ricche di sostanze nutritive e il Bas spiega che «L'acqua risalita di solito è più corrosiva per un particolare tipo di carbonato di calcio (aragonite) che gli pteropodi utilizzano per costruire i loro gusci» ora, «A seguito dell'aggiunta dell'acidificazione degli oceani, l'acqua corrosiva ha gravemente sciolto i gusci degli pteropodi».

La principale autrice, Nina Bednaršek, che ha lavorato anche con Bas e Uea ed ora è alla Noaa, ha detto: «Sappiamo che l'acqua del mare diventa più corrosiva per i gusci di aragonite al di sotto di una certa profondità - chiamata "saturation horizon", che si verifica a circa 1.000 metri di profondità. Tuttavia, in uno dei nostri siti di campionamento, abbiamo scoperto che questo punto è stato raggiunto ad una profondità di 200 metri, attraverso una combinazione di upwelling naturale ed acidificazione degli oceani. Le lumache marine pteropodi, vivono in questo strato superiore dell'oceano. Le proprietà corrosive dell'acqua hanno causato un forte scioglimento dei gusci degli animali vivi e questo dimostra quanto gli pteropodi siano vulnerabili all'acidificazione dell'oceano, risultante dall'addizione di 'anidride carbonica di origine antropica che contribuisce a questa dissoluzione».

Il co-autore dello studio e leader della spedizione scientifica, Geraint Tarling del Bas, spiega che le Limacina helicina antarctica «Sono un importante "pascolatore" di fitoplancton ed un elemento chiave come preda di un certo numero di predatori superiori: plancton più grande, pesci, uccelli marini, balene. Anche se i siti di upwelling sono fenomeni naturali che si verificano in tutto l'Oceano australe, casi in cui si portano a 200m al di sopra del "saturation horizon" diventeranno sempre più frequenti mentre l'acidificazione degli oceani si intensificherà negli anni a venire. Dato che sono soltanto una delle poche creature oceaniche che costruiscono i loro gusci di aragonite nelle regioni polari, gli pteropodi sono un'importante fonte di cibo per i pesci e gli uccelli, nonché un buon indicatore della salute dell'ecosistema. Le piccole lumache non necessariamente muoiono a causa della dissoluzione dei loro gusci, tuttavia questo può aumentare la loro vulnerabilità alla predazione ed alle infezioni, avendo di conseguenza un impatto sulle altre parti della catena alimentare».

Un'altra autrice, Dorothee Bakker dell'Uea, sottolinea che «I modelli climatici prevedono una continua intensificazione dei venti in venti nel Southern Ocean per tutto il XXI secolo se l'anidride carbonica atmosferica continua ad aumentare. A sua volta, questo aumenterà l'upwelling di acque profonde e potenzialmente potrà fare in modo che flussi di acque profonde, che sono sotto-saturi di aragonite, penetrino nell'oceano superiore più frequentemente. Le previsioni attuali sono che il "saturation horizon" per l'aragonite raggiunga gli strati superficiali dell'oceano australe entro il 2050 in inverno nel 2100 durante tutto l'anno»

Tarling, evidenzia che si è trattato di uno studio pilota che ha fornito importanti dati e materiali su come gli i pteropodi risponderanno alle future condizioni oceaniche: «Ci sono voluti diversi anni anche per sviluppare una tecnica abbastanza sensibile per guardare l'esterno delle conchiglie con microscopi a scansione elettronica ad alta potenza, dal momento che i gusci e il modello di dissoluzione sono sottili sottile. Ora stiamo avviando un programma molto più completo, interamente focalizzato sugli effetti dell'acidificazione degli oceani, non solo sugli pteropodi ma su una più ampia gamma di organismi».


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