giovedì, novembre 22, 2012
Nasce BeWeb il primo portale di beni culturali ecclesiastici dell’Italia.

Radio Vaticana - Dipinti, suppellettili sacre e statue: in tutto sono oltre 3 milioni gli oggetti catalogati sul sito. A presentare stamani l’iniziativa presso la nostra emittente, mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, e mons. Stefano Russo, direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni culturali ecclesiastici. A seguirla per noi Debora Donnini: Una vetrina sull’immenso patrimonio artistico ecclesiastico presente in Italia. Questo e molto altro è BeWeb: sul sito www.chiesacattolica.it/beweb, il visitatore può accedere a inestimabili capolavori dell’arte quali pale d’altare, amboni marmorei e lignei, ostensori fino a semplici manufatti artigianali, come ci spiega mons. Stefano Russo:

“Troviamo dipinti che possono essere considerati veri e propri capolavori artistici e così anche suppellettili di carattere sacro, meno importanti dal punto di vista storico artistico, magari di carattere artigianale, che però hanno un grande valore rispetto al legame che hanno con la devozione popolare. Quindi, ritroviamo opere che possono essere riferite anche ai più grandi autori e artisti del passato ma anche opere di autori sconosciuti che però sono molto importanti per quella comunità locale che li ha partoriti e che ancora oggi li custodisce e che in alcuni casi continua ad utilizzarli, ad esempio, per le liturgie”.

Diversi, dunque, i percorsi che si possono seguire sul portale: da quelli di carattere storico e artistico a quelli connessi al vissuto di fede delle comunità cristiane. BeWeb permette inoltre di restituire in una visione integrata gli istituti culturali ecclesiastici presenti sul territorio: musei, archivi, biblioteche. Mons. Mariano Crociata:

“Permette di mettere in evidenza il patrimonio enorme di cui disponiamo, di renderlo fruibile alla conoscenza, alla valorizzazione anche pastorale, non solo informativa, delle diocesi. E’ un servizio anche per tutta la collettività perché permette di prendere coscienza dell’enorme patrimonio, dello sforzo straordinario che la Chiesa ha fatto e sta facendo, naturalmente in sinergia con le istituzioni statali competenti. Quindi, la possibilità di interagire con una società e un Paese in cui il patrimonio culturale è una delle risorse fondamentali sia dal punto di vista della coscienza culturale, della storia, della tradizione, sia dal punto di vista economico come potenzialità di patrimonio da conoscere e da far conoscere in Italia e un po’ in tutto il mondo, vista la consistenza del tutto unica di questo patrimonio rispetto a tanti altri Paesi”.


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