Mantenere lo stesso servizio spendendo di meno attraverso l'incremento dell'efficienza è un obiettivo per tutti i settori ed è specialmente valido nel caso dell'illuminazione pubblica che pesa non poco sul bilancio dei comuni
GreenReport - Il dato che emerge dalla ricerca dell'Enea nell'ambito del Progetto Lumière, dedicato a sindaci e comuni per promuovere l'efficienza energetica, e riferito ai consuntivi del 2010 mostra come l'illuminazione pubblica pesi sui bilanci dei comuni. Con gli aumenti più recenti del costo dell'energia elettrica, infatti, si sta superando in Italia la spesa di un miliardo l'anno per l'illuminazione pubblica, il che significa poco meno di 20 euro ad abitante. Secondo la Fire (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia), il costo dell'illuminazione pubblica si aggira fra il 15 ed il 25% del totale delle spese energetiche di un Ente locale, e può raggiungere il 50% di quelle elettriche. Nello specifico la spesa per l'illuminazione è rappresentata da un 90% per i lampioni (illuminazione vera e propria) e dal restante 10% per i semafori. «Cifre che potrebbero essere sensibilmente abbassate, adottando tecnologie a risparmio energetico- affermano da Alleanza per il Clima- L'impiego di alimentatori elettronici, ad esempio, permetterebbe di ridurre i consumi di energia elettrica fra il 5 ed il 10%, mentre basterebbe installare dei riduttori di flusso per risparmiare dal 15 al 30%». Il peso specifico elevato dell'illuminazione pubblica nei bilanci comunali è confermato dai dati di due gruppi di Enti locali (30 comuni della provincia di Roma e un gruppo di comuni della provincia di Milano) aderenti al Patto dei sindaci, che attraverso il software EcoREGION e il database della fondazione Cariplo, stanno quantificando, monitorando e analizzando on line (info su EcoREGION su www.bilancio-co2.it) le proprie emissioni di CO2, per arrivare alla presentazione di un Piano d'azione per l'energia Sostenibile (Paes), opportunamente calibrato sulle esigenze e le caratteristiche del territorio. Per quanto riguarda la provincia di Roma, prendendo come anno di riferimento il 2009 e valutando i dati elaborati di tutti i comuni (tranne Roma, che non fa parte del database), il consumo energetico attribuibile alla pubblica illuminazione è circa il 45% del totale dei consumi energetici dell'ente comunale e il 67% dei consumi elettrici: in termini di emissioni stiamo parlando di quasi 13.500 tonnellate di CO2 complessive. I consumi pro capite oscillano dai 12 kWh/abitante di Rocca Priora ai 150 kWh/abitante di Carpineto Romano, mentre il dato medio si attesta sui 72 kWh/abitante. Per i comuni della provincia di Milano (escluso il capoluogo) aderenti al Patto, il dato medio invece è pari a 90 kWh/abitante. Questi numeri sono tutto sommato in linea con il dato nazionale medio di consumi pro capite per la pubblica illuminazione che è di 105 kWh, mentre in Germania si consuma meno della metà, ovvero circa 42 kWh ad abitante e non ci risulta che le città tedesche siano meno illuminate.
GreenReport - Il dato che emerge dalla ricerca dell'Enea nell'ambito del Progetto Lumière, dedicato a sindaci e comuni per promuovere l'efficienza energetica, e riferito ai consuntivi del 2010 mostra come l'illuminazione pubblica pesi sui bilanci dei comuni. Con gli aumenti più recenti del costo dell'energia elettrica, infatti, si sta superando in Italia la spesa di un miliardo l'anno per l'illuminazione pubblica, il che significa poco meno di 20 euro ad abitante. Secondo la Fire (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia), il costo dell'illuminazione pubblica si aggira fra il 15 ed il 25% del totale delle spese energetiche di un Ente locale, e può raggiungere il 50% di quelle elettriche. Nello specifico la spesa per l'illuminazione è rappresentata da un 90% per i lampioni (illuminazione vera e propria) e dal restante 10% per i semafori. «Cifre che potrebbero essere sensibilmente abbassate, adottando tecnologie a risparmio energetico- affermano da Alleanza per il Clima- L'impiego di alimentatori elettronici, ad esempio, permetterebbe di ridurre i consumi di energia elettrica fra il 5 ed il 10%, mentre basterebbe installare dei riduttori di flusso per risparmiare dal 15 al 30%». Il peso specifico elevato dell'illuminazione pubblica nei bilanci comunali è confermato dai dati di due gruppi di Enti locali (30 comuni della provincia di Roma e un gruppo di comuni della provincia di Milano) aderenti al Patto dei sindaci, che attraverso il software EcoREGION e il database della fondazione Cariplo, stanno quantificando, monitorando e analizzando on line (info su EcoREGION su www.bilancio-co2.it) le proprie emissioni di CO2, per arrivare alla presentazione di un Piano d'azione per l'energia Sostenibile (Paes), opportunamente calibrato sulle esigenze e le caratteristiche del territorio. Per quanto riguarda la provincia di Roma, prendendo come anno di riferimento il 2009 e valutando i dati elaborati di tutti i comuni (tranne Roma, che non fa parte del database), il consumo energetico attribuibile alla pubblica illuminazione è circa il 45% del totale dei consumi energetici dell'ente comunale e il 67% dei consumi elettrici: in termini di emissioni stiamo parlando di quasi 13.500 tonnellate di CO2 complessive. I consumi pro capite oscillano dai 12 kWh/abitante di Rocca Priora ai 150 kWh/abitante di Carpineto Romano, mentre il dato medio si attesta sui 72 kWh/abitante. Per i comuni della provincia di Milano (escluso il capoluogo) aderenti al Patto, il dato medio invece è pari a 90 kWh/abitante. Questi numeri sono tutto sommato in linea con il dato nazionale medio di consumi pro capite per la pubblica illuminazione che è di 105 kWh, mentre in Germania si consuma meno della metà, ovvero circa 42 kWh ad abitante e non ci risulta che le città tedesche siano meno illuminate.
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