Nel centro di Milano, in via Farini, di fronte alla basilica di Sant’Antonio, si trova la sede dell’associazione Qiqajon, che si propone come famiglia di prima accoglienza per i minori in difficoltà
Gesti semplici e concreti, un sorriso e una stretta di mano, uno scambio di battute e un’accoglienza sincera: è quello che si può trovare a via Farini 17, nel centro di Milano, a due passi da Porta Garibaldi e di fronte alla basilica di Sant’Antonio, a cui Qiqajon è legata per l’assistenza spirituale da parte dei frati. Il progetto nasce dal desiderio e dalla tenace volontà di Luigi e Piera Bozzi che, una volta trasferitisi in quella zona con la loro famiglia e i loro quattro figli, hanno sentito l’urgenza di mettere a frutto i talenti ricevuti, trasformarli e offrire qualcosa a chi ne ha bisogno. Il desiderio si è concretizzato negli anni nel progetto Qiqajon: accoglienza, reciprocità, condivisione, solidarietà. Con l’aiuto di amici volontari, per la maggior parte appartenenti all’Ordine Francescano Secolare di Milano e dintorni, sono riusciti a mettere in piedi un vero e proprio centro di accoglienza.
Al momento al Qiqajon è attivo un centro diurno, “Giona”, rivolto ai ragazzi della scuola media inferiore, che fornisce un sostegno educativo, in ambiente protetto, finalizzato alla prevenzione del disagio; un micronido, il “Germoglio”, che accoglie bambini di età compresa tra 1 e 3 anni provenienti da famiglie che non sempre possono sostenere i costi elevati del servizio privato; un centro ricreativo estivo, “Vacanze”, che accoglie nei mesi estivi di giugno e luglio bambini e ragazzi dalla prima elementare alla terza media, finalizzato alla socializzazione e alla crescita dei giovani in un ambiente familiare e stimolante.
Piccoli semi che hanno dato i loro frutti e che con molta probabilità continueranno a fruttificare nella semplicità e nell’accoglienza che si respira in via Farini. Nel salone delle attività è appeso un cartellone con tutti i nomi dei ragazzi del centro diurno e del micronido mentre in un altro cartellone sono scritte le ‘regole’ da rispettare per la civile convivenza, non solo al Qiqajon, e per il rispetto reciproco. Al piano superiore, una piccola cappella che accoglie tutti gli amici e che si anima il sabato pomeriggio con la messa, condivisa e vissuta anch’essa in semplicità. Piccoli gesti, semplici e concreti, accoglienti. Un sorriso, una preghiera, un piatto di pasta da mangiare insieme, una porta che si apre e la casa si fa chiesa.
Gesti semplici e concreti, un sorriso e una stretta di mano, uno scambio di battute e un’accoglienza sincera: è quello che si può trovare a via Farini 17, nel centro di Milano, a due passi da Porta Garibaldi e di fronte alla basilica di Sant’Antonio, a cui Qiqajon è legata per l’assistenza spirituale da parte dei frati. Il progetto nasce dal desiderio e dalla tenace volontà di Luigi e Piera Bozzi che, una volta trasferitisi in quella zona con la loro famiglia e i loro quattro figli, hanno sentito l’urgenza di mettere a frutto i talenti ricevuti, trasformarli e offrire qualcosa a chi ne ha bisogno. Il desiderio si è concretizzato negli anni nel progetto Qiqajon: accoglienza, reciprocità, condivisione, solidarietà. Con l’aiuto di amici volontari, per la maggior parte appartenenti all’Ordine Francescano Secolare di Milano e dintorni, sono riusciti a mettere in piedi un vero e proprio centro di accoglienza.
Al momento al Qiqajon è attivo un centro diurno, “Giona”, rivolto ai ragazzi della scuola media inferiore, che fornisce un sostegno educativo, in ambiente protetto, finalizzato alla prevenzione del disagio; un micronido, il “Germoglio”, che accoglie bambini di età compresa tra 1 e 3 anni provenienti da famiglie che non sempre possono sostenere i costi elevati del servizio privato; un centro ricreativo estivo, “Vacanze”, che accoglie nei mesi estivi di giugno e luglio bambini e ragazzi dalla prima elementare alla terza media, finalizzato alla socializzazione e alla crescita dei giovani in un ambiente familiare e stimolante.
Piccoli semi che hanno dato i loro frutti e che con molta probabilità continueranno a fruttificare nella semplicità e nell’accoglienza che si respira in via Farini. Nel salone delle attività è appeso un cartellone con tutti i nomi dei ragazzi del centro diurno e del micronido mentre in un altro cartellone sono scritte le ‘regole’ da rispettare per la civile convivenza, non solo al Qiqajon, e per il rispetto reciproco. Al piano superiore, una piccola cappella che accoglie tutti gli amici e che si anima il sabato pomeriggio con la messa, condivisa e vissuta anch’essa in semplicità. Piccoli gesti, semplici e concreti, accoglienti. Un sorriso, una preghiera, un piatto di pasta da mangiare insieme, una porta che si apre e la casa si fa chiesa.
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