mercoledì, novembre 07, 2012
Nel centro di Milano, in via Farini, di fronte alla basilica di Sant’Antonio, si trova la sede dell’associazione Qiqajon, che si propone come famiglia di prima accoglienza per i minori in difficoltà

di Monica Cardarelli

Gesti semplici e concreti, un sorriso e una stretta di mano, uno scambio di battute e un’accoglienza sincera: è quello che si può trovare a via Farini 17, nel centro di Milano, a due passi da Porta Garibaldi e di fronte alla basilica di Sant’Antonio, a cui Qiqajon è legata per l’assistenza spirituale da parte dei frati. Il progetto nasce dal desiderio e dalla tenace volontà di Luigi e Piera Bozzi che, una volta trasferitisi in quella zona con la loro famiglia e i loro quattro figli, hanno sentito l’urgenza di mettere a frutto i talenti ricevuti, trasformarli e offrire qualcosa a chi ne ha bisogno. Il desiderio si è concretizzato negli anni nel progetto Qiqajon: accoglienza, reciprocità, condivisione, solidarietà. Con l’aiuto di amici volontari, per la maggior parte appartenenti all’Ordine Francescano Secolare di Milano e dintorni, sono riusciti a mettere in piedi un vero e proprio centro di accoglienza.

Al momento al Qiqajon è attivo un centro diurno, “Giona”, rivolto ai ragazzi della scuola media inferiore, che fornisce un sostegno educativo, in ambiente protetto, finalizzato alla prevenzione del disagio; un micronido, il “Germoglio”, che accoglie bambini di età compresa tra 1 e 3 anni provenienti da famiglie che non sempre possono sostenere i costi elevati del servizio privato; un centro ricreativo estivo, “Vacanze”, che accoglie nei mesi estivi di giugno e luglio bambini e ragazzi dalla prima elementare alla terza media, finalizzato alla socializzazione e alla crescita dei giovani in un ambiente familiare e stimolante.

Piccoli semi che hanno dato i loro frutti e che con molta probabilità continueranno a fruttificare nella semplicità e nell’accoglienza che si respira in via Farini. Nel salone delle attività è appeso un cartellone con tutti i nomi dei ragazzi del centro diurno e del micronido mentre in un altro cartellone sono scritte le ‘regole’ da rispettare per la civile convivenza, non solo al Qiqajon, e per il rispetto reciproco. Al piano superiore, una piccola cappella che accoglie tutti gli amici e che si anima il sabato pomeriggio con la messa, condivisa e vissuta anch’essa in semplicità. Piccoli gesti, semplici e concreti, accoglienti. Un sorriso, una preghiera, un piatto di pasta da mangiare insieme, una porta che si apre e la casa si fa chiesa.

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