venerdì, novembre 23, 2012
Presentato il Rapporto Mondiale UNAIDS 2012

Comunità di Sant'Egidio - E’ stato presentato ieri a Ginevra dall’UNAIDS il nuovo rapporto mondiale sull’AIDS, World AIDS Day report: Results , che delinea alcuni significativi progressi nella lotta contro l’AIDS negli ultimi anni. Il rapporto mostra una riduzione di più del 50% del tasso di nuove infezioni da HIV in 25 paesi a medio e basso reddito, di cui più della metà in Africa sub-Sahariana, la regione più colpita dall’HIV. Per riportare alcuni numeri, dal 2001 i tassi di nuove infezioni si sono ridotti del 73% in Malawi, 71% in Botswana, 68% in Namibia, 58% in Zambia, 50% in Zimbabwe e 41% in Sudafrica e in Swaziland. In Africa sub-Sahariana si sono inoltre ridotte del 32%, dal 2005 al 2011, le morti per malattie AIDS-correlate ed è aumentato il numero di persone in trattamento antiretrovirale.

Il maggior successo è stato forse raggiunto tra i bambini: il 50% della riduzione dell’incidenza mondiale dell’infezione da HIV è infatti avvenuto tra i più piccoli, grazie ai programmi di prevenzione verticale madre-figlio. In particolare in 6 Paesi dell’Africa sub-Sahariana – Burundi, Kenya, Namibia, Sudafrica, Togo e Zambia – tale numero è diminuito del 40% tra il 2009 e il 2011. Ancora una volta quindi la lotta all’AIDS passa attraverso l’accesso agli antiretrovirali, farmaci efficaci non solo nel trattamento ma anche nella prevenzione della trasmissione dell’HIV. In tutto il mondo sono aumentate del 63% le persone in trattamento, incluse le donne in gravidanza. Tuttavia sono ancora 6.8 milioni coloro che dovrebbero beneficiare della terapia ma che non hanno accesso alla cura.

Mancano 1000 giorni al raggiungimento degli obiettivi prefissati: zero nuove infezioni, zero discriminazioni, zero morti AIDS-correlate. La strada per raggiungere il “Getting to zero” sebbene si inizino a vedere i primi risultati, è ancora lunga. I trends positivi presentati in questo report dimostrano come, sostenendo programmi di prevenzione e di trattamento dell’infezione da HIV, sia possibile il rapido declino dell’infezione in tutto il mondo. D’altra parte già nel 2006 Marazzi e i suoi collaboratori del programma DREAM della Comunità di Sant'Egidio, avevano dimostrato come, somministrando la triterapia durante la gravidanza a donne mozambicane HIV+, fosse possibile ridurre la carica virale nel sangue e nel latte materno, con un tasso di trasmissione verticale a 6 mesi dell’1.4%. Si dimostrò quindi come fosse possibile raggiungere, anche in paesi a risorse limitate, gli stessi traguardi raggiunti in occidente. Inoltre le donne africane potevano allattare in sicurezza, senza il rischio di trasmettere ai loro figli il virus attraverso il latte! Tali risultati sono stati confermati da studi condotti dallo stesso gruppo negli anni successivi: l’ HAART è efficace nel ridurre la trasmissione materno-infantile del virus dell’HIV durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.

E’ quanto emerge da un lavoro del 2010 pubblicato sulla rivista scientifica AIDS : il tasso di trasmissione a 12 mesi è risultato essere del 2% tra i bambini allattati al seno. La terapia alle donne in gravidanza in Africa sub-Sahariana è quindi la strategia per fermare l’epidemia da HIV. Non solo: secondo un recentissimo studio è possibile intervenire anche sulla trasmissione sessuale dell’infezione. A questi risultati sono giunti ancora una volta i ricercatori DREAM, partendo dal modello matematico di Granich.

Prendendo in considerazione i dati di pazienti dei centri DREAM del Malawi e del Mozambico ed inserendoli in un modello teorico, si è visto infatti che sarebbe possibile raggiungere una riduzione dell’infettività di cinque volte, dall’1.6% allo 0.3%. L’uso della triterapia consentirebbe infatti di ridurre la carica virale e quindi l’infettività di un individuo sessualmente attivo. In questo modo l’incidenza diminuirebbe dal 7% al 2% in 2 anni (raggiungendo l’1% in 20 anni) con una riduzione della prevalenza del 50% (dal 12% al 6%). Garantire quindi l’accesso alla terapia antiretrovirale all’intera popolazione HIV positiva dell’Africa sub-Sahariana non potrebbe essere la strategia efficace per sconfiggere l’HIV/AIDS?

I ricercatori DREAM rispondono di sì. Alla loro voce aggiungiamo quella del Direttore Esecutivo dell’UNAIDS, Michel Sidibé che in occasione della presentazione del nuovo report ha dichiarato che l’UNAIDS si impegnerà nel sostegno dei paesi che lottano contro l’HIV per accelerare l’accesso al test e al trattamento. Test a tutti e trattamento immediato: questa è la strategia vincente.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

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