giovedì, novembre 01, 2012
Violenza senza fine in Siria, dove, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, nelle ultime 24 hanno perso la vita oltre 180 persone, fra civili, ribelli e soldati dell’esercito. Sulla drammatica situazione continuano a pesare le divisioni internazionali su una possibile soluzione diplomatica del conflitto.  

Radio Vaticana - Proseguono i bombardamenti aerei sui sobborghi di Damasco controllati dagli insorti e in numerose altre località della Siria. Lo riferiscono gli attivisti sui social network, che parlano di mig in azione sulla capitale e di elicotteri vicino Latakia. I comitati denunciano anche operazioni dell'artiglieria a Daraa, Hula e Homs. Colpite duramente anche le forze governative: 28 soldati dell’esercito hanno perso la vita negli attacchi a tre checkpoints intorno alla città di Saraqeb. E mentre la guerra civile imperversa sul terreno la soluzione politica resta lontanissima. Mosca continua a sostenere il presidente Assad: il ministro degli Esteri russo Lavrov ha affermato che una estromissione del capo di Stato siriano pregiudica qualsiasi piano di pace. Il segretario di Stato Usa Clinton ha ribadito, al contrario, che gli Stati Uniti vogliono “aiutare l'opposizione a unirsi”. Dal canto suo la Cina - che insieme alla Russia ha più volte posto il veto su risoluzioni Onu di condanna al governo di Damasco – ha avanzato una “nuova proposta” imperniata su due punti: tregue limitate e circoscritte “regione per regione” e la creazione di un “governo transitorio”. La soluzione è stata esposta ieri a Pechino all’inviato dell’Onu Brahimi. Ma fra le parti in conflitto la diffidenza resta altissima e, al momento, non c’è alcuna intenzione di trattare. Il Consiglio Nazionale Siriano, principale cartello delle forze di opposizione, ha accusato apertamente la comunità internazionale di alimentare l'estremismo islamico attraverso la mancanza di un sostegno concreto a favore dei ribelli.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Il sostegno ai ribelli che, oramai hanno trasformato questa guerra in una vera e propria jihad, è anche troppo.Nazioni come Quatar,Arabia Saudita e Turchia insieme all'intera UE ,chi piu' di meno,sostengono direttamente i ribelli.E come dimenticare la prima linea formata dagli Stati Uniti e dai "tolleranti" israeliani divenuti oramai famosi per il loro supporto ad Al Quaeda ed ai terroristi di tutto il mondo...

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