lunedì, novembre 19, 2012
E’ avvenuta ieri l’intronizzazione del nuovo Papa copto Tawadros II, eletto lo scorso 4 novembre in Egitto. Prove di dialogo tra copti e musulmani

di Mariangela Laviano

Si presenta bene, almeno in apparenza, il 118° Papa della Chiesa copta ortodossa egiziana, Tawadros II, successore di Shenouda III, già noto agli osservatori internazionali per la sue qualità di teologo ma soprattutto per la volontà di puntare sul dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani. Ieri la comunità dei copti, insieme al mondo laico e religioso, ha assistito con trepidazione e commozione all’incoronazione del Pontefice, avvenuta nella Cattedrale di San Marco, al Cairo, la stessa in cui, lo scorso 4 novembre, il nome di Tawadros fu estratto a sorte da un bimbo bendato durante la celebrazione di designazione della nuova guida spirituale della comunità.

Al Papa Tawadros si presentano da subito grandi sfide, e come Patriarca è chiamato a “servire” la più grande comunità cristiana in Medio Oriente mettendo fine al periodo di transizione gestito dal vescovo Bakhomious. Non ultima sarà la prova di rivedere i rapporti con le autorità politiche e religiose islamiche in Egitto. Persuaso dalla necessità sempre più impellente di un vero dialogo tra il mondo cristiano e quello musulmano, il nuovo successore ribadisce la sua missione come guida «al servizio di tutto il popolo, musulmano e cristiano, con la priorità di sistemare la casa dall’interno in cooperazione con tutti».

Sulla stessa lunghezza d’onda sembrano essere le parole di augurio del Presidente Morsi il quale, pur non essendo presente personalmente alla cerimonia di insediamento, ha augurato al Patriarca il successo nello svolgimento delle sue funzioni per l’unità e la coesione del popolo egiziano. Ha sottolineato inoltre nel suo messaggio che il popolo egiziano è un popolo unito dallo spirito di fratellanza e di amore rimarcando, ancora una volta, la sua intenzione di attuare una politica più inclusiva.

Siamo curiosi di vedere quale sarà la “via di mezzo” che le due figure intraprenderanno per fare dell’Egitto il centro propulsore di una politica che sul fronte interno affermi democraticamente i valori che hanno caratterizzato la Primavera araba e sul fronte estero aiuti l’intera area mediorientale a realizzare un progetto di pace vero e duraturo.

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