venerdì, dicembre 14, 2012
Nonostante il tentativo di cancellare il nome di Dio dalla storia, la sua luce continua a risplendere sull’umanità attraverso Cristo. Lo ha affermato questa mattina Benedetto XVI, nel ricevere in udienza la delegazione del piccolo paese molisano di Pescopennataro, che quest’anno ha donato al Papa l’abete natalizio di Piazza San Pietro. Nel pomeriggio, alle 16.30, il monumentale abete sarà illuminato nel corso di una cerimonia, alla presenza di mons. Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato. Il servizio di Alessandro De Carolis. 

Radio Vaticana -Ogni volta che l’uomo ha voluto spegnere nel mondo la luce accesa con la nascita di Gesù, il risultato è stato un buio fatto di orrori. L’imminente accensione dell’albero di Natale in Piazza San Pietro, accanto al Presepe in via di ultimazione, suggerisce a Benedetto XVI una riflessione fatta di luce e di ombre. La prima, accecante, del Dio fatto uomo, “venuto a dissipare le tenebre”. Le seconde, opera degli uomini, di quando – ha affermato il Papa – nelle varie epoche si è tentato di spegnere la luce di Dio, per accendere bagliori illusori e ingannevoli” e così “si sono aperte stagioni segnate da tragiche violenze sull’uomo”: “Questo perché, quando si cerca di cancellare il nome di Dio sulle pagine della storia, il risultato è che si tracciano righe storte, dove anche le parole più belle e nobili perdono il loro vero significato. Pensiamo a termini come ‘libertà’, ‘bene comune’, ‘giustizia’: privati del radicamento in Dio e nel suo amore, nel Dio che ha mostrato il suo volto in Gesù Cristo, queste realtà rimangono molto spesso in balìa degli interessi umani, perdendo l’aggancio con le esigenze di verità e di civile responsabilità”. Invece, ha ribadito Benedetto XVI agli abitanti della piccola località di Pescopennataro – poco più di trecento anime – da cui proviene l’abete natalizio, nessuno è mai riuscito a sopprimere la storia di luce di amore iniziata duemila anni fa a Betlemme: “Questa luce altissima, di cui l’albero natalizio è segno e richiamo, non solo non ha subito alcun calo di tensione col passare dei secoli e dei millenni, ma continua a risplendere su di noi e a illuminare ogni uomo che viene al mondo, specialmente quando dobbiamo attraversare momenti di incertezza e difficoltà”. Il Papa ha ringraziato per l’omaggio dell’albero – un abete bianco di 24 metri, il cui legno verrà utilizzato per scopi solidali – offerto dalla comunità molisana, guidata all’udienza dal vescovo di Trivento, Domenico Scotti. Ed ha accompagnato il gesto con un auspicio, in sintonia con l’Anno della Fede: “L’abete bianco che avete voluto donarmi, cari pescolani e abitanti dell’intera Regione del Molise, manifesta anche la fede e la religiosità della gente molisana (…) E’ compito di ciascuno di voi e dei vostri conterranei attingere costantemente a questo patrimonio e incrementarlo, per poter affrontare le nuove urgenze sociali e le odierne sfide culturali nel solco della consolidata e feconda fedeltà al cristianesimo”.

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