La più grande azienda di moda, Zara, e la sua casa madre Indetex, hanno firmato oggi l'impegno per eliminare le sostanze chimiche pericolose dai loro prodotti lungo tutta la catena di fornitura entro il 2020
GreenPeace - Questa vittoria è stata possibile grazie a tutti i modaioli, fashion blogger, attivisti e le oltre 315mila persone che nei giorni scorsi hanno firmato la petizione "Libera Zara dalle sostanze tossiche". Zara è l'ottavo marchio che si impegna a diventare toxic free da quando Greenpeace ha lanciato la campagna Detox nel 2011. Inditex richiederà a 20 fornitori di rivelare i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose a partire da marzo (e ad almeno 100 fornitori entro la fine del 2013), garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a ricevere informazioni corrette sugli scarichi di sostanze pericolose nell'ambiente, tra cui quelle di coloranti azoici che liberano ammine cancerogene.
Zara rafforzerà il processo di eliminazione degli alchilfenolestossilati dai prodotti e fisserà ulteriori scadenze a breve termine per l'eliminazione delle sostanze chimiche pericolose prioritarie, tra cui i perfluorocarburi (PFC).
Se la più grande azienda della moda può realizzare vestiti senza sostanze tossiche, non ci sono scuse per gli altri marchi che devono ripulire la loro catena di fornitura. I consumatori di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce ed è ora per gli altri marchi come Esprit, Gap e Victoria's Secret di ascoltare i loro clienti e sbarazzarsi delle sostanze tossiche.
L'impegno di Zara è arrivato appena dopo nove giorni dal lancio del rapporto internazionale "Toxic Threads: The Big Fashion Stitch-Up". Da allora sono state decine di migliaia le azioni su Facebook e Twitter, e oltre 700 persone hanno manifestato fuori dai negozi Zara in tutto il mondo.
L'impegno di Zara ad agire con più trasparenza è una pietra miliare nella produzione tessile e sarà la chiave di volta per convincere gli altri marchi a impegnarsi verso l’azzeramento delle emissioni di sostanze pericolose entro il 2020. Essere fashion senza inquinare è possibile.
GreenPeace - Questa vittoria è stata possibile grazie a tutti i modaioli, fashion blogger, attivisti e le oltre 315mila persone che nei giorni scorsi hanno firmato la petizione "Libera Zara dalle sostanze tossiche". Zara è l'ottavo marchio che si impegna a diventare toxic free da quando Greenpeace ha lanciato la campagna Detox nel 2011. Inditex richiederà a 20 fornitori di rivelare i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose a partire da marzo (e ad almeno 100 fornitori entro la fine del 2013), garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a ricevere informazioni corrette sugli scarichi di sostanze pericolose nell'ambiente, tra cui quelle di coloranti azoici che liberano ammine cancerogene.
Zara rafforzerà il processo di eliminazione degli alchilfenolestossilati dai prodotti e fisserà ulteriori scadenze a breve termine per l'eliminazione delle sostanze chimiche pericolose prioritarie, tra cui i perfluorocarburi (PFC).
Se la più grande azienda della moda può realizzare vestiti senza sostanze tossiche, non ci sono scuse per gli altri marchi che devono ripulire la loro catena di fornitura. I consumatori di tutto il mondo hanno fatto sentire la loro voce ed è ora per gli altri marchi come Esprit, Gap e Victoria's Secret di ascoltare i loro clienti e sbarazzarsi delle sostanze tossiche.
L'impegno di Zara è arrivato appena dopo nove giorni dal lancio del rapporto internazionale "Toxic Threads: The Big Fashion Stitch-Up". Da allora sono state decine di migliaia le azioni su Facebook e Twitter, e oltre 700 persone hanno manifestato fuori dai negozi Zara in tutto il mondo.
L'impegno di Zara ad agire con più trasparenza è una pietra miliare nella produzione tessile e sarà la chiave di volta per convincere gli altri marchi a impegnarsi verso l’azzeramento delle emissioni di sostanze pericolose entro il 2020. Essere fashion senza inquinare è possibile.
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