Intervista di Silvio Foini al dr. Massimo De Molfetta, illustre oftalmologo dell'Ospedale
di Tradate (Varese), che risponde alle domande più frequenti dei pazienti
D - Cosa ci può dire a proposito della degenerazione maculare?
R - La degenerazione maculare legata all'età è una patologia che colpisce la zona centrale della retina, detta macula. È ad andamento progressivo e può portare alla perdita completa ed irreversibile della visione centrale. Nei paesi industrializzati è la prima causa di ipovisione nei soggetti di età superiore ai 50 anni. Colpisce di solito a partire dai 60 anni e la sua frequenza aumenta nella popolazione all'aumentare dell'età. È quasi sempre bilaterale. Le cause della malattia sembrano essere genetiche e legate all'ambiente. Il fumo è considerato un fattore di rischio grave su cui è possibile intervenire. I fattori causali più importanti, tuttavia, non sono modificabili, primi tra tutti la predisposizione genetica e l'età. La malattia si presenta come una diminuzione della vista nella zona centrale del campo visivo e/o con una deformazione delle immagini che costituisce il sintomo premonitore più importante. Si riconoscono due tipi di degenerazione maculare: "secca" o non essudativa; "umida" o essudativa o neovascolare. Circa il 90% dei pazienti presenta la forma secca e solo il 10% progredisce verso la forma umida. Nella DMLE secca la perdita della vista è di solito graduale e dipende dall'estensione delle lesioni a livello maculare. Non esiste alcun trattamento provato per questa forma; tuttavia, la visione centrale è spesso conservata e non tutti i pazienti vanno incontro ad una grave riduzione delle capacità visive. Nella DMLE essudativa (forma "neovascolare") la vista è minacciata dalla formazione di membrane di nuovi vasi al di sotto della retina in corrispondenza della macula. Le membrane neovascolari spesso tendono a sanguinare e/o a far trasudare liquido che si raccoglie sotto la retina. Se lasciate al loro destino le membrane neovascolari tendono a formare una grossa cicatrice al centro della retina, con conseguente calo della vista centrale. I nuovi vasi sanguigni tendono a "sollevare" la retina, rendendo inefficace la percezione e la trasmissione del segnale visivo. Una visita oculistica non sempre è sufficiente per una corretta diagnosi. Ci sono alcuni esami strumentali che l'oculista prescrive per confermare la diagnosi e classificare la malattia. Gli accertamenti sono i seguenti: la tomografia ottica a coerenza, l'angiografia con fluoresceina (fluorangiografia) ed, eventualmente, anche con verde di indocianina. Ad oggi sono state proposte svariate possibilità terapeutiche, ma i risultati sono ancora modesti. La terapia fotodinamica, le iniezioni intravitreali di farmaci anti-angiogenetici sono i soli trattamenti oggi disponibili.
D - Quali le cause della cataratta?
R - La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino. Questo processo, legato a fenomeni di ossidazione delle proteine che lo costituiscono, è il risultato di un fenomeno biochimico che si verifica con l'aumentare dell'età. L'allungamento della vita media ha portato a un aumento del numero di casi, tanto che oggi l'intervento di asportazione della cataratta è uno dei più eseguiti in tutti gli ospedali del mondo.
Anche se si tratta di una patologia tipica della senescenza, può interessare anche età meno avanzate, ma in questi casi si tratta di cataratta legata a fattori secondari (diabete, fenomeni infiammatori, esposizione eccessiva a radiazione infrarossa o ultravioletta, cause iatrogene e congenite).
D – Quali sono le cause del glaucoma?
R - Con il termine glaucoma indichiamo un gruppo molto diversificato di malattie oculari, accomunate dalla presenza di un danno cronico e progressivo del nervo ottico, con alterazioni caratteristiche dell'aspetto della sua "testa" (che si può osservare con esame del fondo oculare) e dello strato delle fibre nervose retiniche. Il glaucoma è una malattia importante poiché può provocare lesioni non reversibili: se non diagnosticato in tempo e se non curato a dovere potrebbe causare seri danni alla vista e, in alcuni casi, ipovisione e cecità. Negli stadi più avanzati si ha una visione cosiddetta 'tubulare' poiché si è persa la visione periferica mentre si vede ancora al centro del campo visivo. La più frequente forma di glaucoma (detto primario ad angolo aperto) è per lo più asintomatica, ad andamento lento ma inesorabile e viene spesso riscontrata in occasione di una visita oculistica con la misurazione della pressione dell’occhio ed il riscontro elevato di questa. È consigliabile, quindi, misurarsi periodicamente la pressione oculare (tono). I meccanismi attraverso i quali si sviluppa un glaucoma sono ancora in parte sconosciuti; ma sono stati individuati numerosi fattori di rischio, che si associano alla malattia, tra cui si segnalano, in particolare, pressione oculare elevata, età, etnia, familiarità (ossia ereditarietà), miopia, spessore corneale centrale e fattori vascolari.
Nel glaucoma primario per ragioni ancora sconosciute l'aumento del tono oculare è provocato da una produzione di umore acqueo superiore al normale oppure più facilmente dall'ostruzione delle vie di deflusso. Nei casi in cui il glaucoma fosse provocato invece da affezioni oculari in evoluzione, traumi o prolungata terapia con farmaci cortisonici si parla di glaucoma secondario.
D - A cosa serve il laser a eccimeri?
R - Si utilizza il laser a eccimeri, che asporta i tessuti per evaporazione con la precisione del millesimo di millimetro (micron), per la correzione dei difetti refrattivi. Questa procedura avviene tramite il rimodellamento della cornea, in modo da correggere il difetto di refrazione e migliorare la vista del paziente. Questi interventi, in pazienti selezionati e motivati, sono generalmente poco invasivi ed effettuati in anestesia locale, con l'applicazione di collirio anestetico. Il medico utilizza costantemente un microscopio operatorio per osservare la cornea. Viene richiesta una buona collaborazione da parte del paziente ed una corretta applicazione della terapia assegnata dal medico, sia pre- sia post-operatoria.
D - Cosa può dirci della puntura intravitreale? I suoi effetti sono permanenti? E' un intervento doloroso?
Le Iniezioni Intravitreali servono a curare principalmente le malattie neovascolari ed edemigene dell'occhio. L’efficacia delle iniezioni intravitreali dipende dal tipo di malattia trattata e dal grado di avanzamento della malattia stessa. Il problema sostanziale legato a queste terapie è però la breve durata. L’efficacia di azione del farmaco dentro l’occhio è, infatti, limitata. Tutti i farmaci agiscono generalmente per un mese o poco più, al termine del quale devono essere nuovamente iniettati. Le iniezioni sono in genere ripetute fino al regredire della patologia o fino alla perdita di efficacia. L'iniezione intravitreale è in genere una procedura veloce e solo lievemente fastidiosa. Normalmente è poco o affatto dolorosa ed è ottimamente tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti. E' comunque praticata in sala operatoria per rendere i minimi i rischi infettivi.
D - Qualche consiglio per la salute degli occhi nella stagione fredda?
R - L’inverno è un momento particolare per la vista, in quanto con l’abbassamento della temperatura la cornea diminuisce la sua capacità di reazione agli stimoli e agli agenti esterni. Inoltre, un ambiente troppo riscaldato, sbalzi di temperatura, umidità e vento, possono provocare bruciori, irritazioni e congiuntiviti. La fragilità capillare aumenta con l'esposizione alle basse temperature e gli arrossamenti improvvisi che appaiono, quasi sempre sono causati dalla maggiore fragilità dei capillari. Gli ambienti troppo riscaldati, chiusi e poco areati favoriscono una diminuzione della percentuale di umidità nell’aria che provoca secchezza a gli occhi. Occorre quindi controllare sempre il livello di umidità nell’aria e usare qualche goccia di lacrime artificiali.
Sulla neve bisogna fare particolare attenzione perché i raggi solari, sfruttando l’effetto riflettente della neve, diventano più intensi, provocando fastidiose congiuntiviti, arrossamenti o ustioni della cornea.
Fondamentale in questo caso proteggersi con lenti ad alta protezione Uv di qualità, fotocromatiche e schermanti. Ma le lenti vanno messe anche per proteggersi dal freddo e dal vento in generale, poiché tra la lente e l’occhio si crea una barriera di protezione che protegge dai raggi solari ma anche dal freddo.
D - Cosa ci può dire a proposito della degenerazione maculare?
R - La degenerazione maculare legata all'età è una patologia che colpisce la zona centrale della retina, detta macula. È ad andamento progressivo e può portare alla perdita completa ed irreversibile della visione centrale. Nei paesi industrializzati è la prima causa di ipovisione nei soggetti di età superiore ai 50 anni. Colpisce di solito a partire dai 60 anni e la sua frequenza aumenta nella popolazione all'aumentare dell'età. È quasi sempre bilaterale. Le cause della malattia sembrano essere genetiche e legate all'ambiente. Il fumo è considerato un fattore di rischio grave su cui è possibile intervenire. I fattori causali più importanti, tuttavia, non sono modificabili, primi tra tutti la predisposizione genetica e l'età. La malattia si presenta come una diminuzione della vista nella zona centrale del campo visivo e/o con una deformazione delle immagini che costituisce il sintomo premonitore più importante. Si riconoscono due tipi di degenerazione maculare: "secca" o non essudativa; "umida" o essudativa o neovascolare. Circa il 90% dei pazienti presenta la forma secca e solo il 10% progredisce verso la forma umida. Nella DMLE secca la perdita della vista è di solito graduale e dipende dall'estensione delle lesioni a livello maculare. Non esiste alcun trattamento provato per questa forma; tuttavia, la visione centrale è spesso conservata e non tutti i pazienti vanno incontro ad una grave riduzione delle capacità visive. Nella DMLE essudativa (forma "neovascolare") la vista è minacciata dalla formazione di membrane di nuovi vasi al di sotto della retina in corrispondenza della macula. Le membrane neovascolari spesso tendono a sanguinare e/o a far trasudare liquido che si raccoglie sotto la retina. Se lasciate al loro destino le membrane neovascolari tendono a formare una grossa cicatrice al centro della retina, con conseguente calo della vista centrale. I nuovi vasi sanguigni tendono a "sollevare" la retina, rendendo inefficace la percezione e la trasmissione del segnale visivo. Una visita oculistica non sempre è sufficiente per una corretta diagnosi. Ci sono alcuni esami strumentali che l'oculista prescrive per confermare la diagnosi e classificare la malattia. Gli accertamenti sono i seguenti: la tomografia ottica a coerenza, l'angiografia con fluoresceina (fluorangiografia) ed, eventualmente, anche con verde di indocianina. Ad oggi sono state proposte svariate possibilità terapeutiche, ma i risultati sono ancora modesti. La terapia fotodinamica, le iniezioni intravitreali di farmaci anti-angiogenetici sono i soli trattamenti oggi disponibili.
D - Quali le cause della cataratta?
R - La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino. Questo processo, legato a fenomeni di ossidazione delle proteine che lo costituiscono, è il risultato di un fenomeno biochimico che si verifica con l'aumentare dell'età. L'allungamento della vita media ha portato a un aumento del numero di casi, tanto che oggi l'intervento di asportazione della cataratta è uno dei più eseguiti in tutti gli ospedali del mondo.
Anche se si tratta di una patologia tipica della senescenza, può interessare anche età meno avanzate, ma in questi casi si tratta di cataratta legata a fattori secondari (diabete, fenomeni infiammatori, esposizione eccessiva a radiazione infrarossa o ultravioletta, cause iatrogene e congenite).
D – Quali sono le cause del glaucoma?
R - Con il termine glaucoma indichiamo un gruppo molto diversificato di malattie oculari, accomunate dalla presenza di un danno cronico e progressivo del nervo ottico, con alterazioni caratteristiche dell'aspetto della sua "testa" (che si può osservare con esame del fondo oculare) e dello strato delle fibre nervose retiniche. Il glaucoma è una malattia importante poiché può provocare lesioni non reversibili: se non diagnosticato in tempo e se non curato a dovere potrebbe causare seri danni alla vista e, in alcuni casi, ipovisione e cecità. Negli stadi più avanzati si ha una visione cosiddetta 'tubulare' poiché si è persa la visione periferica mentre si vede ancora al centro del campo visivo. La più frequente forma di glaucoma (detto primario ad angolo aperto) è per lo più asintomatica, ad andamento lento ma inesorabile e viene spesso riscontrata in occasione di una visita oculistica con la misurazione della pressione dell’occhio ed il riscontro elevato di questa. È consigliabile, quindi, misurarsi periodicamente la pressione oculare (tono). I meccanismi attraverso i quali si sviluppa un glaucoma sono ancora in parte sconosciuti; ma sono stati individuati numerosi fattori di rischio, che si associano alla malattia, tra cui si segnalano, in particolare, pressione oculare elevata, età, etnia, familiarità (ossia ereditarietà), miopia, spessore corneale centrale e fattori vascolari.
Nel glaucoma primario per ragioni ancora sconosciute l'aumento del tono oculare è provocato da una produzione di umore acqueo superiore al normale oppure più facilmente dall'ostruzione delle vie di deflusso. Nei casi in cui il glaucoma fosse provocato invece da affezioni oculari in evoluzione, traumi o prolungata terapia con farmaci cortisonici si parla di glaucoma secondario.
D - A cosa serve il laser a eccimeri?
R - Si utilizza il laser a eccimeri, che asporta i tessuti per evaporazione con la precisione del millesimo di millimetro (micron), per la correzione dei difetti refrattivi. Questa procedura avviene tramite il rimodellamento della cornea, in modo da correggere il difetto di refrazione e migliorare la vista del paziente. Questi interventi, in pazienti selezionati e motivati, sono generalmente poco invasivi ed effettuati in anestesia locale, con l'applicazione di collirio anestetico. Il medico utilizza costantemente un microscopio operatorio per osservare la cornea. Viene richiesta una buona collaborazione da parte del paziente ed una corretta applicazione della terapia assegnata dal medico, sia pre- sia post-operatoria.
D - Cosa può dirci della puntura intravitreale? I suoi effetti sono permanenti? E' un intervento doloroso?
Le Iniezioni Intravitreali servono a curare principalmente le malattie neovascolari ed edemigene dell'occhio. L’efficacia delle iniezioni intravitreali dipende dal tipo di malattia trattata e dal grado di avanzamento della malattia stessa. Il problema sostanziale legato a queste terapie è però la breve durata. L’efficacia di azione del farmaco dentro l’occhio è, infatti, limitata. Tutti i farmaci agiscono generalmente per un mese o poco più, al termine del quale devono essere nuovamente iniettati. Le iniezioni sono in genere ripetute fino al regredire della patologia o fino alla perdita di efficacia. L'iniezione intravitreale è in genere una procedura veloce e solo lievemente fastidiosa. Normalmente è poco o affatto dolorosa ed è ottimamente tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti. E' comunque praticata in sala operatoria per rendere i minimi i rischi infettivi.
D - Qualche consiglio per la salute degli occhi nella stagione fredda?
R - L’inverno è un momento particolare per la vista, in quanto con l’abbassamento della temperatura la cornea diminuisce la sua capacità di reazione agli stimoli e agli agenti esterni. Inoltre, un ambiente troppo riscaldato, sbalzi di temperatura, umidità e vento, possono provocare bruciori, irritazioni e congiuntiviti. La fragilità capillare aumenta con l'esposizione alle basse temperature e gli arrossamenti improvvisi che appaiono, quasi sempre sono causati dalla maggiore fragilità dei capillari. Gli ambienti troppo riscaldati, chiusi e poco areati favoriscono una diminuzione della percentuale di umidità nell’aria che provoca secchezza a gli occhi. Occorre quindi controllare sempre il livello di umidità nell’aria e usare qualche goccia di lacrime artificiali.
Sulla neve bisogna fare particolare attenzione perché i raggi solari, sfruttando l’effetto riflettente della neve, diventano più intensi, provocando fastidiose congiuntiviti, arrossamenti o ustioni della cornea.
Fondamentale in questo caso proteggersi con lenti ad alta protezione Uv di qualità, fotocromatiche e schermanti. Ma le lenti vanno messe anche per proteggersi dal freddo e dal vento in generale, poiché tra la lente e l’occhio si crea una barriera di protezione che protegge dai raggi solari ma anche dal freddo.
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Sono presenti 3 commenti
Ecco una bella cosa che mancava: informazione medica.Fa sempre piacere leggere qualcosa di uitile. Come faccio a porre qualche domanda al vostro dottore?
Grazie. Mariastella.
Buonasera sono una giovane donna con una miopia progressiva e astigmatismo lieve, vorrei sapere se ci sono centri specializzati in Lombardia, se mi ci potrei sottoporre e se è un intervento privato o convenzionato.Grazie
Buongiorno. Una domanda per il vostro dottore:
Come giudica gli occhiali progressivi? Io non mi trovo affatto affatto bene.
Grazie.
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