Google ha finanziato con 3 milioni di dollari il Consortium for the Barcode of Life (Cbol),
un'iniziativa globale che assembla i "codici a barre " del Dna delle specie in via di estinzione in tutto
il mondo.
GreenReport - Google sostiene il progetto attraverso i suoi nuovi Global Impact Awards che finanziano le organizzazioni senza scopo di lucro che utilizzano la tecnologia e l'innovazione per cercare di risolvere i problemi più urgenti. Il finanziamento di Google servirà a creare un data base online che si sta affermando come uno strumento fondamentale per l'applicazione delle leggi internazionali sulla tutela della fauna selvatica. Da quando è stata costituita nel 2004, il consorzio, al quale partecipano 200 organizzazioni ed enti (per l'Italia: dipartimento di Scienze e tecnologie per l'agricoltura, le foreste, la natura e l'energia dell'università della Tuscia; dipartimento di Scienze agrarie e ambientali - università di Udine; Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta) che hanno raccolto informazioni genetiche per più di 100.000 specie.
Con decine di migliaia di specie attualmente in pericolo di estinzione, gli organizzatori del progetto sperano che «Il database fornisca un modo rapido e poco costoso per identificare le specie, tra le quali molte che vengono regolarmente contrabbandate attraverso gli aeroporti. In alcuni casi, le forze dell'ordine sarebbero in grado di inviare un piccolo campione di tessuto ad un laboratorio per l'identificazione piuttosto che richiedere un esperto per identificare le specie».
Il consorzio prevede di collaborare con Sud Africa, Kenya, Nigeria, Messico, Brasile e un paese nel sud-est asiatico non ancora identificato, e lavorare sui rispettivi ordinamenti giuridici per capire quali tipi di dati funzionerebbero come prova per perseguire contrabbandieri.
La iBol global alliance è invece un formidabile schieramento di istituti di ricerca nazionali, scienziati e partner del settore privato, che unta ad un'alleanza tra le nazioni con elevata biodiversità e quelli con le infrastrutture necessarie per l'analisi delle sequenze del Dna-
Alla iBol global partnership attualmente aderiscono 25 Paesi divisi in: 4 "nodi" centrali: Canada, Cina, Unione europea (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Portogallo, Spagna) ed Usa che hanno la responsabilità principale del finanziamento e del coordinamento di iBol e della gestione e sostegno delle analisi e dei data base.
10 nodi regionali: Argentina, Australia, Brasile, India, Corea del sud, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Russia e Sudafrica che supervisioneranno gli sforzi regionali per i barcode. Inoltre la Nuova Zelanda si occuperà del programma in Antartide e la Norvegia nell'Artico.
6 Nodi Nazionali: Argentina, Colombia, Costa Rica, Kenya, Madagascar e Panama che implementeranno le indagini nazionali sulla biodiversità attraverso i codici a barre del Dna. I loro ricercatori assembleranno i campioni ed intrepreteranno i risultati e potranno anche utilizzare le "sequencing facilities" dei nodi centrali.
GreenReport - Google sostiene il progetto attraverso i suoi nuovi Global Impact Awards che finanziano le organizzazioni senza scopo di lucro che utilizzano la tecnologia e l'innovazione per cercare di risolvere i problemi più urgenti. Il finanziamento di Google servirà a creare un data base online che si sta affermando come uno strumento fondamentale per l'applicazione delle leggi internazionali sulla tutela della fauna selvatica. Da quando è stata costituita nel 2004, il consorzio, al quale partecipano 200 organizzazioni ed enti (per l'Italia: dipartimento di Scienze e tecnologie per l'agricoltura, le foreste, la natura e l'energia dell'università della Tuscia; dipartimento di Scienze agrarie e ambientali - università di Udine; Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta) che hanno raccolto informazioni genetiche per più di 100.000 specie.
Con decine di migliaia di specie attualmente in pericolo di estinzione, gli organizzatori del progetto sperano che «Il database fornisca un modo rapido e poco costoso per identificare le specie, tra le quali molte che vengono regolarmente contrabbandate attraverso gli aeroporti. In alcuni casi, le forze dell'ordine sarebbero in grado di inviare un piccolo campione di tessuto ad un laboratorio per l'identificazione piuttosto che richiedere un esperto per identificare le specie».
Il consorzio prevede di collaborare con Sud Africa, Kenya, Nigeria, Messico, Brasile e un paese nel sud-est asiatico non ancora identificato, e lavorare sui rispettivi ordinamenti giuridici per capire quali tipi di dati funzionerebbero come prova per perseguire contrabbandieri.
La iBol global alliance è invece un formidabile schieramento di istituti di ricerca nazionali, scienziati e partner del settore privato, che unta ad un'alleanza tra le nazioni con elevata biodiversità e quelli con le infrastrutture necessarie per l'analisi delle sequenze del Dna-
Alla iBol global partnership attualmente aderiscono 25 Paesi divisi in: 4 "nodi" centrali: Canada, Cina, Unione europea (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Portogallo, Spagna) ed Usa che hanno la responsabilità principale del finanziamento e del coordinamento di iBol e della gestione e sostegno delle analisi e dei data base.
10 nodi regionali: Argentina, Australia, Brasile, India, Corea del sud, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Russia e Sudafrica che supervisioneranno gli sforzi regionali per i barcode. Inoltre la Nuova Zelanda si occuperà del programma in Antartide e la Norvegia nell'Artico.
6 Nodi Nazionali: Argentina, Colombia, Costa Rica, Kenya, Madagascar e Panama che implementeranno le indagini nazionali sulla biodiversità attraverso i codici a barre del Dna. I loro ricercatori assembleranno i campioni ed intrepreteranno i risultati e potranno anche utilizzare le "sequencing facilities" dei nodi centrali.
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