Secondo il vescovo di Rennes l’attuale legge francese contempla la protezione degli esseri umani “fin dall‘inizio della vita”
Vescovi francesi di nuovo in campo, questa volta per combattere la proposta adottata dal Senato di un disegno di legge che autorizza la ricerca sull’embrione e sulle cellule staminali embrionali. In una nota diffusa ieri sera, il portavoce dei vescovi francesi mons. Bernard Podvin ricorda che “l’art. 46 della legge di bioetica del 2011 che prevede che ogni progetto di riforma sui problemi etici e le questioni della società sollevate dal progresso della conoscenza nei campi della biologia, della medicina e della salute deve essere preceduto da un dibattito pubblico sotto forma di Stati Generali”. E sulla proposta del Senato, la Conferenza episcopale francese rilancia una nota dell’arcivescovo di Rennes, Pierre d’Ornellas: “La vita dell‘embrione umano merita di essere protetto? Sì o no? Il Senato ha risposto in modo negativo e la ragione data è azzardata: il ritardo della Francia nella ricerca scientifica. Possibile - chiede il vescovo - che il progresso della ricerca francese dipenda da questa autorizzazione? L‘embrione umano ha il diritto di essere protetto. L’Europa chiede che la sua protezione sia assicurata il più possibile”. Secondo il vescovo, l’attuale legge francese contempla la protezione degli esseri umani “fin dall‘inizio della vita”.
È dunque “scioccante” - a parere di mons. d’Ornellas - che ora il Senato possa rimettere in discussione la legge e prevedere un cambiamento senza che prima non ci sia stato un vero dibattito. Il vescovo chiede perché si abbia paura di aprire la discussione. Inoltre - conclude - “il voto del Senato è ancora più sconcertante dal momento in cui nei test per i nuovi farmaci, la comunità scientifica internazionale favorisce ora le cellule staminali riprogrammate scoperte dai premi Nobel Gurdon e Yamanaka. Come affermato dal neurobiologo Alain Privat, l‘adozione di una disposizione che autorizza la sperimentazione sugli embrioni umani per principio invia al mondo un messaggio di negazione dell‘etica e di anacronismo scientifico”.
I Vescovi francesi incarnano il pensiero della Chiesa sui capisaldi del pensiero cattolico circa il rifiuto di considerare l’embrione un semplice agglomerato di cellule e il dovere di proteggerlo in modo assoluto. Si riportano in sintesi i punti fondamentali circa le confutazioni del cosiddetto pensiero laico, o per meglio dire laicista, per comprendere meglio l’intervento dei Vescovi. Va rifiutata la tesi di coloro che sostengono che l'embrione umano sarebbe:
Va rifiutato anche:
di Carlo Mafera
Vescovi francesi di nuovo in campo, questa volta per combattere la proposta adottata dal Senato di un disegno di legge che autorizza la ricerca sull’embrione e sulle cellule staminali embrionali. In una nota diffusa ieri sera, il portavoce dei vescovi francesi mons. Bernard Podvin ricorda che “l’art. 46 della legge di bioetica del 2011 che prevede che ogni progetto di riforma sui problemi etici e le questioni della società sollevate dal progresso della conoscenza nei campi della biologia, della medicina e della salute deve essere preceduto da un dibattito pubblico sotto forma di Stati Generali”. E sulla proposta del Senato, la Conferenza episcopale francese rilancia una nota dell’arcivescovo di Rennes, Pierre d’Ornellas: “La vita dell‘embrione umano merita di essere protetto? Sì o no? Il Senato ha risposto in modo negativo e la ragione data è azzardata: il ritardo della Francia nella ricerca scientifica. Possibile - chiede il vescovo - che il progresso della ricerca francese dipenda da questa autorizzazione? L‘embrione umano ha il diritto di essere protetto. L’Europa chiede che la sua protezione sia assicurata il più possibile”. Secondo il vescovo, l’attuale legge francese contempla la protezione degli esseri umani “fin dall‘inizio della vita”.
È dunque “scioccante” - a parere di mons. d’Ornellas - che ora il Senato possa rimettere in discussione la legge e prevedere un cambiamento senza che prima non ci sia stato un vero dibattito. Il vescovo chiede perché si abbia paura di aprire la discussione. Inoltre - conclude - “il voto del Senato è ancora più sconcertante dal momento in cui nei test per i nuovi farmaci, la comunità scientifica internazionale favorisce ora le cellule staminali riprogrammate scoperte dai premi Nobel Gurdon e Yamanaka. Come affermato dal neurobiologo Alain Privat, l‘adozione di una disposizione che autorizza la sperimentazione sugli embrioni umani per principio invia al mondo un messaggio di negazione dell‘etica e di anacronismo scientifico”.
I Vescovi francesi incarnano il pensiero della Chiesa sui capisaldi del pensiero cattolico circa il rifiuto di considerare l’embrione un semplice agglomerato di cellule e il dovere di proteggerlo in modo assoluto. Si riportano in sintesi i punti fondamentali circa le confutazioni del cosiddetto pensiero laico, o per meglio dire laicista, per comprendere meglio l’intervento dei Vescovi. Va rifiutata la tesi di coloro che sostengono che l'embrione umano sarebbe:
- un insieme di cellule umane, il quale, tuttavia, non costituirebbe un reale individuo umano, ma lo sarebbe soltanto "in potenza" per diventare tale a un dato momento, da stabilire per convenzione, nel processo del suo sviluppo;
- un prezioso strumento tecnologico sotto l'egida di una "buona azione" medica, con i pretesti del progresso della scienza, della tecnologia e della medicina in particolare, in vista di importanti nuove vie terapeutiche a servizio dell'uomo. Si avrebbe così uno sfruttamento dell'embrione, sfruttamento tanto più biasimevole perché spesso alimentato da mire commerciali;
- un puro "materiale biologico", senza una propria identità nel quadro della vita e senza la dignità propria dell'essere umano, e pertanto può essere trattato come un "oggetto";
- non meritevole di alcuna particolare attenzione morale, né di uno statuto speciale in quanto potenziale essere umano, ma tutt'al più di un rispetto proporzionale al suo grado di sviluppo, rispetto controbilanciato, soprattutto negli stadi iniziali, dai benefici potenziali derivanti dalla ricerca.
Va rifiutato anche:
- ogni intervento sul genoma che non sia rivolto al bene della persona, intesa come unità di corpo e spirito, o che ne violi l'integrità e la dignità;
- ogni tipo di manipolazione che metta a grave rischio la vita dell'embrione: analisi, crioconservazione ("congelamento") in alternativa al trasferimento in utero, sperimentazioni scientifiche sull'embrione in particolare quando si trova fuori dal corpo della madre ("in provetta"), selezione dei concepiti attraverso la diagnosi genetica prima del loro impianto in utero...;
- la distruzione volontaria dell' embrione, la quale è un aborto, un omicidio. E va notato che "la libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l'essere umano in schiavitù" BENEDETTO XVI).
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