Grande spettacolo di Roberto Benigni sulla Costituzione Italiana, vera ricchezza del nostro Paese
In un momento storico in cui la Costituzione è bistrattata da più parti e molti provano ad interpretarla secondo i propri interessi, oppure a cambiarla se ciò non dovesse bastare, il poeta dei nostri tempi Roberto Benigni ci regala una serata romantica e quasi magica, ricca di insegnamenti ed emozioni. L’inizio del grande comico toscano è tutto contro Berlusconi, che “è tornato per la sesta volta, un po’ come Lo Squalo 6” e che così “ha diviso l’Italia a metà: da una parte gli scontenti e dall’altra i disperati”, ma anche contro tutta la “medievale” politica italiana, dal Grillo-giullare, in grado solo di far gridare a folle di persone “vaff...”, al Dante Alighieri di sinistra che ha fondato il PD e non ha mai vinto, nemmeno nelle primarie con solo lui candidato; dal sindaco fiorentino che per una cena ad Arcore è stato odiato ed invidiato da tutti i suoi compagni di partito ai senatori che solo nell'antica Roma (?), corrotti, sedevano in parlamento, si facevano leggi ad personam e utilizzavano a scopi propri i soldi pubblici…
Finita la parte satirica, Benigni ha fatto un grande elogio della politica, non solo da rispettare ma addirittura da amare, e poi un excursus storico che ha portato alla nascita della Costituzione Italiana, la costituzione non dei “divieti” ma dei “voleri”. E poi via con i principi fondamentali della Costituzione, a partire dall’art. 1 che connota l’Italia (unica nel mondo) come “una repubblica fondata sul lavoro” e che decreta che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, sottolineando come il popolo è sì sovrano, ma si è vincolato alla Costituzione per non cadere in tentazioni ed errori già visti nel corso della storia (tutte le dittature, a partire dal nazismo di Hitler, avevano ricevuto l’approvazione popolare).
Enunciando poi l’articolo 2, che parla dei diritti inviolabili dell'uomo garantiti dalla Costituzione e dell'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, Benigni riconosce che i padri costituenti sono stati talmente bravi da trasformare in legge sentimenti bellissimi come la solidarietà. E addirittura nello scrivere l’incantevole articolo 3, che inizia con “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, i padri costituenti non potevano che essere entrati in uno stato di grazia (stile Woodstock!)!
E poi via con il lavoro, con l’Italia una e indivisibile (“i padri costituenti temevano che, dopo 30 o 40 anni, qualcuno potesse impazzire e provare a dividerla!”) e con la tutela delle minoranze linguistiche che sottintende anche la grandezza della lingua italiana. E ancora gli articoli 7 e 8 che promuovono la laicità dello Stato e l’indipendenza e la sovranità, nei rispettivi ordini, di Stato e Chiesa, o l’articolo 9 che promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica e tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Ancora una volta la Costituzione fa diventare legge la nostra memoria storica!
Non manca, durante la descrizione dell’articolo 11, un inno alla vita e un’aspra critica ai Paesi che si ritengono più civili di noi e che praticano la pena di morte, abominio di cui l’Italia non si macchierà mai. E poi c’è l’articolo 12 della nostra Costituzione, famoso in tutto il mondo nella prima parte: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ma importantissima è anche la seconda parte, che supera il nazionalismo e ci avvicina al mondo, in cui l’Italia si apre alle limitazioni della sovranità nazionale se “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. E ha così aperto al sogno dell’Europa Unita e ai 60 anni di pace che stiamo vivendo.
E infine c’è la bandiera tricolore che avvolge tutte queste splendide regole, che ci spiegano semplicemente come vivere in pace lavorando e amando tutti.
di Fabio Vitucci
In un momento storico in cui la Costituzione è bistrattata da più parti e molti provano ad interpretarla secondo i propri interessi, oppure a cambiarla se ciò non dovesse bastare, il poeta dei nostri tempi Roberto Benigni ci regala una serata romantica e quasi magica, ricca di insegnamenti ed emozioni. L’inizio del grande comico toscano è tutto contro Berlusconi, che “è tornato per la sesta volta, un po’ come Lo Squalo 6” e che così “ha diviso l’Italia a metà: da una parte gli scontenti e dall’altra i disperati”, ma anche contro tutta la “medievale” politica italiana, dal Grillo-giullare, in grado solo di far gridare a folle di persone “vaff...”, al Dante Alighieri di sinistra che ha fondato il PD e non ha mai vinto, nemmeno nelle primarie con solo lui candidato; dal sindaco fiorentino che per una cena ad Arcore è stato odiato ed invidiato da tutti i suoi compagni di partito ai senatori che solo nell'antica Roma (?), corrotti, sedevano in parlamento, si facevano leggi ad personam e utilizzavano a scopi propri i soldi pubblici…
Finita la parte satirica, Benigni ha fatto un grande elogio della politica, non solo da rispettare ma addirittura da amare, e poi un excursus storico che ha portato alla nascita della Costituzione Italiana, la costituzione non dei “divieti” ma dei “voleri”. E poi via con i principi fondamentali della Costituzione, a partire dall’art. 1 che connota l’Italia (unica nel mondo) come “una repubblica fondata sul lavoro” e che decreta che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, sottolineando come il popolo è sì sovrano, ma si è vincolato alla Costituzione per non cadere in tentazioni ed errori già visti nel corso della storia (tutte le dittature, a partire dal nazismo di Hitler, avevano ricevuto l’approvazione popolare).
Enunciando poi l’articolo 2, che parla dei diritti inviolabili dell'uomo garantiti dalla Costituzione e dell'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, Benigni riconosce che i padri costituenti sono stati talmente bravi da trasformare in legge sentimenti bellissimi come la solidarietà. E addirittura nello scrivere l’incantevole articolo 3, che inizia con “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, i padri costituenti non potevano che essere entrati in uno stato di grazia (stile Woodstock!)!
E poi via con il lavoro, con l’Italia una e indivisibile (“i padri costituenti temevano che, dopo 30 o 40 anni, qualcuno potesse impazzire e provare a dividerla!”) e con la tutela delle minoranze linguistiche che sottintende anche la grandezza della lingua italiana. E ancora gli articoli 7 e 8 che promuovono la laicità dello Stato e l’indipendenza e la sovranità, nei rispettivi ordini, di Stato e Chiesa, o l’articolo 9 che promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica e tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Ancora una volta la Costituzione fa diventare legge la nostra memoria storica!
Non manca, durante la descrizione dell’articolo 11, un inno alla vita e un’aspra critica ai Paesi che si ritengono più civili di noi e che praticano la pena di morte, abominio di cui l’Italia non si macchierà mai. E poi c’è l’articolo 12 della nostra Costituzione, famoso in tutto il mondo nella prima parte: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ma importantissima è anche la seconda parte, che supera il nazionalismo e ci avvicina al mondo, in cui l’Italia si apre alle limitazioni della sovranità nazionale se “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. E ha così aperto al sogno dell’Europa Unita e ai 60 anni di pace che stiamo vivendo.
E infine c’è la bandiera tricolore che avvolge tutte queste splendide regole, che ci spiegano semplicemente come vivere in pace lavorando e amando tutti.
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Sono presenti 10 commenti
Grande Benigni !
Eccezionale Benigni...ci hai fatto sognare ed emozionare...bravo, l'Italia può farcela...
Benigni ci fa amare non solo l'italia, ma anche le sue leggi. Bravo!!!
dal belgio;ascoltare benigni una grande emozione penso che i politici farebbero bene ogni tanto ;invece di rilassarsi con bagni ed escort , si rilassassero facendo un bel ripasso della costituzione
era ora che venga ricordata la costituzione bisogna studiarla a scuola e non dimenticarla mai credo che anche fra i nostri politici non ci sia la conoscenza .Non si comporteebbero cosi come fanno se fosse altrimenti .Sei stato grande
Benigni ritorna la speranza che non sia perso tutto
grazie signor benigni dopo aver ascoltato la tua lettura sulla costituzione,lacrime di gioia e speranza ho provato.bisogna credere e sognare ancora nella grandezza del nostro paese.
roberto solo tu ci fai ricordare chi siamo e da dove veniamo....perchè la politica attuale ci sta facendo vergognare di noi stessi ma non è cosi'io sono felice e orgogliosa proprio come te di essere italiana e chi si deve vergognare sono chi h
a fatto scempio o meglio ha ignorato queste leggi facendo finta che il popolo fosse stupido,ma non è cosi' la tua trasmissione è valsa più di 1000 dibattiti politici percè hai detto la verità con passione e amore bravo roberto........
Qualunque iniziativa diretta ad avvicinare i cittadini alla Costituzione italiana va accolta con favore, per cui in linea di principio non contesto l'iniziativa del comico. Tuttavia, la "spiegazione" dei principi fondamentali proposta da Benigni, a mio avviso, sconta parecchi limiti. Anzitutto, l'esegesi di molte disposizioni costituzionali da lui proposta mi è parsa inesatta e in alcuni casi addirittura errata (chi ha studiato un po' di diritto costituzionale può facilmente rendersene conto). Ma in radice il metodo di esposizione non è dei più felici: non ci si può porre di fronte ad un testo giuridico come di fronte ad un testo poetico, come la Divina Commedia (di cui Benigni ha proposto finora delle letture di altissimo livello), o come di fronte ad un testo sacro (pessimo l'accostamento con i Dieci comandamenti). Faccio mio l'augurio della signora di cui sopra, che la Costituzione possa formare oggetto di studio serio e approfondito nelle scuole. Quella di Benigni è solo un'interpretazione del testo costituzionale a tratti poetica, ma molto personale e libera, che lascia il tempo che trova.
Per fortuna nel nostro paese ci sono uomini come Roberto benigni che sanno appassionarci spiegarci e soprattutto ricordarci chi siamo e da dove veniamo,magari senza tanti tecnicismi cari a qualcuno che ne lamenta la mancanza, ma credo che a ai piu' vada benissimo cosi',perche'si rendono conto di non avere mai sentito la spiegazione della costituzione con tanta chiarezza ed enfasi da farci sentire un solo popolo unito e indivisibile.
Bravo Fabio,grande articolo per un grande Benigni!
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