Questa volta a Talbisa: 15 morti, 10 sono bambini
Radio Vaticana - Nuova atrocità in Siria, simile nelle modalità all’eccidio di ieri ad Halfaya, dove 109 persone sono rimaste uccise in un bombardamento che ha colpito un panificio, attacco del quale il regime ha respinto la paternità. Questa volta, teatro della strage è stata la località di Talbisa, nel governatorato di Homs, nella quale almeno 15 civili, tra cui 10 bambini, hanno perso la vita nel corso di un raid aereo di Damasco anche in questo caso contro un panificio a Talbisa. La denuncia è arrivata dagli attivisti del Comitato generale della rivoluzione siriana. Nella capitale siriana si è intanto concluso senza risultati apparenti l’incontro di oggi tra il presidente Assad e l’inviato internazionale Lakhdar Brahimi, in cui si sarebbe discusso di possibili soluzioni al conflitto che da 21 mesi attraversa il Paese mediorientale. Ed è sempre di oggi invece la notizia riportata dalla televisione al-Jazeera, secondo cui le truppe governative avrebbero fatto uso di gas.
“La situazione in Siria è ancora preoccupante: speriamo che tutte le parti lavorino ad una soluzione, come vuole il popolo siriano”, ha detto Brahimi ai giornalisti dopo l’incontro con Assad. La coalizione nazionale dell’opposizione, presieduta dallo sceicco al-Khatib, ha però già detto che rifiuterà qualsiasi proposta che preveda la permanenza in carica di Assad, anche se con un ruolo solo formale. “Rifiutiamo ogni soluzione che non preveda innanzitutto l’uscita di scena di Assad”, ha spiegato al-Khatib. Mentre resta grande il cordoglio per la strage di ieri, costata la vita a oltre 90 persone, l’attenzione internazionale torna dunque alla situazione militare. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano britannico ‘Guardian’, alcuni “consiglieri militari” russi aiuterebbero i soldati di Damasco a manovrare i moderni sistemi di difesa aerea di cui la Siria sarebbe stata rifornita anche a conflitto iniziato. Alcuni attivisti d’opposizione citati dalla tv al-Jazeera hanno invece attribuito a un gas non meglio specificato la morte di sette persone ad Homs. L’uso di armi chimiche “sarebbe un suicidio politico” per il presidente Assad, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Lavrov, che ha però precisato di aver già ricevuto rassicurazioni dal governo di Damasco.
Radio Vaticana - Nuova atrocità in Siria, simile nelle modalità all’eccidio di ieri ad Halfaya, dove 109 persone sono rimaste uccise in un bombardamento che ha colpito un panificio, attacco del quale il regime ha respinto la paternità. Questa volta, teatro della strage è stata la località di Talbisa, nel governatorato di Homs, nella quale almeno 15 civili, tra cui 10 bambini, hanno perso la vita nel corso di un raid aereo di Damasco anche in questo caso contro un panificio a Talbisa. La denuncia è arrivata dagli attivisti del Comitato generale della rivoluzione siriana. Nella capitale siriana si è intanto concluso senza risultati apparenti l’incontro di oggi tra il presidente Assad e l’inviato internazionale Lakhdar Brahimi, in cui si sarebbe discusso di possibili soluzioni al conflitto che da 21 mesi attraversa il Paese mediorientale. Ed è sempre di oggi invece la notizia riportata dalla televisione al-Jazeera, secondo cui le truppe governative avrebbero fatto uso di gas.
“La situazione in Siria è ancora preoccupante: speriamo che tutte le parti lavorino ad una soluzione, come vuole il popolo siriano”, ha detto Brahimi ai giornalisti dopo l’incontro con Assad. La coalizione nazionale dell’opposizione, presieduta dallo sceicco al-Khatib, ha però già detto che rifiuterà qualsiasi proposta che preveda la permanenza in carica di Assad, anche se con un ruolo solo formale. “Rifiutiamo ogni soluzione che non preveda innanzitutto l’uscita di scena di Assad”, ha spiegato al-Khatib. Mentre resta grande il cordoglio per la strage di ieri, costata la vita a oltre 90 persone, l’attenzione internazionale torna dunque alla situazione militare. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano britannico ‘Guardian’, alcuni “consiglieri militari” russi aiuterebbero i soldati di Damasco a manovrare i moderni sistemi di difesa aerea di cui la Siria sarebbe stata rifornita anche a conflitto iniziato. Alcuni attivisti d’opposizione citati dalla tv al-Jazeera hanno invece attribuito a un gas non meglio specificato la morte di sette persone ad Homs. L’uso di armi chimiche “sarebbe un suicidio politico” per il presidente Assad, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Lavrov, che ha però precisato di aver già ricevuto rassicurazioni dal governo di Damasco.
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