Oggi il tifone ha raggiunto il mar Cinese meridionale e potrebbe colpire ancora il sud della Cina o la fascia costiera del Vietnam. Appello delle organizzazioni internazionali: servono 4,8 milioni di dollari in aiuto alle vittime. Circa 170mila sfollati ospitati nei centri di accoglienza. Onu: gli appelli hanno salvato vite umane. Il presidente Aquino: bisogna fare di più e meglio.
AsiaNews - Sale ancora il bilancio delle vittime del tifone Bopha, che si è abbattuto il 4 dicembre scorso sulle Filippine seminando morte e distruzione. Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità sono rimaste uccise almeno 475 persone, mentre a centinaia risultano ancora disperse. Dopo aver spazzato l'arcipelago, Bopha ha raggiunto oggi le acque del mar Cinese meridionale, al largo della provincia di Palawan, e punta verso il sud della Cina o la fascia costiera del Vietnam. Al momento almeno 170mila persone sono ospitate nei centri di accoglienza, ma si tratta sempre di stime provvisorie perché la situazione è in continua evoluzione. Esperti delle Nazioni Unite sottolineano che gli allerta preventivi - tramite appelli tv e sms telefonici - hanno permesso di salvare molte vite; tuttavia, il presidente Benigno Aquino ricorda che, in prospettiva, bisogna fare ancora di più e meglio.
Il tifone Bopha, ribattezzato Pablo nelle Filippine, ha investito il 4 dicembre scorso le isole meridionali dell'arcipelago con venti fino a 210 km/h, colpendo con particolare intensità Mindanao dove ha raso al suolo migliaia di case e sradicato alberi. Sulla costa orientale dell'isola i soccorritori hanno rinvenuto un totale di 258 cadaveri; altri 191 nell'area di New Bataan (regione di Davao) e Monkayo, celebri per i giacimenti di oro. Il capo della Protezione civile filippina Benito Ramos ha confermato che il numero delle vittime è in rapido aumento, con un bilancio che passa "da una a tre cifre". I soccorritori faticano ancora a raggiungere le aree più remote e isolate, dove è possibile che vi siano altri morti e dispersi. Le comunicazioni sono interrotte, aggiunge l'esperto, manca l'elettricità e strade e ponti sono andati distrutti. Mar Roxas, ministro degli Interni, in visita ieri a New Bataan, sottolinea che "intere famiglie potrebbero essere state spazzate via". Corazon Malanyaon, governatore di Davao Oriental, ricorda il problema degli sfollati che "non sappiamo dove mettere", perché "[il tifone] ha spazzato via i tetti di tutti i centri di accoglienza".
Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa hanno lanciato un appello urgente, chiedendo lo stanziamento di almeno 4,8 milioni di dollari per gli aiuti di emergenza alle popolazioni colpite. Ogni anno l'arcipelago filippino è investito dal passaggio di almeno 20 tifoni, alcuni dei quali dalla portata devastante. Bopha è il 16mo che colpisce le Filippine nel 2012. Ad agosto si sono registrate un centinaio di vittime e un milione di sfollati per una serie di violenti temporali. Nel 2011 sono stati invece 19 i tifoni, dei quali 10 di elevata intensità: il bilancio delle vittime ha toccato quota 1.500 la maggior parte dei quali è stata causata dal tifone Washi (cfr. AsiaNews 20/12/2011 Tifone Washi, Manila dichiara l'emergenza nazionale. Prime sepolture di fosse comuni).
AsiaNews - Sale ancora il bilancio delle vittime del tifone Bopha, che si è abbattuto il 4 dicembre scorso sulle Filippine seminando morte e distruzione. Secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità sono rimaste uccise almeno 475 persone, mentre a centinaia risultano ancora disperse. Dopo aver spazzato l'arcipelago, Bopha ha raggiunto oggi le acque del mar Cinese meridionale, al largo della provincia di Palawan, e punta verso il sud della Cina o la fascia costiera del Vietnam. Al momento almeno 170mila persone sono ospitate nei centri di accoglienza, ma si tratta sempre di stime provvisorie perché la situazione è in continua evoluzione. Esperti delle Nazioni Unite sottolineano che gli allerta preventivi - tramite appelli tv e sms telefonici - hanno permesso di salvare molte vite; tuttavia, il presidente Benigno Aquino ricorda che, in prospettiva, bisogna fare ancora di più e meglio.
Il tifone Bopha, ribattezzato Pablo nelle Filippine, ha investito il 4 dicembre scorso le isole meridionali dell'arcipelago con venti fino a 210 km/h, colpendo con particolare intensità Mindanao dove ha raso al suolo migliaia di case e sradicato alberi. Sulla costa orientale dell'isola i soccorritori hanno rinvenuto un totale di 258 cadaveri; altri 191 nell'area di New Bataan (regione di Davao) e Monkayo, celebri per i giacimenti di oro. Il capo della Protezione civile filippina Benito Ramos ha confermato che il numero delle vittime è in rapido aumento, con un bilancio che passa "da una a tre cifre". I soccorritori faticano ancora a raggiungere le aree più remote e isolate, dove è possibile che vi siano altri morti e dispersi. Le comunicazioni sono interrotte, aggiunge l'esperto, manca l'elettricità e strade e ponti sono andati distrutti. Mar Roxas, ministro degli Interni, in visita ieri a New Bataan, sottolinea che "intere famiglie potrebbero essere state spazzate via". Corazon Malanyaon, governatore di Davao Oriental, ricorda il problema degli sfollati che "non sappiamo dove mettere", perché "[il tifone] ha spazzato via i tetti di tutti i centri di accoglienza".
Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa hanno lanciato un appello urgente, chiedendo lo stanziamento di almeno 4,8 milioni di dollari per gli aiuti di emergenza alle popolazioni colpite. Ogni anno l'arcipelago filippino è investito dal passaggio di almeno 20 tifoni, alcuni dei quali dalla portata devastante. Bopha è il 16mo che colpisce le Filippine nel 2012. Ad agosto si sono registrate un centinaio di vittime e un milione di sfollati per una serie di violenti temporali. Nel 2011 sono stati invece 19 i tifoni, dei quali 10 di elevata intensità: il bilancio delle vittime ha toccato quota 1.500 la maggior parte dei quali è stata causata dal tifone Washi (cfr. AsiaNews 20/12/2011 Tifone Washi, Manila dichiara l'emergenza nazionale. Prime sepolture di fosse comuni).
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