Continua il ciclo di fiabe per bambini di Silvio Foini per il Natale 2012
Gaia era una ragazzina molto carina e intelligente ma a volte non aveva davvero voglia di studiare. Preferiva trascorrere le ore pomeridiane a giocare con il suo cane Lillo anziché applicarsi a fare i compiti e ad imparare ciò che doveva. Diceva parlando con il suo cagnolino: “Per intanto pensiamo a giocare e a ricorrerci sul prato che per i libri ci sarà tempo stasera”. Ma poi la sera c’erano tanti di quei cartoni animati in tv che sarebbe stato un peccato perderseli… I giorni e le settimane passavano così. La mamma le chiedeva sovente se avesse studiato e lei rispondeva affermativamente. In effetti, i professori della scuola media che frequentava non avevano mai avuto di che lamentarsi quando questa li incontrava.
Poi un giorno fu tempo del compito in classe di francese. Sul suo banco Gaia aveva un bel foglio con delle frasi scritte in italiano che avrebbe dovuto tradurre. Qui cominciarono i guai: “Come si scrive questa parola? Non ricordo di averla mai letta... Come si dice questo in francese? Caspita, non me lo ricordo!”. Così consegnò il foglio quasi in bianco e rimediò un bel quattro. Adesso era alquanto timorosa di dirlo alla mamma, ma si fece forza e con le lacrime agli occhi lo fece. Non subì dei duri rimproveri: la mamma pazientemente le spiegò che senza studiare risultava poi difficile sapere le cose. “Non si può sempre giocare cara Gaia! D’ora in poi studierai davvero. Giusto?”. Gaia promise e così fece. Non prese mai più brutti voti e ripensò a quel proverbio che recitava: “Tutti i nodi vengono al pettine”.
Quando non compiamo al meglio il nostro dovere, rischiamo sempre di dovercene pentire… se non oggi, sicuramente un domani!
Gaia era una ragazzina molto carina e intelligente ma a volte non aveva davvero voglia di studiare. Preferiva trascorrere le ore pomeridiane a giocare con il suo cane Lillo anziché applicarsi a fare i compiti e ad imparare ciò che doveva. Diceva parlando con il suo cagnolino: “Per intanto pensiamo a giocare e a ricorrerci sul prato che per i libri ci sarà tempo stasera”. Ma poi la sera c’erano tanti di quei cartoni animati in tv che sarebbe stato un peccato perderseli… I giorni e le settimane passavano così. La mamma le chiedeva sovente se avesse studiato e lei rispondeva affermativamente. In effetti, i professori della scuola media che frequentava non avevano mai avuto di che lamentarsi quando questa li incontrava.
Poi un giorno fu tempo del compito in classe di francese. Sul suo banco Gaia aveva un bel foglio con delle frasi scritte in italiano che avrebbe dovuto tradurre. Qui cominciarono i guai: “Come si scrive questa parola? Non ricordo di averla mai letta... Come si dice questo in francese? Caspita, non me lo ricordo!”. Così consegnò il foglio quasi in bianco e rimediò un bel quattro. Adesso era alquanto timorosa di dirlo alla mamma, ma si fece forza e con le lacrime agli occhi lo fece. Non subì dei duri rimproveri: la mamma pazientemente le spiegò che senza studiare risultava poi difficile sapere le cose. “Non si può sempre giocare cara Gaia! D’ora in poi studierai davvero. Giusto?”. Gaia promise e così fece. Non prese mai più brutti voti e ripensò a quel proverbio che recitava: “Tutti i nodi vengono al pettine”.
Quando non compiamo al meglio il nostro dovere, rischiamo sempre di dovercene pentire… se non oggi, sicuramente un domani!
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È presente 1 commento
Davvero una bella lezioncina ai ragazzi negligenti.
Piera.
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