Il mistero di un programma (gratuito ma inutilizzato) che individua i traffici illeciti delle organizzazioni criminali. Le straordinarie potenzialità di Sciamano in attesa di impiego.
Città Nuova - Il suo nome è Sciamano, ma non è imparentato con Tex Willer, Kit Carson e quei combattenti là. Nemmeno dà la caccia ai ladri di mandrie e di cavalli nei canyon, anche se ha tutto predisposto per dare sì la caccia. E in maniera molto, molto intelligente. Sciamano infatti è predisposto a leggere ogni minimo dato di un appalto e di un cantiere, offrendo aggiornamenti in tempo reale. Rivela ogni particolare riguardante aziende, operai, e soprattutto svela i loro precedenti di giustizia, le loro presenze giornaliere, la provenienza di camion e di ruspe.
Arriva da Reggio Calabria, è stato progettato da carabinieri e Prefettura con l'intuizione unita alla competenza di chi sta in prima linea. Un software offerto a Milano, ma che i meneghini tergiversano da più di due anni se adottarlo o attendere. Proprio da qui, dove spesso e volentieri si sentono leggere di condanne a persone imputate per 'ndrangheta, a società colluse con la mafia. Sì proprio a Milano, città dove i regolamenti di conti tra cosche stanno diventando purtroppo “normali”. E l’incendio al locale, la mitragliata dall’auto in corsa, il ferimento di quel tale, hanno lo stesso scenario e le stesse quinte di un ben noto spettacolo visto nel nostro sud.
Eppure Sciamano, con tutti i suoi milioni di datti, le sue storie delle famiglie mafiose, delle cosche, dei traffici illeciti, di denaro sporco e quant’altro, è inutilizzato, nonostante sia gratuito. Va bene che c’è stato il cambio di inquilino a Palazzo Marino, ma tutto ciò non giustifica lo stupore per quello che più che un caso appare essere un mistero. E’ a costo zero, e in un periodo di prossimi eventi come l'Expo potrebbe essere utilissimo. Ritardi e lentezza nell’entrata in funzione di Sciamano, non solo a Milano ma anche in altre zone a rischio di infiltrazione delle mafie, hanno provocato interrogazioni parlamentari, ma nulla è cambiato.
C’è il sospetto che alla fine, dietro le dichiarazioni istituzionali e il perenne richiamo a una parola diventata brand - legalità -, vi sia il timore che il software vada davvero in profondità, dia davvero fastidio, sveli troope cose che invece stanno bene dove sono.
Sciamano si compone di tre strumenti che «interagiscono»: la stazione unica provinciale per gli appalti degli enti locali, il mattinale di cantiere per le grandi opere e il gruppo interforze di vigilanza delle stesse grandi opere. A getto continuo vengono immesse nel cervellone tonnellate di dati che consentono anche il monitoraggio dei flussi finanziari sui conti correnti; una ditta, i titolari, i soci saranno radiografati in cerca di tracce di mafie. In Sciamano possono confluire fra l’altro dati di altri database (Inps, Inail, casse edili) e informazioni relative a forniture, noleggi, contratti.
Città Nuova - Il suo nome è Sciamano, ma non è imparentato con Tex Willer, Kit Carson e quei combattenti là. Nemmeno dà la caccia ai ladri di mandrie e di cavalli nei canyon, anche se ha tutto predisposto per dare sì la caccia. E in maniera molto, molto intelligente. Sciamano infatti è predisposto a leggere ogni minimo dato di un appalto e di un cantiere, offrendo aggiornamenti in tempo reale. Rivela ogni particolare riguardante aziende, operai, e soprattutto svela i loro precedenti di giustizia, le loro presenze giornaliere, la provenienza di camion e di ruspe.
Arriva da Reggio Calabria, è stato progettato da carabinieri e Prefettura con l'intuizione unita alla competenza di chi sta in prima linea. Un software offerto a Milano, ma che i meneghini tergiversano da più di due anni se adottarlo o attendere. Proprio da qui, dove spesso e volentieri si sentono leggere di condanne a persone imputate per 'ndrangheta, a società colluse con la mafia. Sì proprio a Milano, città dove i regolamenti di conti tra cosche stanno diventando purtroppo “normali”. E l’incendio al locale, la mitragliata dall’auto in corsa, il ferimento di quel tale, hanno lo stesso scenario e le stesse quinte di un ben noto spettacolo visto nel nostro sud.
Eppure Sciamano, con tutti i suoi milioni di datti, le sue storie delle famiglie mafiose, delle cosche, dei traffici illeciti, di denaro sporco e quant’altro, è inutilizzato, nonostante sia gratuito. Va bene che c’è stato il cambio di inquilino a Palazzo Marino, ma tutto ciò non giustifica lo stupore per quello che più che un caso appare essere un mistero. E’ a costo zero, e in un periodo di prossimi eventi come l'Expo potrebbe essere utilissimo. Ritardi e lentezza nell’entrata in funzione di Sciamano, non solo a Milano ma anche in altre zone a rischio di infiltrazione delle mafie, hanno provocato interrogazioni parlamentari, ma nulla è cambiato.
C’è il sospetto che alla fine, dietro le dichiarazioni istituzionali e il perenne richiamo a una parola diventata brand - legalità -, vi sia il timore che il software vada davvero in profondità, dia davvero fastidio, sveli troope cose che invece stanno bene dove sono.
Sciamano si compone di tre strumenti che «interagiscono»: la stazione unica provinciale per gli appalti degli enti locali, il mattinale di cantiere per le grandi opere e il gruppo interforze di vigilanza delle stesse grandi opere. A getto continuo vengono immesse nel cervellone tonnellate di dati che consentono anche il monitoraggio dei flussi finanziari sui conti correnti; una ditta, i titolari, i soci saranno radiografati in cerca di tracce di mafie. In Sciamano possono confluire fra l’altro dati di altri database (Inps, Inail, casse edili) e informazioni relative a forniture, noleggi, contratti.
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