lunedì, gennaio 21, 2013
Nota del Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana in vista delle elezioni politiche 2013

Nel consueto frastuono e clamore della campagna elettorale, l’Azione cattolica italiana, associazione diffusa capillarmente su tutto il territorio nazionale, intende dare voce alle attese, alle speranze e alle preoccupazioni di tante persone “normali”, le quali chiedono una nuova stagione imperniata su quattro parole: responsabilità, sobrietà, equità e solidarietà. L’Ac ritiene che compito della prossima legislatura sia quello di coniugare il controllo dei conti pubblici con una diversa e netta rimodulazione delle priorità sociali. Prima vengono i giovani e le famiglie. Il prossimo Parlamento, e il prossimo governo, devono avere il coraggio di puntare sull’istruzione e la formazione, favorire l’occupazione delle giovani generazioni e delle donne, specie al Sud, alleggerire la pressione fiscale sui nuclei numerosi e con neonati, innovare la rete dei servizi agli anziani e ai più deboli perché nessuno resti indietro, sostenere l’integrazione degli immigrati anche attraverso un più agevole accesso ai diritti di cittadinanza, credere in un’Europa unita moralmente prima che economicamente, e nello specifico ruolo dell’Italia come ponte di pace verso il Mediterraneo.

Riformare le istituzioni. L’Ac esprime inoltre l’auspicio che si apra una stagione di riforme profonde e condivise. Riforme economiche, ma non solo. L’Italia ha bisogno anche di una profonda revisione delle istituzioni e dei modelli di partecipazione politica. Chiediamo che il primo impegno del nuovo governo e del nuovo Parlamento sia quello di porre rimedio alla vergogna dell’attuale legge elettorale, i cui limiti sono emersi in modo lampante anche nella redazione delle liste che ci saranno sottoposte il 24-25 febbraio. Ma occorrono anche interventi profondi per superare il bicameralismo perfetto, velocizzare l’iter legislativo, riorganizzare la presenza dello Stato sul territorio, snellire in modo drastico gli enti intermedi, chiarire funzioni e risorse di regioni e comuni. E ancora, si avverte l’urgenza di misure atte a cambiare strutturalmente lo stile di chi presta un servizio pubblico. Ne citiamo due: limite di mandati parlamentari per favorire il rinnovamento e una più ampia partecipazione dei cittadini alla vita pubblica; regole ancora più ferree e incisive per ridurre all’essenziale, e rendere trasparente, il finanziamento dei costi della politica.

L’Italia si dia una bussola per il futuro. Riteniamo infine necessario che ogni soluzione alla questione sociale ponga le sue radici nella chiarezza dei valori di riferimento. Sono il primato della persona, e il principio della tutela e promozione della vita che impongono, oggi, di porre riparo a diseguaglianze e ingiustizie che la crisi finanziaria ha acuito. L’Azione cattolica ritiene irrinunciabile un dialogo sincero, maturato al di fuori di ogni strumentalizzazione, tra credenti competenti e non credenti aperti al confronto, un dialogo che non consegni il Paese al vuoto relativismo dei valori.

Le responsabilità della politica, le responsabilità dei cittadini: uno stile nuovo. Non cediamo il passo alla rassegnazione astensionista, alla protesta o alla polemica fine a se stessa, ma ci impegniamo in un serio discernimento che consenta di distinguere persone e proposte. E soprattutto facciamo la nostra parte, partecipando attivamente per il bene comune contro ogni approccio retorico o qualunquista. Serve uno scatto di corresponsabilità tra cittadini e rappresentanti: uno slancio civile e morale che sappia tenere unito il Paese da Nord a Sud, e che veda impegnati insieme, in questa delicatissima fase storica, giovani e adulti, partiti e società civile, per restituire finalmente all’Italia normalità, pace sociale, sviluppo e benessere, quindi più vita per tutti.

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