lunedì, gennaio 07, 2013
Pura operazione commerciale o anche tentativo di egemonia culturale e religiosa?

di Patrizio Ricci

Al Jazeera ha acquistato la rete statunitense Current TV dell’ex candidato presidenziale Al Gore. Sarà pagata 500 milioni di dollari, una cifra (secondo gli esperti della CNN) ben al di sopra degli standard di mercato. Lo scopo dichiarato è quello è “fornire un punto di vista alternativo sulle notizie nazionali" (New York Times del 3 gennaio 2013). Questa dichiarazione cozza un po’ con le limitazioni interne imposte dalla casa regnante saudita: è paradossale che in patria il Qatar non tollera la libertà di stampa, mentre fuori dei suoi confini si spende per promuovere e sostenere il wahabismo (che impone la sharia e l'applicazione di regole religiose rigorose). Significativo è il caso del poeta Mohammad Ibn al-Dheeb al-Ajami, condannato di recente all’ergastolo per aver criticato il regime assolutistico della casa reale. Persino Obama, pur lodando l’appoggio del Qatar nella guerra di Libia (gli USA possiedono a Doha la più grande base militare in Medio Oriente), non evita di palesare riserve e critiche sulle gravi violazioni dei diritti individuali nel paese.

La TV Al Jazeera, di proprietà dell’emiro Hamad bin Khalifa Al Thani (sovrano assoluto del Qatar dal 1995), comincia la sua attività il 1º novembre 1996 in lingua araba. Durante la guerra del Golfo assume subito molta popolarità in Medio Oriente perché racconta la realtà dal punto di vista degli arabi, con una forte caratterizzazione antiamericana: questo successo gli permetterà ben presto di surclassare tutti gli altri media del mondo arabo. Tuttavia, non sarà a lungo così: la linea editoriale muterà improvvisamente in occasione delle primavere arabe. In vista del possibile rovesciamento dei governi infatti, la casa reale qatariota, che prima aveva lasciato fare, riprende le redini selezionando le notizie e le fonti a secondo della rispondenza con i propri obiettivi politici. Capolista degli interventisti, la dinastia Al Thani è tra principali sostenitori e finanziatori dell’opposizione armata libica e poi siriana: per alimentarle non rinuncia ad avvalersi anche della TV in suo possesso tramite falsi scoop ben orchestrati. come quello delle fosse comuni nella periferia di Tripoli (poi rivelatesi un vecchio cimitero in disuso).

Allo scopo di favorire i propri interessi egemonici nella regione, la casa reale qatariota ha attuato una fitta propaganda a favore delle rivolte arabe usando abilmente la sua televisione satellitare. Ogni altra voce è stata oscurata (tramite disattivazione dei collegamenti satellitari su Arabsat e Nilesat). Durante quegli avvenimenti la polarizzazione di Al-Jazeera è stata evidente: aiutare a portare gli islamisti al potere (come in Egitto). Gli obiettivi come sappiamo, spesso sono stati centrati in pieno. Tuttavia, nel caso di regimi amici, come in Bahrein e nello Yemen, la tv ha ignorato le rivolte represse nel sangue, e per questi motivi si è screditata agli occhi della popolazione e sta subendo un progressivo calo di popolarità. Sono invece in ascesa TV minori, in primis Al Mayadeen, la nuova tv satellitare con sede a Beirut, nata dai numerosi ‘fuoriusciti’ di Al Jazeera.

Ma non solo tv: il Qatar, nel tentativo di imporre la sua egemonia culturale e religiosa, si fa promotore di una fitta trama d’iniziative. Allo scopo infatti di influenzare i governi e instaurare un clima favorevole di reciproco interesse, destina ingenti fondi (tra i 15 ed i 25 miliardi di euro ogni anno): acquisisce partecipazioni di grandi banche ed aziende, si fa benefattore di aiuti ai paesi islamici economicamente bisognosi, fa interventi di interesse sociale come la ricostruzione delle banlieue a Parigi, acquista televisioni come le satellitari francesi BeIn Sport 1 e 2, compra squadre di calcio come il Parigi Saint Germain o il Malaga in Spagna…

Tuttavia, la rete che sarà proposta agli americani, Current TV, non ha niente a che vedere con i contenuti del canale arabo: Al Jazeera infatti è un network che ha anche il suo canale in lingua inglese, che si caratterizza per una impostazione occidentale del suo palinsesto. Il canale in lingua inglese quindi non è la traduzione del canale arabo, ma offre tutt’altra programmazione, pensata ad uso e consumo degli occidentali. E sarà questa a caratterizzare Current TV, che ha 60 milioni di ascoltatori paganti e permetterà al regime qatariota di sbarcare sul mercato USA. La piccola potenza economica vuole proporre la sua agenda politica e religiosa in tutto il mondo, ma in modo “legale”, con la potenza del denaro e la forza rassicurante dei media. Il primo passo è essere credibile: vedremo cosa saprà fare e se gli americani le daranno fiducia.

È presente 1 commento

bla78 ha detto...

Tra ospiti internazionali, monologhi, sketch, musica e tanta comicità, con i nuovissimi personaggi creati da Max Giusti arriva "Riusciranno i nostri eroi" http://www.facebook.com/notes/max-giusti-official/riusciranno-i-nostri-eroi/536629093036921

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