Ma la Cina molla i compagni di Pyogyang. Il nuovo leader comunista cinese Xi Jinping: «Impedire la proliferazione delle armi di distruzione di massa in Corea».
GreenReport - La Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) ha dichiarato oggi che prevede di fare un novo esperimento nucleare così come di riprendere il lancio di missili che hanno come obiettivo il suo «Nemico giurato», gli Stati uniti d'America. In un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Kcna, la Commissione di difesa nazionale del regime nazional-comunista nordcoreano ha dichiarato che «In una nuova fase della lotta antiamericana, la Rpdc non nasconde la sua intenzione di continuare a lanciare una serie di satelliti e di missili a lunga gittata e di effettuare un test nucleare di alto livello al quale procederemo mirando agli Stati Uniti, nemico giurato del popolo coreano».
Il regime nordcoreano non precisa però la data del test nucleare e si ignora quale sia il significato dell'espressione "alto livello". Secondo alcuni esperti si potrebbe trattare di una bomba all'uranio, mentre i precedenti test erano stati fatti con bombe al plutonio.
La potente Commissione di Pyongyang ha anche criticato la risoluzione presa il 22 gennaio dal Consiglio di sicurezza dell'Onu che condanna il recente lancio di un satellite nordcoreano, ed ha detto che i colloqui a 6 (le due Coree, Cina, Russia, Usa e Giappone) e la dichiarazione comune del 19 settembre 2005 sul dossier nucleare nordcoreano «Non esistono più. Nessun dialogo sulla denuclearizzazione della penisola sarà possibile in futuro, anche se si può pensare a dialoghi e negoziati sul mantenimento della pace e della sicurezza nella regione, compreso nella penisola coreana».
Quel che ha fatto arrabbiare la dittatura militar-stalinista nordcoreana sembra proprio la risoluzione 2087 adottata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiede alla Rpdc di conformarsi a tutte le risoluzioni applicabili che sono state approvate dallo stesso Consiglio e di non ricorrere a tecnologia utili per lanciare missili balistici.
In visita a Seoul, l'inviato speciale Usa per la Corea del nord, Glyn Davies, ha esortato Pyongyang «A non mettere in atto le sue minacce. Sarebbe un errore ed un'occasione mancata».
Il governo sudcoreano «Invita fortemente la Corea del Nord a tener conto dei costanti avvertimenti della comunità internazionale ed a rinunciare ad ogni nuova provocazione, compresi i test nucleari».
Anche il Giappone ha chiesto subito alla Rpdc di «Prendere sul serio il fermo messaggio della comunità internazionale e di non procedere ad altri atti provocatori, compresi lanci e test nucleari».
Ma questa volta Pyongyang sembra avere problema molto più grosso delle solite proteste dei tre alleati capitalisti: i fraterni compagni cinesi fanno parte del consiglio di sicurezza ed hanno votato la risoluzione 2087 e il nuovo segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Xi Jinping ieri ha incontrato Kim Moo-sung, inviato speciale della nuova presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, ed ha sollecitato «Un trattamento globale delle tensioni nella penisola coreana. Mantenere la pace e la stabilità della penisola coreana fa parte degli interessi fondamentali della Cina e della Repubblica di Corea. I problemi della penisola coreana devono essere risolti, trattando sia i sintomi che le cause profonde. La Cina chiede a tutte le parti coinvolte di trattare i problemi in maniera equilibrata, attraverso il dialogo e le consultazioni, con l'obiettivo di pervenire alla denuclearizzazione della penisola ed alla sua stabilità a lungo termine. Il mio Paese vuole una ripresa rapida dei colloqui a 6 sulla denuclearizzazione».
Secondo quanto dice il network radio-televisivo giapponese Nhk sarebbe andato ben oltre quanto riporta l'agenzia ufficiale cinese Xinhua. L'inviato sudcoreano Kim Moo-sung ha riferito che Xi gli ha detto: «La Cina mantiene una posizione coerente, cioè che rimuovere le armi nucleari ed impedire la proliferazione delle armi di distruzione di massa è fondamentale per la pace e la stabilità della penisola coreana». L'esatto contrario di quanto dicono di voler fare i nordcoreani, forse non c'era mai stata una cos' netta presa di distanza di Pechino dalle provocazioni nucleari e militaresche di Pyongyang.
Xi Jinping ha mandato anche un altro avvertimento al giovane leader supremo della monarchia dinastica comunista che governa la Corea del nord: «La Cina sostiene la riunificazione indipendente e pacifica della penisola ed è pronta a svolgere un ruolo positivo per promuovere obiettivo». Insomma; più o meno, siamo stanchi delle vostre bizze e provocazioni. In una lettera inviata a Xi la neo.presidente sudcoreana Park, ha scritto di voler «Realizzare degli sforzi congiunti con la Cina per la stabilità della penisola, per la pace e la prosperità dell'Asia del nordorientale. La Repubblica di Corea affida una grande importanza alle sue relazioni con la Cina ed è pronta ad approfondire la fiducia reciproca, a rafforzare la cooperazione in diversi settori ed a consolidare e sviluppare il partenariato strategico bilaterale».
Tutte cose che la poverissima ed affamata Corea del nord non può offrire a Pechino, che la vede sempre più come uno scomodo fardello da portare per mere ragioni di geo-politica. Secondo gli osservatori, il possibile e vero punto di svolta sarebbe se la nuova leadership cinese prendesse forti misure per dissuadere la Corea del Nord dal realizzare un terzo test nucleare.
Umberto Mazzantini
GreenReport - La Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) ha dichiarato oggi che prevede di fare un novo esperimento nucleare così come di riprendere il lancio di missili che hanno come obiettivo il suo «Nemico giurato», gli Stati uniti d'America. In un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa ufficiale Kcna, la Commissione di difesa nazionale del regime nazional-comunista nordcoreano ha dichiarato che «In una nuova fase della lotta antiamericana, la Rpdc non nasconde la sua intenzione di continuare a lanciare una serie di satelliti e di missili a lunga gittata e di effettuare un test nucleare di alto livello al quale procederemo mirando agli Stati Uniti, nemico giurato del popolo coreano».
Il regime nordcoreano non precisa però la data del test nucleare e si ignora quale sia il significato dell'espressione "alto livello". Secondo alcuni esperti si potrebbe trattare di una bomba all'uranio, mentre i precedenti test erano stati fatti con bombe al plutonio.
La potente Commissione di Pyongyang ha anche criticato la risoluzione presa il 22 gennaio dal Consiglio di sicurezza dell'Onu che condanna il recente lancio di un satellite nordcoreano, ed ha detto che i colloqui a 6 (le due Coree, Cina, Russia, Usa e Giappone) e la dichiarazione comune del 19 settembre 2005 sul dossier nucleare nordcoreano «Non esistono più. Nessun dialogo sulla denuclearizzazione della penisola sarà possibile in futuro, anche se si può pensare a dialoghi e negoziati sul mantenimento della pace e della sicurezza nella regione, compreso nella penisola coreana».
Quel che ha fatto arrabbiare la dittatura militar-stalinista nordcoreana sembra proprio la risoluzione 2087 adottata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiede alla Rpdc di conformarsi a tutte le risoluzioni applicabili che sono state approvate dallo stesso Consiglio e di non ricorrere a tecnologia utili per lanciare missili balistici.
In visita a Seoul, l'inviato speciale Usa per la Corea del nord, Glyn Davies, ha esortato Pyongyang «A non mettere in atto le sue minacce. Sarebbe un errore ed un'occasione mancata».
Il governo sudcoreano «Invita fortemente la Corea del Nord a tener conto dei costanti avvertimenti della comunità internazionale ed a rinunciare ad ogni nuova provocazione, compresi i test nucleari».
Anche il Giappone ha chiesto subito alla Rpdc di «Prendere sul serio il fermo messaggio della comunità internazionale e di non procedere ad altri atti provocatori, compresi lanci e test nucleari».
Ma questa volta Pyongyang sembra avere problema molto più grosso delle solite proteste dei tre alleati capitalisti: i fraterni compagni cinesi fanno parte del consiglio di sicurezza ed hanno votato la risoluzione 2087 e il nuovo segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Xi Jinping ieri ha incontrato Kim Moo-sung, inviato speciale della nuova presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, ed ha sollecitato «Un trattamento globale delle tensioni nella penisola coreana. Mantenere la pace e la stabilità della penisola coreana fa parte degli interessi fondamentali della Cina e della Repubblica di Corea. I problemi della penisola coreana devono essere risolti, trattando sia i sintomi che le cause profonde. La Cina chiede a tutte le parti coinvolte di trattare i problemi in maniera equilibrata, attraverso il dialogo e le consultazioni, con l'obiettivo di pervenire alla denuclearizzazione della penisola ed alla sua stabilità a lungo termine. Il mio Paese vuole una ripresa rapida dei colloqui a 6 sulla denuclearizzazione».
Secondo quanto dice il network radio-televisivo giapponese Nhk sarebbe andato ben oltre quanto riporta l'agenzia ufficiale cinese Xinhua. L'inviato sudcoreano Kim Moo-sung ha riferito che Xi gli ha detto: «La Cina mantiene una posizione coerente, cioè che rimuovere le armi nucleari ed impedire la proliferazione delle armi di distruzione di massa è fondamentale per la pace e la stabilità della penisola coreana». L'esatto contrario di quanto dicono di voler fare i nordcoreani, forse non c'era mai stata una cos' netta presa di distanza di Pechino dalle provocazioni nucleari e militaresche di Pyongyang.
Xi Jinping ha mandato anche un altro avvertimento al giovane leader supremo della monarchia dinastica comunista che governa la Corea del nord: «La Cina sostiene la riunificazione indipendente e pacifica della penisola ed è pronta a svolgere un ruolo positivo per promuovere obiettivo». Insomma; più o meno, siamo stanchi delle vostre bizze e provocazioni. In una lettera inviata a Xi la neo.presidente sudcoreana Park, ha scritto di voler «Realizzare degli sforzi congiunti con la Cina per la stabilità della penisola, per la pace e la prosperità dell'Asia del nordorientale. La Repubblica di Corea affida una grande importanza alle sue relazioni con la Cina ed è pronta ad approfondire la fiducia reciproca, a rafforzare la cooperazione in diversi settori ed a consolidare e sviluppare il partenariato strategico bilaterale».
Tutte cose che la poverissima ed affamata Corea del nord non può offrire a Pechino, che la vede sempre più come uno scomodo fardello da portare per mere ragioni di geo-politica. Secondo gli osservatori, il possibile e vero punto di svolta sarebbe se la nuova leadership cinese prendesse forti misure per dissuadere la Corea del Nord dal realizzare un terzo test nucleare.
Umberto Mazzantini
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