L'esplosione, avvenuta nel quartiere di Barzeh al-Balad, ha causato nove morti
Misna - Almeno nove persone sarebbero rimaste uccise nell’esplosione di un ordigno nei pressi di una pompa di benzina a Damasco, secondo quanto denunciato dagli attivisti dell’opposizione. L’esplosione è Almeno nove persone sarebbero rimaste uccise nell’esplosione di un ordigno nei pressi di una pompa di benzina a Damasco, secondo quanto denunciato dagli attivisti dell’opposizione. L’esplosione è avvenuta nel quartiere di Barzeh al-Balad, proprio davanti ad una lunga coda di auto in attesa per il carburante. La crisi in atto nel paese, preda di combattimenti e violenze tra gruppi dell’opposizione armata e soldati lealisti, ha portato alle stelle il prezzo dei carburanti il cui approvvigionamento è divenuto sempre più raro e difficile. Agli automobilisti può capitare ormai di restare in coda per diverse ore prima di riuscire a rifornirsi. L’agenzia di stampa ufficiale ‘Sana’ ha descritto l’esplosione come “un attacco terroristico” messo a segno tra la pompa di benzina e un ospedale poco distante. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) – che riceve le sue informazioni dai gruppi militanti e si avvale di una rete di medici e operatori presenti nel paese – l’attacco è avvenuto in un quartiere a prevalenza alawita, la minoranza religiosa a cui appartiene il presidente Bashar al Assad e la sua famiglia. Intanto, dal vicino Libano, il capo del movimento sciita Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, vicino al governo di Damasco, ha messo in guardia contro il rischio di una spaccatura della Siria e sottolineato il rifiuto della sua organizzazione “ a qualsiasi ipotesi di scissione o divisione interna di qualsiasi paese arabo e islamico”. Nasrallah ha quindi invitato il governo libanese a “esercitare ogni pressione per cercare di favorire una soluzione politica al conflitto”., proprio davanti ad una lunga coda di auto in attesa per il carburante. La crisi in atto nel paese, preda di combattimenti e violenze tra gruppi dell’opposizione armata e soldati lealisti, ha portato alle stelle il prezzo dei carburanti il cui approvvigionamento è divenuto sempre più raro e difficile. Agli automobilisti può capitare ormai di restare in coda per diverse ore prima di riuscire a rifornirsi. L’agenzia di stampa ufficiale ‘Sana’ ha descritto l’esplosione come “un attacco terroristico” messo a segno tra la pompa di benzina e un ospedale poco distante. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) – che riceve le sue informazioni dai gruppi militanti e si avvale di una rete di medici e operatori presenti nel paese – l’attacco è avvenuto in un quartiere a prevalenza alawita, la minoranza religiosa a cui appartiene il presidente Bashar al Assad e la sua famiglia. Intanto, dal vicino Libano, il capo del movimento sciita Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, vicino al governo di Damasco, ha messo in guardia contro il rischio di una spaccatura della Siria e sottolineato il rifiuto della sua organizzazione “ a qualsiasi ipotesi di scissione o divisione interna di qualsiasi paese arabo e islamico”. Nasrallah ha quindi invitato il governo libanese a “esercitare ogni pressione per cercare di favorire una soluzione politica al conflitto”.
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